mercoledì 26 marzo 2008

Vittoria alle elezioni in Sudamerica: dateci la carne

Vittoria sicura di Pallaro e dell’associazionismo. Seggio gia’ prenotato al Parlamento. Nessuna chance per gli avversari. Macche’. Tutto besteira (balle). Dateci la carne e vincerete lê prossime elezioni italiane in Sudamerica.

Benvenuti nel mondo degli ítalo-sudamericani, um mondo di gente che corre, che há mille problemi, che deve affrontare uma dura realta’ che se ne frega delle vane parole e promesse dei politici, tanto locali quanto italiani.
A noi ítalo-argentini non ci importa se Pallaro, la destra o la sinistra vincera’ lê elezioni italiane. Abbiamo fame, vogliamo la carne e chi ce la dara’ vincera’ lê elezioni. Ma lo volete capire o no? Non sprecate soldi in campagne elettorali mastodontiche e inutili, fateci arrivare sul tavolo la nostra bistecca ai ferri e vi voteremo. Chi ci analizza non sa che noi non siamo fossilizzati come si crede, ma siamo dinamici e recettivi nei confronti di chi risolve i nostri problemi.
Non capite? Facciamo um passo indietro.

L’Argentina, il paese chiave per vincere lê elezioni al Parlamento italiano in Sudamerica, sta attraversando uma crisi storica. Non c’e’piu’ carne. Il braccio di ferro tra Cristina Kirchner e i piccoli e medi produttori rurali per l’aumento delle tasse alle esportazioni del settore agro-pecuario há messo in ginocchio il paese. E, cosa ancora piu’ paradossale, lo stato world-famous per la sua carne non ne há piu’. Sulla tavola argentina falta, falta (manca)!!!!!!!!!! gridiamo tutti i giorni alle nostre mogli che vanno dal macellaio come in uma via crucis, senza trovarla.

La miopia degli analisti politici italiani in Sudamerica e’ anche questa: vedere la realta’ ítalo-sudamericana da Roma, cristallizzata, congelata, quando e’ il contrario.
Gli elogi e lê analisi positive si sprecano per l’asssociazionismo e Pallaro quando poi non e’ cosi’. I politici italiani candidati al Parlamento che aiutassero a sbloccare lo stallo in cui versa l’Argentina in relazione allá distribuzione della carne avrebbero sicuramente um dividendo político cosi’ grande che potrebbero avvantaggiarli di gran lunga per vincere lê elezioni. Ma allora perche’ non lo fanno? Perche’ non capiscono che risolvere questo piccolo dettaglio pratico della vita di tutti giorni degli ítalo argentini potrebbe essere la chiave per vincere pittosto che perdere tempo in vacue promesse?

La risposta a questa innocente domanda e’ semplice: non sono solo gli analisti politici ad avere uma visione errata della realta’ ítalo-sudamericana ma anche i nostri politici. Anche loro (vedi la loro eta’ stantia a confermare cio’) hanno uma visione ultrapassata della realta’ di noi ítalo-sudamericani e continuano a trattarci in maniera ântica.
Continuano a pensare “Il potere logora chi non ce l’há” come diceva il Vecchio Andreotti, quando ormai i tempi sono cambiati e oggi la regloa e’ “Il potere logora chi ce l’há e non fa niente”.

E allora qual’e’ la soluzione? Fate qualcosa, dateci la nostra carne

http://www.legnostorto.com/index.php?option=com_content&task=view&id=21301

http://liberaliperisraele.go.ilcannocchiale.it/post/1843980.html

http://messaggero.leonardo.it/blog/vittoria_alle_elezioni_in_sudamerica_dateci_la_carne.html

giovedì 6 marzo 2008

La giornata di un italiano in Sudamerica

“Ma la smetti di scrivere cose che non servono a niente? Il bambino há il pannolino pieno e tu la’ a scrivere sugli italiani all’estero invece di aiutarmi” grida mia moglie dall’ altra stanza.
Benvenuti nel mondo degli italiani all’estero in Sudamerica. Pensavate che stiamo tutti sulla spiaggia circondati di splendide donne com drinks da sogno in mano?
Vi sbagliate siamo ingoiati dalla vita quotidiana che ci sbatte da um posto all’altro in autobus affollati, ad ospedali da incubo, a masse che nelle strade reclamano per lê cose basiche come un educazione che sia in aule e non in tuguri senza luce.
Pensare che in questa confusione, com un caldo bóia che ci soffoca, noi ítalo-sudamericani possiamo svolgere attivita’ política e difendere i diritti italici e’ um sogno.
Qua l’Italia e’ solo un punto su uma mappa geográfica e a Buenos Aires come a Lima a são Paolo come a Caracas siamo tutti piu’ o meno uguali. Corriamo a destra e manca per raggranellare uma miséria che ci permetta di vivere.
Ma forse mia moglie há ragione: e’ inutile scrivere sulle prossime elezioni ítalo-sudamericane. Tanto non cambiera’ niente. Ci sono i soliti noti, vecchioni che sfiorano il centenário com lê potentissime lobbies che ci elemosinano centesimi e promettono milioni. Ci sono i soliti patron dei patronati che ora vanno tutti in Argentina a chiedere voti. E próprio li’ c’e’ qualche vecchione eletto in passato che sembra dire: “gli oltre ottantamila voti sono miei, del mio associazionismo. Dio me li há dati e guai a chi me li tocca”. Come se i voti fossero proprieta’ privata, come se gli ítalo-argentini fossero fossilizzati, non sapessero usare il cervello.
Ma lo sapevate che l’Argentina e’ sicuramente uno dei paesi piu’ brillanti in Sudamerica, con teste d’uovo che l’Italia dovrebbe invidiare? (a Harvard ed in altre top universita’ americane i dipartimenti di economia e finanza sono pieni di argentini com borse di studio integrali ad esempio).
Perche’ i fossili dovrebbero essere concentrati solo tra gli ítalo-argentini e votare sempre i vecchioni o quelli dei patronati? A questo riguardo la magnífica Porta e’ gia’ tra voi fratelli argentini, attenti.
E si’ perche’ in questa confusione sudamericana noi ítalo-sudamericani ci sentiamo um po’ tutti fratelli, non há importanza se stiamo a Caracas o a Buenos Aires.

E mentre che sto cercando di scrivere il mio prossimo articolo sulle elezioni in sudamerica mio figlio mi chiede: “Papa’ tu dici sempre che noi italiani in sudamerica ci sentiamo abbandonati, che i nostri rappresentanti in Parlamento non fanno niente per noi, che noi stessi non manteniamo contatti com l’Italia”.
Ma se questo e’ vero perche’ votiamo sempre gli stessi, quelli che non fanno niente per noi?

E improvvisamente, in questo caos sudamericano, rimango improvvisamente a bocca aperta.
Che volete che risponda allá você dell’innocenza?

http://liberaliperisraele.ilcannocchiale.it/post/1817221.html

http://messaggero.leonardo.it/blog/la_giornata_di_un_italiano_in_sudamerica.html

http://www.italianosdargentina.com.ar/index.php?IdNot=14717

http://www.lagazzettadelsudafrica.net/Articoli/2008/Marzo/Art_070308_9.html

martedì 4 marzo 2008

Candidature italiane in Sudamerica

“Quello la’ non ha speranze”, grida il nonnetto al circolo degli italiani di sao Paolo, Brasile. “Non avete capito, lê candidature qui in sud américa sono decise cosi’: argentino, pieno di soldi, con buoni appoggi a Roma, e vecchio, vecchissimo. Al massimo l’eccezione e’ di essere il patron del patronato: vedi i candidati, sono quasi tutti dirigenti dei patronati italiani in Sudamerica”.

Ma questo e’ uno scandalo: e la regola dell’incompatibilita’ di candidature pubbliche per persone in conflitto di interesse?, grida uno dal fondo.

Ma di che cianci? Se cosi’ fosse tutti i candidati dei patronati non potrebbero essere eletti e al parlamento si avrebbero rappresentanti completamente diversi degli italiani all’estero, dice un’altro.
Si hai ragione, dice uno col naso aquilino che tradisce lê origini italiche, ma ci dovrebbe essere uma obbligazione morale a non essere candidati, altrimenti e’ come giocare con lê carte truccate. E’ come se il presidente o direttori dell’INPS si candidasse allá câmera o al Senato nelle liste dei partiti dei pensionati (che esistevano nel passato).
Infatti qui in sudamerica i patronati sono considerati come agenzie dell’INPS di erogazione delle pensioni o dei consolati per rilasciare lê carte per la cittadinanza.

Ma questa e’ proprio una vergogna, grida um gigante dal fondo, ma quelli dei patronati sono pagati per fare il próprio lavoro, non dovrebbero approfittare.

Ma lo vedete che siete inconcludenti? Grida il tipo dal naso aquilino. Stavamo parlando dei candidati e voi sempre a parlare dei patronati.

Il nonnetto torna ad affermare: “Ve l’ho detto. Argentino perche’ la maggior parte degli elettori in Sudamerica vivono la’. Pieno di soldi perche’ altrimenti non possono pagar ela campagna elettorale, contattare tutti gli elettori per posta. I furboni del passato che hanno approfittato di modi poco puliti sono sotto inchiesta (e pure condidati).

Buoni appoggi a Roma altrimenti non ottengono la candidatura. Vecchio perche’ qui in sudamerica si pensa che noi italiani all’estero siamo burri (termine portoghese per stupidi) e che votiamo solo gli ultrasettanticinquenni, gente che chissa’ se arrivera’ a fine mandato (e non per colpa della legislatura corta come quella del passato).

Ma il cambiamento promesso daí nostri politici nostrani? Grida il bambino innocente in prima fila.

Ed improvvisamente il vociare , l’accanito battibecco, lê urla dal fondo, tutto tace.
E uma grossa, fragorosa risata si alza dall’italica folla.

http://www.italianosdargentina.com.ar/index.php?IdNot=14669

http://www.legnostorto.com/index.php?option=com_content&task=view&id=21060

http://liberaliperisraele.ilcannocchiale.it/post/1814179.html

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