mercoledì 11 marzo 2009

Caso Battisti: caso chiuso?

“Mio caro Max, c’è oggi in Italia una corrente incredibilmente ottimista circa il caso Battisti. Tutti dicono che la Corte Suprema dara’ giudizio positivo sul processo di estradizione. Tu che ne pensi?” mi chiede il mio amico del bar dei cronisti poveri di sao Paolo. “In questo periodo in Italia c’è una gran confusione e nessuno intende che sta succedendo. Percio’ quelli che parlano sul caso Battisti hanno gioco facile” mi dice un altro.
Beh miei amici vi diro’ che ne penso. Questo anche per chiudere su questo argomento che ha avuto troppa attenzione e troppe speranze. Francamente spero che la Corte Suprema brasiliana dia parere favorevole all’estradizione. Questo per una ragione molto semplice. Questo atto farebbe cadere per sempre l’ipocrisia e l’ignoranza che si ha su questo argomento in Italia. E perche’ metterebbe finalmente a nudo una verita’. La nostra politica estera e’ risibile in quanto carica di speranze fatti tutto sommato non rilevanti.
Cosa intendo? E’ il seguente. La decisione di dare asilo politico e’ stata del presidente Lula. Tuttavia si e’ data la “colpa” a Genro in Italia, mostrando una ignoranza di come vanno le cose qui in Brasile. Piu’ volte abbiamo ribadito questo concetto ma in Italia si ostinano a pensare che intendono cio’ che accade qui. Noi siamo la comunita’ italiana in Brasile, sappiamo cosa succede. Ma tant’è. Ritorniamo a cio’ che dicevamo.
Qualora la Corte Suprema brasiliana desse parere favorevole all’estradizione si tratterebbe di un parere obbligatorio ma non vincolante. In altre parole a questo punto la decisione finale sull’estradizione di Battisti verrebbe presa da Lula. In questo caso si vedrebbe finalmente quello che tuttti sanno in Brasile e che nessuno sembra capire in Italia. Lula direbbe no e punto. Il caso e’ chiuso, come lui stesso ha detto tempo fa.
Finalmente cadrebbe quel velo di ipocrisia e ignoranza su questo caso in Italia. Finalmente si capirebbe che e’ meglio (e piu’ economico) consultare noi che viviamo qua piuttosto che organizzare viaggi inutili e carissimi in Brasile per incontrare persone di dubbio effetto sul caso.

E forse per il futuro si potrebbe definire una nuova politica estera italiana, consultando gli italiani negli USA per i rapporti con gli USA, in Australia con gli italiani di quel paese e cosi’ via. E non parliamo delle autorita’ consolari o parlamentari perche’ i primi sono troppo dentro le cose d’Italia e i secondi in Italia ci vivono e lavorano. Chi ha veramente il polso della situazione siamo noi che ci viviamo all’estero. Provate a chiedere la stessa domanda alla lobby ebraica negli USA e vedrete la risposta. Chissa’ perche’ cio’ che e’ pacifico per altri paesi in Italia e’ assurdo.

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