venerdì 21 novembre 2014

La durezza spagnola e la debolezza italiana

Una vera dura, la Thatcher di Cadice. 4 mandati consecutivi al potere, l’ultimo ottenuto a metà 2007. In questa Spagna di provincia è molto difficile che qualcuno avesse l’ardire di sfidare la super-potente Teófila Martinez, sindaco della città, una donna che alle ultime elezioni di metà anno 2007 ha mantenuta la egemonia assoluta sulla città (PP 18 rappresentanti; PSOE 8 e IU 1). Il canile di Port Royal è finanziato dal comune di Cadice, colpevole complice di Placido Gómez, il proprietario senza scrupoli del campo di sterminio degli animali della città.

Capire come un cittadino italiano possa rimanere in carcere più di un mese e mezzo in un altro paese dell’Unione Europea come la Spagna non può essere possibile se non si intende il contesto in cui è accaduto il tutto. Simone Righi e la sua compagna avevano tre cani che amavano come figli, prova ne sia il fatto che, contrariamente a molti italiani in vacanza che abbandonano i propri animali prima di partire, se li erano portati fino a Cadice. Non potevano però portarseli sempre con loro e per questo li avevano lasciati al canile-lager. Per la verità l’unica cosa che si potrebbe rimproverare a Simone è che, in tempo di Internet, non avevano fatto una ricerca approfondita in Internet sul canile-lager. Avrebbero scoperto che da molto tempo il luogo era chiacchierato. Si erano fidati dell’opinione del Comune, favorevole al Port Royal.
Dopo la tragedia dell’assassinio dei loro cani da parte del Port Royal, era stata organizzata una manifestazione di protesta animalista in cui Simone e la compagna erano solo due dei duemila partecipanti.
E qui si incomincia ad intravedere la differenza tra la Spagna e l’Italia.
Gli unici arrestati erano stati Simone e la compagnia, poi liberata. La narrazione degli eventi è necessariamente confusa. Si sa che il 7 ottobre 2007 la manifestazione di protesta, pacifica, era avvenuta nello stesso giorno della festa patronale di Cadice.
Nella Spagna di provincia un evento del genere è sacro: le autorità vanno in chiesa per omaggiare il santo, stringono mani, sorridono per i giornalisti. La Guardia Civil crea un cordone di sicurezza per prevenire qualunque incidente e la festa continua nel tono ovattato di provincia. Peggio ancora è nel caso di Cadice, dove Teófila Martinez domina la città e non ammette confusioni.
Pertanto la manifestazione di protesta, data la concomitanza di date, nasceva sotto una cattiva stella. Chiaramente le autorità all’uscita della chiesa evitano di incontrare i manifestanti, che però capiscono la manovra diversiva e si fanno loro incontro lo stesso.
Tra i più scalmanati c’è Simone, che aveva perso tre figli (come lui considerava i suoi cani) ed accusava la sindaco di coprire il canile, dati i fondi che il canile riceve dal municipio.

L’atmosfera è tesa. L’italiano è in prima fila. La Guardia Civil è nervosa. Sembra che Simone si avvicini a Teofila e le gridi alcune accuse. Confusione, spintoni. Botte da orbi e arresto dell’italiano, lo straniero.

E forse questo è emblematico: gli spagnoli, nazionalisti, prendono lo straniero. Ma poi il governo che ci dovrebbe proteggere, quello italiano, agisce in maniera opposta. Abbandona Simone a marcire in una prigione spagnola. E con tutti gli sprechi che ci sono non Italia, si comporta in maniera da pezzente e nemmeno paga la cauzione di 9000 Euro, una goccia nel mare dei fondi di un paese che si dice industrializzato ma che si comporta da sottosviluppato. La Spagna mostra la durezza con lo straniero, l’Italia mostra la debolezza per il proprio concittadino.
A questo punto è legittimo chiedersi: quanto vale la vita di un italiano per il proprio governo (Simone ha addirittura un tumore)?
E perché l’Italia e gli italiani lasciano che fatti come questi accadano senza far niente? Attenzione, mio caro lettore, perché ciò domani potrebbe accadere a te.

Articolo scritto il 22 Novembre 2007

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