“Voglio vivere come un locale, come un brasiliano” mi dice il mio amico che mi visita dall’ Italia. “Sei sicuro?” dico io, che vivo come un locale qui in Brasile. Eh si’ perchè vivere come un locale è dura, veramente dura, specialmente per un italiano. Perchè? Perchè hai tutti gli svantaggi di essere un brasiliano e quelli di essere un italiano. I primi si riassumono nelle qualifiche professionali, che in Italia dovrebbero essere un vantaggio e qui in Brasilesono un handicap.
Si’, perchè sei troppo qualificato tu italiano e quindi (specie nel Nord Est del Brasile) non ti offrono mai un lavoro dove il tuo capo non ha nemmeno un decimo delle tue qualifiche e guadagna un decimo di quanto guadagnavi tu in Italia.
Perchè allora non sei tornato in Italia? Facile a dire ma difficile a farsi, specie quando nel tuo cv ci sono anni in Brasile che interrompono una splendida carriera. Ma forse tornero’, perchè una cosa è stare all’ estero in vacanza un ‘altra è viverci ed il Brasile in questo è completamente diverso da quelle della cartolina quando ci vivi.
Ah, dimenticavo, gli svantaggi di essere italiano. Si riassumono in questi: tutti (o quasi) qui pensano che sei milionario e quindi un pollo da spennare, sempre. Di conseguenza i prezzi per te sono il doppio o il triplo di quelli per un brasiliano. Appena apri la bocca i venditori dei negozi ti sorridono e ti corteggiano. Poi quando sei alla cassa scopri il perchè: il conto.
Senza parlare dell’ “assedio” nelle strade, nelle spiaggie da parte di mendicanti e di persone interessate. Nella spiaggia del Porto da Barra a Salvador gli italiani di mezza età, con la pancetta e l’avanzata calvizie scoprono che poi in fondo non sono cosi’ sovrappeso ne’ poco attraenti come erano considerati quando vivevano in Italia. Li’ a stento raccattavano sguardi di occhialute bruttone. Qui splendide ragazze dalle curve vertiginose sono li’ a guardarli con occhiate ammalianti che fanno volare l’autostima. E poi, inutile dettaglio, il conto al ristorante o all’ albergo o al negozio quando le portano per qualche regalino.
Ma torniamo a “vivere come un locale”. Sono 20 minuti che aspetto in piedi l’autobus che non arriva, con un vento terribile che mi scompiglia i capelli. Non quella brezza del mare che ti fa sentire meglio ma un vento selvaggio che viene dal mare e che annuncia burrasca. Da tutte le parti locali camminano con cose pesanti in mano, che caricano personalmente perchè pochissimi hanno l’auto. Se stai male l’ospedale pubblico assomiglia ad un lager.
La scuola pubblica inutile parlarne perchè è come un punto di smercio di droga. Hai il coraggio di portare i tuoi figli li’? E allora giu’ a spendere 400 reais per la scuola privata, che diventano 800 ( quasi 350 euro) per due figli. E quando è economica, perchè quella cara costa il doppio.
E allora mi torna alla mente la domanda che ho fatto all’ inizio al mio amico: “Ma sei sicuro che vuoi vivere come un locale?”