La condizione di detenuto italiano all’estero e’ veramente misera.
Italiani incarcerati, dimenticati, sepolti vivi.
Il nostro governo non fa niente. Li lascia marcire in galera, all’estero.
Lê famiglie disperate, mandano emails dappertutto. Politici a volte intervengono ma sono impotenti.
Completo disinteresse del pubblico italiano. Veramente interessante questo disinteresse. Siamo veramente egoisti noi italiani. Fino a quando non ci succede niente ce ne freghiamo. Quando poi ci succede scopriamo il dramma. Il vero e próprio seqüestro di persona. Senza diritti. A volte senza neanche la possibilita’ di vedere i nostri cari.
Senza aver diritto al patrocínio gratuito, dovendo spendere somme enormi per pagare gli avvocati. Piu’ lê somme per pagare la cauzione per uscire di prigione. A volte enorme come nel caso del povero Simone Righi.
Il problema e’ veramente drammatico. Circa 3000 italiani sono in cárcere all’estero a volte in condizioni veramente disumane, avolte addirittura contraendo terribili malattie in prigione come l’epatite.
Ma cosa si puo’ fare per risolvere questo problema visto che l’inazione del nostro governo corrisponde a una e própria política di disinteresse verso la categoria di detenuto ed in generale di italiano all’estero?
La soluzione sembra essere l’única che veramente puo’ far sentire al governo straniero il dovere di rispettare i diritti dell’italiano che si trova nel suo paese: l’embargo turístico.
In sostanza bisognerebbe promuovere uma vera e própria black list delle citta’ e dei paesi che hanno detenuti italiani nel loro paese, disponibile su internet. In questo modo chiunque potrebbe consultare quella lista e capire se e’ salutare o no andare in quel paese e quella citta’ dove l’italaino e’ stato arrestato.
Colpire economicamente la citta’ ed il turismo italiano nel luogo dove alcuni italiani sono arrestati e’ uma buona opzione per evitare che cio’ si ripeta.
Bisogna essere realisti. Cio’ non garantisce automaticamente che questi tristi eventi si ripetano. Tuttavia puo’ per lo meno aumentare la probabilita’ del trasferimento in Itália del detenuto italiano all’estero, per eliminare il próprio nome dalla black list e inibire il flusso turistico nella própria citta’. Molto spesso gli italiani che sono incarcerati in condizioni disumane si trovano in luoghi che si basano molto sul turismo per sopravvivere e che quindi, proporzionalmente al flusso turístico, sarebbero grandemente danneggiati da uma riduzione del turismo.
Se poi questa lista e web site non fossero solo italiani ma europei la probabilita’ di um trattamento umano in cárcere e del trasferimento sarebbe ancora maggiore.
Si tratta di uma battaglia di diritti civili e umani. Differenze di colore político dovrebbero essere superate per il comune fine di liberare o trasferire i nostri compatrioti.
Si tratta di uma iniziativa che dovrebbe figurare nei siti di tutti i dipartimenti turistici nazionali, regionali e comunali. Tutti dovrebbero conoscere lê citta’ sulla black list.
Meglio ancora, lê citta’ straniere dovrebbero sapere che se colpiscono um italiano finiscono su questa black list.
Molto modestemente mi permetto di suggerire la prima citta’ da collocare sulla black list:
Cadice, Spagna, teatro del trattamento disumano riservato a Simone Righi.
Se il nostro governo non ci aiuta aiutiamoci da soli.
Per evitare che il nostro prossimo luogo di vacanza sia nella black list senza che noi lo sappiamo.
Scritto nel novembre 2007 ma dopo quasi 20 anni drammaticamente attuale.