venerdì 21 novembre 2008

Vecchi e giovani italiani all’estero: uguali a quelli in Italia?

“Vedi mio caro Max, la differenza tra i vecchi e i giovani italiani, in Patria come all’estero, e’ proprio questa. I vecchi hanno un attaccamento ad alcuni valori, che possono essere la Patria, la bandiera, i propri costumi, le proprie tradizioni, i propri dialetti, mentre i giovani no, non sono attaccati a niente”. Chi mi parla e’ un emigrato ultrasettantenne italiano in questa calda notte di Salvador de Bahia dove, seduto ad un bar della piazza del Porto da Barra, discutiamo di differenze generazionali e comportamentali degli italiani, in Italia come all’estero.

Devo dire che, da quando APK, la nota ong di assistenza degli emigrati italiani di Bahia (apk.salvador@yahoo.com.br), ha cominciato questa ricerca socio-economica sulla realta’ italiana di Bahia, non riesco piu’ a rispondere a tutte le emails che ricevo sull’argomento. L’interesse su chi sono, come vivono e dove vivono i nostri emigrati, vecchi e giovani, a Bahia, in Brasile ed in America Latina, e’ enorme. C’e’ una grande curiosita’ su questo popolo italico, da sempre dimenticato dalle autorita’ consolari locali, che oggi sembra essere uscito finalmente dal cono d’ombra che lo avvolgeva e sta rivelando personaggi tra i piu’ disparati e piu’ variegati. Sembra quasi che questo studio e’ una vera e propria cartina di tornasole per tutta la comunita’ italiana all’estero nel mondo.

Ma torniamo al mio amico ultrasettantenne e alle sue considerazioni generazionali. Alle sue scettiche affermazioni sui giovani italiani emigrati recentemente qui a Bahia replico io in tono provocatorio: “Va bene ma questa storia dell’attaccamento ai valori umani e solidari dei vecchi italiani e’ tutta da verificare. In altre parole molti vecchi e’ come se predicassero bene e razzolassero male, alla fine si comportano ne’ piu’ ne’ meno che come i giovani. E’ solo nei fatti, all’atto pratico che si puo’ verificare la veridicita’ o meno delle tue affermazioni”. Ed il mio compaesano mi risponde: “E’ vero. Tuttavia cio’ che si nota nei giovani e’ un comportamento opportunistico a volte esasperato. Una discussione come quella che stiamo facendo qui e ora un giovane non la farebbe, perche’ la considererebbe una perdita di tempo, non ne avrebbe interesse”.

E’ vero, penso io, un giovane si alzerebbe e se ne andrebbe. “I giovani di oggi pensano solo ai soldi, sono figli dalla cultura consumista” continua l’amico. E io replico: “Non qui a Bahia, dove l’attaccamento ai vestiti firmati o al Rolex di turno si perde nella semplicita’ del modo di vivere locale”. “E’ vero”, ribatte lui, “ma la mentalita’ rimane, l’atteggiamento mentale speculativo rimane, e se la cosa non interessa al giovane, questi se ne va, non perde tempo, se non si guadagna niente.”. Ed io: “Hai ragione, quello che pero’ mi colpisce dei giovani italiani e’ che pensano sempre che le domande che faccio hanno un secondo fine, per guadagnare qualcosa, quando scrivo sui problemi degli indigenti o degli italiani in genere. Nel mio caso non lo faccio per i soldi e i miei editori lo sanno. Non e’ detto che si fa tutto sempre per guadagnare qualcosa, si puo’ farlo anche perche’ ci si crede”. “I vecchi”, dice lui “hanno dei valori, anche nostalgici, di attaccamento alla patria, che fa si’ che aiuterebbero un conterraneo in difficolta’. I giovani che vengono qui a Bahia sono senz’arte ne’ parte, vogliono solo divertirsi e non pensano a niente, non sono attaccati a niente.”

Per la verita’ dubito che i vecchi emigrati aiutino come dice il mio amico, per lo meno nel quantum piuttosto che nel se. Tuttavia cio’ che distingue i giovani che vengono a vivere qui a Bahia e’ che, anche se non sono attaccati alla patria e alla bandiera, come dice l’ultrasettantenne che mi sta di fronte, sono anch’essi italiani. In altre parole l’atteggiamento di menefreghismo alla patria e alle tradizioni italiane e’ solo di facciata. Dentro di se’ i giovani italiani all’estero sono veramente italiani. Vanno al bar dello sport, vedono le partite di calcio italiano, discutono con calore su cio’ che accade in Italia, pensano alle donne alla stessa maniera che in Italia (tutte da conquistare ad eccezione della santa da sposare). Il menefreghismo di facciata maschera un’altra realta’: la mancata vera integrazione con la realta’ locale. I giovani italiani di Bahia conoscono (in generale) solo Barra, Ondina ed il Pelourinho, i quartieri turistici, non vanno nelle fine dell’INSS dove vanno i locali per andare all’ospedale pubblico. Vanno dal medico privato, vivono come eterni turisti, anche se si vendono come locali con gli italiani in Patria. E forse la differenza con i vecchi e’ che la nostalgia della patria di cui parla il mio amico, e’ piu’ mascherata mentre nei vecchi e’ piu’ esplicita.
Togli loro il caffe’, la partita di calcio al bar, l’andare dietro alle donne (tutte cose che i giovani italiani fanno in patria) e vedi che che loro, i giovani italiani all’estero, non sono piu’ gli stessi. In altre parole riproducono lo stesso atteggiamento culturale e mentale che hanno in patria, in maniera non differente da come fanno i vecchi italiani all’estero. E forse, quindi, sono tutti uguali, giovani e vecchi italiani, in patria e all’estero.
Forse tutti no. Devo correre alla fila dell’ INSS dell’ospedale pubblico per prendere il numero per fare la vaccinazione di mio figlio, non ho i capitali dei giovani italiani all’estero, vado al servizio pubblico io. Ma nella vita ci sono sempre delle eccezioni.

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