domenica 26 ottobre 2008

La grande crisi

Sta arrivando. Sara’ terribile. Stiamo parlando della grande crisi. Una crisi senza uguali negli ultimi 80 anni. Forse sara’ come quella del 1929. Ricordiamolo: ci sono voluti 10 anni per superarla e con una guerra mondiale. Inutile illudersi. Dovremo affrontarla e affidandoci solo alle nostre forze.

Le similitudini con la Grande Depressione sono molte. Un gigantesco crollo della borsa di valori negli USA e nel mondo. Il crollo del mercato immobiliare. La paralisi del credito. La crisi del sistema bancario.

Ma se la crisi diventera’ Grande Depressione dipende da noi. La chiave sara’ la riduzione dei consumi. Se questa avverra’ in grandi dimensioni sara’ la fine. Entreremo in un vortice vizioso da cui sara’ difficile uscirne. Niente consumi significhera’ niente investimenti anche in presenza di aumento del credito.
L’immediato intervento delle autorita’ monetarie mondiali, con un intervento concertato per facilitare l’espansione del credito e’ la grande differenza con la Grande depressione del 1929, per lo meno al suo inizio. Tuttavia se i consumatori perdono la fiducia e riducono drasticamente i consumi, l’intervento monetario delle banche centrali sara’ inutile. Un’altra differenza e’ che (al momento) i risparmi dei consumatori non sono stati ridotti in maniera drastica. E’ vero che, specialmente negli USA, il crollo del mercato finanziario ha colpito significativamente il pubblico in genere, ma e’ altrettanto vero che i crolli delle banche sono stati ridotti al minimo. L’intervento delle banche centrali ha ridotto il rischio di corsa agli sportelli. Cosa ingiustificata.
Tuttavia e’ vero che i dati marcoeconomici hanno influenzato i mercati. E’ bene essere realisti. Questi dati sono orribili ed i prossimi saranno anche peggio. Ci sara’ una forte contrazione dell’attivita’ economica. Ma non bisogna farsi prendere dal panico. Non e’ la fine. Perche’ questa sara’ decisa solo da noi consumatori. Ridurre i consumi con moderazione e’ giusto e accettabile. Altra cosa e’ il panico e la fuga dai mercati.
Rischiamo di comprometterci da soli. Ricordiamolo: la stragrande maggioranza di noi non sa cos’è una depressione, siamo cresciuti nella credenza (errata) che il capitalismo e’ invincibile.
Per questo la liberalizzazione sfrenata dei mercati ha determinato comportamenti pirateschi delle banche che hanno venduto ai loro clienti prodotti finanziari pieni di derivati senza che gli stessi clienti capissero un acca di cosa stavano comprando. Molto spesso le stesse banche non sapevano che stavano vendendo, visto che giravano ai clienti prodotti fabbricati a Londra o a New York da scienzati della finanza che non si interessavano degli effetti collaterali dei loro prodotti. Badavano solo al bonus (stellare) che avrebbero guadagnato quell’anno e niente piu’.
Attenzione pero’: non siamo in presenza di un complotto di un gruppo di scienzati pazzi della finanza senza scrupoli. Si’ perche’ l’avidita’ in relazione ai prodotti finanziari, ai ritorni stellari, era collettiva. Di molti, anche se non di tutti. Non dei risparmiatori con un gruzzolo sudato che avevano investito senza saperlo in prodotti molto sofisticati. Ma di rispamiatori medi e sofisticati che volevano guadagnare da nababbi senza lavorare molto.
E ora siamo tutti nella stessa barca. Una barca piena di buchi che puo’ affondare in qualsiasi momento. Ci salveremo solo se, con l’aiuto dello stato, tutti insieme faremo la nostra parte e eviteremo il disastro. Ma se agiremo da soli, senza un concerto e pensando solo a noi stessi, affonderemo tutti insieme.
Un New Deal, un nuovo patto sociale deve essere promosso. Che rispetti anche l’ambiente. Perche’ a differenza del 1929, l’ambiente oggi e’ stato seriamente danneggiato ed e’ a rischio.
Non illudiamoci: se non reagiamo tutti congiuntamente con il rispetto dell’ambiente, il futuro sara’ nero per noi e per i nostri figli.

Nessun commento: