giovedì 6 marzo 2008

La giornata di un italiano in Sudamerica

“Ma la smetti di scrivere cose che non servono a niente? Il bambino há il pannolino pieno e tu la’ a scrivere sugli italiani all’estero invece di aiutarmi” grida mia moglie dall’ altra stanza.
Benvenuti nel mondo degli italiani all’estero in Sudamerica. Pensavate che stiamo tutti sulla spiaggia circondati di splendide donne com drinks da sogno in mano?
Vi sbagliate siamo ingoiati dalla vita quotidiana che ci sbatte da um posto all’altro in autobus affollati, ad ospedali da incubo, a masse che nelle strade reclamano per lê cose basiche come un educazione che sia in aule e non in tuguri senza luce.
Pensare che in questa confusione, com un caldo bóia che ci soffoca, noi ítalo-sudamericani possiamo svolgere attivita’ política e difendere i diritti italici e’ um sogno.
Qua l’Italia e’ solo un punto su uma mappa geográfica e a Buenos Aires come a Lima a são Paolo come a Caracas siamo tutti piu’ o meno uguali. Corriamo a destra e manca per raggranellare uma miséria che ci permetta di vivere.
Ma forse mia moglie há ragione: e’ inutile scrivere sulle prossime elezioni ítalo-sudamericane. Tanto non cambiera’ niente. Ci sono i soliti noti, vecchioni che sfiorano il centenário com lê potentissime lobbies che ci elemosinano centesimi e promettono milioni. Ci sono i soliti patron dei patronati che ora vanno tutti in Argentina a chiedere voti. E próprio li’ c’e’ qualche vecchione eletto in passato che sembra dire: “gli oltre ottantamila voti sono miei, del mio associazionismo. Dio me li há dati e guai a chi me li tocca”. Come se i voti fossero proprieta’ privata, come se gli ítalo-argentini fossero fossilizzati, non sapessero usare il cervello.
Ma lo sapevate che l’Argentina e’ sicuramente uno dei paesi piu’ brillanti in Sudamerica, con teste d’uovo che l’Italia dovrebbe invidiare? (a Harvard ed in altre top universita’ americane i dipartimenti di economia e finanza sono pieni di argentini com borse di studio integrali ad esempio).
Perche’ i fossili dovrebbero essere concentrati solo tra gli ítalo-argentini e votare sempre i vecchioni o quelli dei patronati? A questo riguardo la magnífica Porta e’ gia’ tra voi fratelli argentini, attenti.
E si’ perche’ in questa confusione sudamericana noi ítalo-sudamericani ci sentiamo um po’ tutti fratelli, non há importanza se stiamo a Caracas o a Buenos Aires.

E mentre che sto cercando di scrivere il mio prossimo articolo sulle elezioni in sudamerica mio figlio mi chiede: “Papa’ tu dici sempre che noi italiani in sudamerica ci sentiamo abbandonati, che i nostri rappresentanti in Parlamento non fanno niente per noi, che noi stessi non manteniamo contatti com l’Italia”.
Ma se questo e’ vero perche’ votiamo sempre gli stessi, quelli che non fanno niente per noi?

E improvvisamente, in questo caos sudamericano, rimango improvvisamente a bocca aperta.
Che volete che risponda allá você dell’innocenza?

http://liberaliperisraele.ilcannocchiale.it/post/1817221.html

http://messaggero.leonardo.it/blog/la_giornata_di_un_italiano_in_sudamerica.html

http://www.italianosdargentina.com.ar/index.php?IdNot=14717

http://www.lagazzettadelsudafrica.net/Articoli/2008/Marzo/Art_070308_9.html

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