venerdì 24 aprile 2009

Italiani all’estero: la luce in fondo al tunnel?

“Max avevi detto che era finita, che non c’era piu’ speranza, che era inutile scrivere sugli italiani all’estero ed eccoti qua a scrivere di nuovo. Cos’è successo?” mi chiede con occhi socchiusi in un questa fredda giornata di aprile il mio amico al bar nel porto da Barra, Salvador, Bahia.
Il freddo e la pioggia la fanno da padrona in questo periodo e nessuno esce fuori di casa se puo’. Come al solito in questa citta’ quando piove crollano le case costruite nelle favelas e invacoes con materiale fragile. E soprattutto la gente muore. Come e’ accaduto ad una bimba di un mese che nella favela della Gamboa, Contorno e’ stato uccisa da un masso che, staccatosi dal terreno friabile, l’ha fatta a pezzi.
Favela della Gamboa. E’ proprio questa la risposta alla domanda del mio amico. Ci sono stato. Li’ ho incontrato Daniele Valieri, un ragazzo di quarant’anni perseguitato dalla cattiva sorte e da persone cattive, ma anche da molta ingenuita’. Dopo aver visitato questo nostro connazionale che viveva da indigente in condizioni disumane ho scritto in dicembre 2008 un articolo che ha commosso molte persone. Ho ricevuto molte emails di solidarieta’. Tuttavia la situazione di Daniele non e’ cambiata. Il console onorario di salvador non ha alzato un dito per aiutare Daniele che ha continuato a vivere in una situazione infernale. Leggete l’articolo nel mio blog per sapere i dettagli.

Dopo aver cessato di scrivere ho cominciato ad interagire con un gruppo di italiani all’estero di quelli veri, che vivono all’estero e che conoscono sul serio i nostri problemi. Non politici che hanno la residenza all’estero e vivono tranquillamente sempre in Italia. Vengono all’estero solo di passaggio, vengono eletti e poi spariscono. Colpa nostra ad eleggerli direte voi lettori. E avete ragione perche’ e’ colpa nostra anche se l’ombra dei brogli e’ sempre presente quando si parla di voto all’estero.

All’inizio ero un po’ scettico ma piano piano questa comunita’ di italiani all’estero mi ha conquistato. Persone che vanno dall’ Australia alla Germania, dal Brasile agli Usa, dal Giappone all’Europa: si tratta di persone che conoscono bene i problemi degli italiani all’estero. A volte si discute animatamente su argomenti politici e per questo ho creato un blog che parla esclusivamente dei problemi delle comunita’ italiane all’estero a cui tutti partecipano, tanto di destra quanto di sinistra. Il blog ha cercato di trattare problemi quali quello della pensione ricevuta all’estero, i diritti degli italiani all’estero, cosa significa essere cio’ in vari paesi del mondo, etc.

Ma che c’entra questo ti chiederai mio caro lettore? C’entra e molto. Perche’ ieri per caso dopo non averlo sentito per mesi ho chiamato a Daniele. Con una voce rotta mi ha comunicato che, abbandonato da tutti, non aveva i soldi nemmeno per pagare l’affitto nella favela. Sarebbe andato a vivere sotto il ponte del Contorno. Quando mi ha detto cio’ ho avutro un brivido lungo la schiena.
Il ponte del Contorno. Quando sono andato li’ a visitare Daniele non sapevo vivesse li’ vicino. L’ho scoperto dopo, quando ho seguito le sue indicazioni che mi aveva dato dal cellulare.
Il ponte del Contorno e’ qualcosa di ributtante: topi, scarafaggi, siringhe, spazzatura, vetro rotto. E la strada d’accesso per la favela e probabilmente il posto di spaccio di droga del posto. Il pantano che si crea quando piove fa affogare le scarpe. Li’ ci sono case diroccate, abbandonate, senza elettricita’. So che pensate miei cari lettori. Posti cosi’ ci sono anche in Italia. E invece no credetemi.
Qui in Sudamerica allo schifo delle condizioni igienico-sanitarie disumane si mischia la poverta’ estrema di alcuni che vivono nelle favelas che possono ammazzarti senza pieta’ per prenderti i jeans, perche’ le scarpe non ce l’ha nessuno che vive la’ e quindi nemmeno Daniele.

Senza esitazioni ho contattato il gruppo di italiani all’estero, miei nuovi amici. Non citero’ i nomi delle persone perche’ sarebbe ingiusto escludere alcuni. Sono tanti eroi anonimi che si sono mobilitati subito, senza esitazione e senza conoscere assolutamente Daniele. Una cosi’ subitanea solidarieta’ mi ha francamente meravigliato. Alcuni si sono offerti di aiutare finanziariamente Daniele, tutti abbiamo scritto all’ambasciata, al Ministero degli Esteri ai politici eletti all’estero. Con la sola eccezione di Fabio Porta che ha promesso il suo subitaneo interessamento nessuno di questi ha risposto.
Poi il “miracolo”. Il console di rio de Janeiro, gran brava persona da poco arrivato a Rio, Umberto Malnati ci ha scritto affermando che sono stati stanziati mille reais per aiutare Daniele ad uscire dall’inferno dove si trovava. Inoltre la sua situazione sara’ seguita in futuro. E dire che il console onorario sapeva tutto da mesi e non ha fatto niente. Piccolo passo avanti che salvera’ la vita di daniele per lo meno per il momento.
Ma, al di la’ della gioia di aver potuto aiutare veramente e non a parole un italiano indigente c’e’ un fatto che ci deve far pensare.
La solidarieta’ internazionale e concreta tra gli italiani all’estero ha aiutato un nostro connazionale a non morire di stenti. E’ un fatto. Si tratta di una luce in fondo al tunnel degli italiani all’estero. Forse la sola e unica via di aiutare gli italiani all’estero, abbandonati dai politici, e’ di aiutarci tra di noi. Come nel caso di Daniele.

1 commento:

ottoaprile ha detto...

Ciao Max , sono Antonio e vivo a Bahia dal 2005 . Benchè frequenti occasionalmente anche il caffè del Porto non ho il piacere di conoscerti. Condivido molte delle tue affermazioni ed anch'io come te gestisco un Blog su Blogger : http://vivereinbrasile .blogspot.com . Attualmente sono in Italia ma rientro il 18 Giugno . Spero di avere la possibilità di incontrarti . Il mio contatto è a.oliviero55@gmail.com . Ciao