mercoledì 31 dicembre 2008

Internet: il giornalista protagonista dell’ informazione

“Mio caro Max tu parli di internet e notizie, perche’ non chiarisci chi vince e chi perde da questo cambiamento che sta avvenendo nel mondo dell’informazione?” mi chiede il mio lettore da Tucson, Arizona, USA.
Devo dire che da quando ho cominciato a scrivere sul mondo dell’editoria e dell’informazione in generale l’attenzione a cio’ che scrivo e’ aumentata vertiginosamente. Ricevo continuamente richieste di chiarimenti a riguardo.
Se non fosse per il lavoro (pagato) che svolgo per APK, la ong di assistenza degli italiani del Nord Est del Brasile (apk.salvador@yahoo.com.br) , non riuscirei a sopravvivere perche’ il lavoro di giornalista e quello di rispondere alle emails dei lettori e’ quasi non remunerato.
Ma voglio rispondere alla domanda del mio lettore italo-americano perche’ riguarda un punto essenziale del giornalismo attuale.
Internet ha per sempre cambiato i rapporti di forza all’interno del mondo dell’informazione con uno shift (spostamento) epocale del focus dal giornale al giornalista. Mi spiego.
In passato un giornalista che chiamava una persona per raccogliere notizie o per una intervista si qualificava dicendo ad esempio: “ Lavoro per il Corriere della Sera, per la Repubblica”. Oggi no.
Quando chiamo per raccogliere informazioni dico: “Sono Max Bono, giornalista”.
Il cambiamento e’ abissale e si spiega con un altro cambiamento altrettanto importante che e’ avvenuto nel mondo dell’informazione. Oggigiorno i giornali come veicoli di informazione sono inutili. La pura notizia, cio’ che e’ accaduto nel luogo X all’ora Y, e’ di dominio pubblico grazie ad internet. Chiunque puo’ sapere le notizie in tempo reale senza problema.
E’ finita l’epoca in cui solo il giorno dopo, leggendo il giornale, si conosceva cio’ che era accaduto. Cio’ era gia’ cambiato con l’avvento della tv ma internet ha mutato cio’ in maniera radicale. In pratica i giornali cartacei hanno gia’ cambiato la loro funzione. Come veicoli di informazione sono inutili, persino dannosi perche’ possono indurre ad errori di informazione. L’unico valore aggiunto di un giornale e’ nel commento che danno alla notizia, non nella notizia in se’.
Ma (ovvio) il commento deve essere di qualita’ perche’ altrimenti anch’esso e’ inutile. Percio’ il giornale (tanto fisico quanto on-line) ha disperatamente bisogno di giornalisti che scrivano commenti di qualita’. Giornalisti- analisti che vedano al di la’ della notizia per interpretare e vedere cio’ che essa comporta per il futuro di tutti noi.
Il lettore compra il giornale per questo, per avere un valore aggiunto alla notizia in se’, che puo’ avere gratis da internet. Si tratta pertanto di un cambiamento abissale che colloca il giornalista commentatore al centro del mondo dell’informazione. Il giornale ha perso per sempre la sua centralita’ nel mondo dell’informazione, sostituito dal giornalista. Il preistorico mondo dell’editoria italiana non ha ancora capito cio’ e questo spiega perche’ molti giornali stanno affondando nelle vendite. E’ pero’ vero che l’intero modello di business dell’informazione e’ cambiato.
Il giornalista commentatore ha tuttavia ancora molta difficolta’ ad emergere e per questo deve svolgere un secondo lavoro, specie se non appartiene alla “casta” del mondo dell’informazione del passato. L’editoria italiana per decenni e’ vissuta sulle notizie “pilotate” e si rifiuta disperatamente di accettare il cambiamento imposto dal mondo di internet. Ovvio, non ci riuscira’, ma sicuramente sta ritardando il cambiamento.
Parlando di cambiamenti, molti mi chiedono ad esempio perche’ scrivo per vari giornali on-line piuttosto che per quelli “fisici”. Beh, la spiegazione e’ la seguente. Il tempo medio tra scrivere l’articolo e la sua pubblicazione on-line e’ di un giorno mentre sui giornali “fisici” (che in piu’ vogliono l’esclusiva) e’ di 3 – 4 giorni. In pratica quando pubblicato sul giornale cartaceo il mio articolo e’ gia vecchio.
Francamente preferisco la diffusione on-line, anche se quasi non remunerata, ma libera rispetto a quella cartacea, mal pagata, che esce con grande ritardo, con “direttive” su come scrivere e che scrivere.
Tanto, penso, il giornalista commentatore on-line e’ il futuro anzi il presente e nel frattempo continuo, per il mio sostentamento, a lavorare per APK.

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