giovedì 7 agosto 2008

Commissariamento dell’erogazione dei contributi alla stampa italiana all’estero

“Signori fate il vostro gioco” grida il croupier e lancia la pallina nella roulette dell’erogazione dei contributi alla stampa italiana all’estero.
Ed i giocatori non se lo fanno dire due volte.
Come in uno di quei bei film del Far West dell’epoca tutti si muovono con frenesia puntando le fiches sui vari numeri. Risate sguaiate di donne di facili costumi accompagnano le puntate dei giocatori al tavolo verde dell’editoria italiana all’estero. Bari, bevitori incalliti, giocatori disperati e persone oneste sono tutte li’ a puntare le proprie fortune al tavolo.
C’e’ ne per tutti i gusti:
editori di periodici che non esistono piu’ da secoli e che ricevono contributi dallo stato italiano, mezze figure di giornalisti che elemosinano contributi basati su feullettons che sarebbe ardito chiamare giornali, persone con aspetto impettito e con le tasche bucate che tentano di mascherare i gravi buchi di bilancio con vestiti alla moda. Ci sono poi i controllari dei consolati e dei ministeri, che molto spesso non controllano niente e che pongono il visto su numeri di tirature cosi’ esagerati da far ridere i polli. Ci sono i funzionari del governo che non riempono i siti del governo neanche con la miseria di dati dei contributi alla stampa estera piu’ recenti del 2004. Come se per riempire una tabellina in Excel ci fosse bisogno di fare studi sui massimi sistemi. E dire che con la meta’ dei loro stipendi si potrebbero assumere un gruppo di studenti universitari che riempirebbero quelle tabelle molto rapidamente.
E poi ci sono (anzi ci siamo noi) persone oneste, anche noi colpevoli, forse piu’ di tutti. Si’ perche’ il fatto che la maggior parte della stampa italiana all’estero fosse (come si dice in romanesco) un grande magna-magna tutti lo sapevano. Ma che nessuno avesse fatto uno studio dei numeri (per la verita’ anch’essi poco disponibili fino a poco tempo fa) e’ grave per una categoria, quelli dei giornalisti italiani all’estero, piu’ abituata a piangersi addosso che a fornire elementi veri e propri allo stato italiano perche’ questi sganci piu’ soldi a loro stessi.
E poi c’e’ lui, il banco assopigliatutto, il vero e proprio boss del gioco dei contributi alla stampa italiana all’estero. Non staro’ qui a ripetere i numeri di cio’ ne ‘ il suo nome. Chi vuole puo’ entrare nel mio blog: http://www.maxbono.blogspot.com/ dove ci sono tutti i dettagli numerici ed i nomi dei vari interessati e soprattutto di lui, il gruppo assopigliatutto. Ripetero’ solo un numero: 83%, che corrisponde alla percentuale del totale dei grossi fondi alla stampa italiana all’estero che vanno a lui, all’assopigliatutto: 9.4 milioni su 11.3 milioni di euro. Una vera e propria situazione di quasi monopolio del tutto anomala ed antidemocratica visto che si tratta di soldi pubblici.
Si parla tanto di ridurre i fondi alla stampa italiana all’estero.
Propongo una cosa: commissariamento dell’erogazione dei contributi alla stampa italiana all’estero e sua razionalizzazione basata su principi democratici.
Si’ perche’ il principio che quasi tutto va all’assopigliatutto mentre per le briciole si scannano come lupi famelici tanti piccoli giornali e riviste e’ una cosa vergognosa. Se poi a cio’ si aggiunge che quelli che ricevono di piu’ (tra le briciole) o non esistono o producono tirature ben al di sotto di quelle pubblicate, il quadro d’insieme che ne esce e’ proprio quello da Far West.

Ma torniamo al croupier: anche questa volta e’ uscito il quattro (numero dell’assopigliatutto) e il banco vince. Francamente non sappiamo come funziona il banco ne’ lo vogliamo sapere.

Quello che ci basterebbe e’ che il governo prendesse le misure di questo settore (quello dei contributi alla stampa italiana all’estero) e facesse chiarezza una volta per tutte sui criteri di erogazione, suddividesse i fondi in maniera equa, li pubblicasse celermente e soprattutto beneficiasse quelli che la stampa italiana all’estero la fanno sul serio. Con notizie non copiate da agenzie di stampa ma autentiche tramite lavoro sul luogo.

Si’ perche’ bisogna intendersi su che cosa e’ la stampa italiana all’estero. Se si continua con la visione di portare le notizie dell’Italia alla comunita’ italiana emigrata all’estero si fanno ridere i polli (per la seconda volta). Con un click in internet si hanno notizie molto piu’ dettagliate che comprando giornali che scopiazzano notizie del giorno proprio da internet stesso.
La stampa italiana all’estero dovrebbe essere autosufficiente, fornire notizie vere sulla comunita’ italiana all’estero ad essa stessa e all’Italia, non perdersi in articoli salameccosi di ossequio ai politici di turno all’estero. E’ chiaro che cosi non vende, ne’ vendera’ mai.
Persone incartapecorite che appaiono e parlano del piu’ e del meno nei cosiddetti giornali italiani all’estero quando le comunita’ italiane all’estero hanno serissimi problemi di sopravvivenza (come in Sudamerica) e nessuno lo sa.

“Fate il vostro gioco” ripete il croupier con la faccia di chi ha gia’ visto tutto nella vita e con un sorriso di denti gialli. Tanto gia’ sa che le chiacchere dei politici e dei giornalisti di turno fanno parte del gioco.
Tanto sa che all’83% la pallina tornera’ sul 4 e il banco assopigliatutto vincera’ di nuovo. E se non ci sara’ il commissariamento dell’erogazione dei contributi alla stampa italiana all’estero il gioco continuera’ cosi’.
L’unica possibilita’ che muti e’ se gli onesti si organizzeranno e protesteranno in maniera unita. Lo faranno? Denti gialli non ci crede molto. E’ per questo che sorride.

http://liberaliperisraele.ilcannocchiale.it/post/1992662.html

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