sabato 17 ottobre 2015

Pensionati italiani all’ estero: razza in estinzione?

29 settembre 2015 Titolo della Repubblica: “il presidente dell'Inps, Tito Boeri: Freno alle pensioni italiane all’ estero. “
I titoloni su questo e altri giornali italiani scatenano il panico nei pensionati italiani all’ estero e mi sommergono di emails con richieste di spiegazioni su cosa queste dichiarazioni significano.
Come coordinatore mondiale di Cicero, il piu’ grande gruppo di italiani all’estero al mondo, Cicero ha grande esperienza di pensioni italiane erogate all’estero e l’INPS in passato ha aiutato sul serio pensionati italiani all’ estero.

Pertanto lungi da me l’idea di un approccio persecutorio dell’INPS verso gli italiani all’estero. Al contrario il presidente Boeri pone un problema serio: l’esodo degli italiani all’ estero specie dei nuovi pensionati italiani all’ estero che sono aumentati del 109% dal 2010.
In piu’ l’ INPS eroga circa 400.000 trattamenti pensionistici all’ estero. Da qui il trattamento definito “strano” dal presidente Boerio:
"Continuiamo a pagare ogni anno 200 milioni di euro di prestazioni assistenziali a pensionati che vivono in altri Paesi e che magari hanno un'assistenza di base.”.
Affermazione veritiera per i pensionati italiani che vivono in paesi europei o del Nord america. Ma meno vera per coloro che vivono in America Latina dove definire l’assistenza fornita dal settore pubblico “di base” e’ sicuramente un eufemismo.
Chiedetelo ad esempio ai pensionati residenti nel Nord Est del Brasile che fanno delle file spaventose al SUS brasiliano (sistema unico di salute) e che ricevono trattamenti (quando li ricevono) che fanno letteralmente paura. Assistenza di base? Me che e’ qualcosa che si mangia? Mi chiede Franco che ha una gamba che non funziona e che non riceve un centesimo a Salvador de Bahia ne’ dal governo brasiliano ne’ da quello italiano pur essendo un pensionato italiano all’ estero.
L’argomento del presidente dell’INPS e’ giusto. Ci sono immigrati che fanno "un regalo consistente" all'Italia poichè molti versano contributi previdenziali senza ricevere alcuna pensione”. Una situazione ingiusta da sanare.
Ma questo non vuol dire ridurre la pensione agli italiani pensionati all’ estero.
In realta’ il problema dell’esodo dei pensionati italaini all’ estero e’ politico.
In Italia i trattamenti fiscali sono eccessivi. Lo stato sociale e’ l’ombra di se stesso. Si taglia tutto.
E’ ovvio che la cosa piu’ ragionevole per un pensionato e’ andare all’estero dove la vita puo’ essere piu’ leggera e meno stressante.
Ma questo non significa che si devono usare strumenti punitivi verso questi pensionati che decidono liberamente di vivere all’estero. Magari riducendogli la pensione.
Se si volesse recuperare la spesa complessiva dei pensionati italiani all’ estero che supera il miliardo di euro si dovrebbero cambiare le condizioni di questo paese. Non piu’ competitive.
In fondo i pensionati sono come clienti di un hotel che si chiama Italia.
Se l’hotel non li soddisfa possono cambiarlo con un altro che offre condizioni migliori.
E’ assurdo dire al cliente che non puo’ cambiare hotel per via del fatto che i suoi soldi derivano dalla sua permanenza passata nell’hotel dove ha lavorato tutta la vita. E allora?

dice il pensionato italiano all’estero. I soldi sono miei e li spendo dove mi pare. Non e’ che per questo l’hotel non gli da quanto gli spetta.
Se veramente si volesse frenare l’esodo bisognerebbe migliorare la situazione di questo paese tribolato che si chiama Italia.
Gli immigrati (altri nuovi clienti dell’hotel) hanno tutto il diritto di reclamare la pensione sulla base dei contributi che pagano. Ma non e’ che per questo si penalizzano i vecchi clienti dell’hotel Italia.
Se volete che restiamo siate piu’ competitivi sembrano dire i pensionati. E la risposta sembra essere: Se ve ne andate vi tagliamo la pensione.
Una manovra alla Renzi come quella dell’introduzione dello ius soli.
Ma sai che? dice il mio amico di Sao Paulo. “Querem acabar com os italianos no exterior” vogliono farla finita con gli italiani all’ estero la traduzione.
E forse tra qualche annoi pensionati italiani all’estero potrebbero divenire una razza in estinzione.

giovedì 15 ottobre 2015

Chi sono i veri italiani?

24 Luglio 2008. Max Bono scriveva: ““Fratelli d’Italia, l’Italia s’e’ desta”, grida mio figlio quando passeggia com me in strada. Há solo 2 anni e qualche mese, non parla bene e’ nato in Brasile ma e’ italiano al 100%. Gli piace cantare l’inno nazionale, non conosce neanche il paese d’origine ma e’ fiero di essere italiano. Quanti di noi in Itália e all’estero siamo come lui? Pochi, molto pochi se vediamo cosa succede nelle cronache italiane e non.”


13 Ottobre 2015. Sì dell'Aula della Camera dei Deputati alla nuova legge sulla cittadinanza. Il testo, approvato con 310 sì, 66 no e 83 astenuti, passa al Senato.
Di fatto e’ il primo passo verso lo ius soli e l’abbandono dello ius sanguinis. Cioe’ e’ cittadino chi nasce in Italia e non chi e’ di origine italiana.

Qual’e’ la connessione tra le due cose? vi chiederete miei cari lettori.

Se il testo approvato dalla Camera fosse legge mio figlio potrebbe non sarebbe italiano, in base al principio dello ius soli. Una cosa semplicemente assurda ma dovuta al fatto che e’ nato in Brasile.
Cosi’ come non sarebbero italiani Ungaretti, Gentile e tantissimi altri italiani nati all’estero ma che hanno dato grande lustro all’Italia.

Ma allora qual’e’ la soluzione giusta da adottare in materia di cittadinanza?
Per chi, come il sottoscritto, ha visto di tutto e di piu’ in America Latina in materia di cittadinanza italiana, il punto e’ abbastanza controverso.

E’ un fatto che tantissimi italiani oriundi chiedono la cittadinanza italiana senza sapere niente dell’Italia. Ne’ la lingua, ne’ le tradizioni a volte neanche bene dove si trovi geograficamente in Europa.

Una fila mostruosa di persone e’ in attesa della cittadinanza italiana in Brasile e in Argentina sulla base di bisnonni venuti dall’Italia e di cui non conoscono assolutamente niente.
Ma perche’ allora direte voi vogliono la cittadinanza italiana? Perche’ il passaporto italiano permette loro di andare negli USA l’ultima meta’ agognata dei latinoamericani.
E’ questa la vera finalita’ di molti che chiedono il passaporto italiano.
D’altro canto figli di immigrati che nascono in Italia e crescono in questo paese non sono cittadini italiani ma solo di serie B per moltissimi anni. Una cosa ingiusta visto che vivono in Italia e sanno molto di piu’ di questo paese che del paese d’origine dei propri genitori stranieri.

Detto questo e’ pero’ vero che i figli degli italiani all’estero non devono perdere la loro cittadinanza italiana che deriva dall’amore che i loro genitori italiani passano loro sin dalla nascita.
Molto spesso gli italiani all’estero e i loro figli hanno una padronanza dell’italiano ed un amore per la patria superiore agli italiani d’Italia.

I figli degli italiani all’estero sono spesso persone che hanno continuato all’estero l’opera dei loro padri con spirito italiano. Hanno fatto grande il nome dell’Italia.

L’Italia deve andare fiera di loro. Non dimentichiamo che l’Italia si e’ rialzata dalla seconda guerra mondiale anche grazie alle rimesse degli emigrati e dei loro figli.

La cittadinanza non e’ una questione legale ma morale. Se ti senti legato ad un paese per le tue origini paterne o materne non ti puo’ essere eliminata solo perche’ non sei nato nel paese.
Quale potrebbe essere la soluzione allora?
Quella brasiliana. Lo ius soli con un po’ di ius sanguinis.

E’ infatti brasiliano che nasce in Brasile. ma anche chi e’ figlio di brasiliano all’estero se questi lo riconosce in consolato.
Forse dovremmo apprendere dal Brasile affinche’ i figli degli emigrati italiani e degli immigrati in Italia siano tutti italiani.