domenica 11 agosto 2013

Babado novo: la ragazza acqua e sapone della musica brasiliana

Un articolo pubblicato anni fa (22 gennaio 2006)

Siamo alla presentazione del nuovo cd del gruppo Babado Novo, il gruppo emergente piu’ famoso del Brasile. Il Cd si chiama "O diario de Claudinha" ed è il quarto del gruppo bahiano prodotto da Max Pierre con direzione musicale di Wesley Rangel.

Siamo nella splendida cornice del Museo di Arte Sacra di Salvador e da qua si vede tutta la Bahia di Todos os santos di Salvador. Un immagine idilliaca al chiaro di luna.
L’unico contrasto viene dalla mini-favela in basso dove ragazzi seminudi giocano a pallone quasi nell’ oscurità’.
Il cielo stellato e la visione dall’alto (siamo ad un’altezza di quasi 20 metri rispetto al livello del mare) incantano.
Ma, prima di descrivere lo show, vediamo un po' di background del gruppo Babado Novo, comparso da poco nel panorama musicale brasiliano ma sicuramente destinato ad avere un grande successo.

La cantante leader del gruppo, Cláudia Cristina Leite Inácio, la Claudinha del gruppo, nacque solo 25 anni fa in San Gonzalo suburbio di Rio de Janeiro. Ma la famiglia si trasferi' a Salvador de Bahia ancora piccola. La ragazzina aveva talento e comincio' presto (a soli 7 anni) a esibirsi in un gruppo musicale. Tutttavia la difficoltà di crescere e fare carriera in una città come Salvador, nonostante l' indubbio talento di Claudinha, si fece sentire. Claudinha si esibiva in bar e ristoranti come coadiuvante di vari gruppi piu' o meno famosi di Salvador. La “gavetta” nei bar di Salvador fu molto utile per Claudinha che apprese a cantare i vari stili di musica brasiliana, musica popolare, soul music e blues. Pertanto nel prosieguo della carriera Claudinha non ebbe difficoltà a diversificare il suo stile musicale fuori dal puro axè.

Solo nel 2001 (5 anni fa) il gruppo Babado Novo fu costruito intorno alla figura di Claudinha.

In quel periodo l' axè aveva cominciato la sua parabola discendente e la vena estrosa e versatile di Claudinha le permise di diversificarsi dallo stile dominante dell' axè.
Intendiamoci: il gruppo Babado Novo comincio' come gruppo axè, ma un axè differente, piu' melodico e pop.

Il nome fu deciso dall' impresario di allora del gruppo Cal Adan (che lancio' il famoso gruppo E' o Chan).

Il significato è legato allo stile nuovo del gruppo, una misto musicale (“babado”, in portoghese, è una parola usata anche per definire cio' che si dice di nuovo nell' aria, una nuova tendenza). Poichè lo stile era nuovo, il gruppo fu chiamato "Babado Novo". Inoltre una delle prime canzoni del gruppo ripeteva questo termine con la strofa: "Tá na boca do povo, babado, babado, babado novo"…

Nel 2004 con il CD Sem Vergonha il gruppo ebbe un grande successo e divento' famoso. La canzone principale "Cachorro, Safado, sem Vergonha" era una buffa canzone sullo stile donnaiolo dell' uomo della Bahia che tenta di avere successo con tutti i tipi di donne (sposate, nubili, belle, brutte, giovani, anziane) senza ritegno, come un "sem vergonha" (persona senza vergogna). Una canzone umoristica ma senza dubbio veritiera, dato il grande successo anche turistico di Salvador de Bahia e dello stile degli uomini solteropolitani.

Claudinha è spesso comparata a Ivete Sangalo ma gli stili delle due sono differenti. Ivete è una stella internazionale, con uno stile diversificato che và dall’ axe’ al soul a MPB in maniera simpatica e dinamica. Claudinha è piu’ giovane, ha comiciato da pochi anni ed ha anch’ essa uno stile diversificato, ma piu’ acqua e sapone. Tuttavia Claudinha ha tutte le carte in regola per ripetere il successo di Ivete.
Torniamo alla notte magica di Salvador de Bahia con la visone della Baia de Todos os Santos.

La piccola musa del gruppo Babado Novo, Claudinha, davvero impressiona con il suo stile ragazza acqua e sapone. Bella, bionda, canta, balla sul palco accompagnata dal gruppo.

Ma il suo stile è molto versatile, e non è solo il classico axè baciano.
Il concerto comincia con Bola de Sabao, la canzone principale dell' ultimo cd.
La musica è axe sensuale con ritmo. Claudinha accompagna la canzone con una danza simpatica. Le gambe e braccia si muovono ritmatamente e sicuramente si tratta di un successo per il pubblico adolescente di Babado Novo. Claudinha sembra Alice nel paese delle meraviglie.

Il pubblico rumoreggia eccitato.
Ma Claudinha non è solo axè. La sua voce forte canta "Nao vou te procurar" e Claudinha fa un occhiolino malizioso.
Dopo Claudinha cambia completamente stile con un classico di Gloria Gaynor "Never can say goodbye".
Il ritmo è un soul leggero che mostra un ritmo diversificato del gruppo, non sempre e solo il solito axe’ bahiano. La musica è piacevole e si sposa benissimo con la calda brezza della sera e il mare tranquillo della Bahia de Todos os Santos.
Dopo si ritorna al ritmo acqua e sapone con "A camisa e o botao". E' una canzone allegra, canta di baci sulla spiaggia nella notte bahiana in questa seducente Salvador, che è la cornice ideale per questo inno a "namorar". Canzone stile "Porto Seguro", il posto di vacanza piu' famoso del Brasile.
Claudinha è allegra, sembra una bambolina bionda che canta per la prima volta con molta naturalezza.
Ed ecco un reggae-axè cantato in inglese. Un sax caldo accompagna la musica.

E dopo un blues autentico che stupisce, con una voce forte che canta in inglese "the biggest fool is me". La bimba acqua e sapone sembra sparita e una cantante consumata canta con autorità. Il pubblico è eccitato sempre piu' battendo le mani.
Ed ecco una canzone a mezza strada tra il rap e l'axe' che canta "me deixe em paz".
Nel gran finale ritorna l'axè con un classico del gruppo che canta "Volta pra casa, diz que me ama".

Claudinha danza sensualmente, il pubblico ulula, nella notte calda la musica accompagna soavemente il ritmo e l' allegria di questa giovane e bella cantante ci contagia tutti.

Lo show finisce, la tenera brezza della notte calda ci abbraccia e la Bahia di Todos os Santos ci ricorda la felicità di vivere in questa parte del mondo dove gli stress del mondo industrializzato scompaiono davanti alla luna di Salvador.
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sabato 20 luglio 2013

9 Colonne: il soldi del contribuente nel Big Italy focus

Tempi duri per la stampa italiana all' estero. Tagli forsennati. Giornali che chiudono. Altri che diventano sempre piu' mini, anzi mini-mini.
Ma ci sono alcuni che, nell'ombra della crisi, ce la fanno anzi guadagnano e molto bene. Tutta invidia dirai tu caro lettore perche' a te di Cicero non danno niente. Forse hai ragione caro lettore.
Ma in questa calda estate romana ti voglio raccontare una storia che fa ghiacciare il sangue nelle vene a coloro che pensano che la crisi ha tagliato tutti i cordoni della borsa per la stampa italiana all' estero.

Ma andiamo con ordine.

Il 24 gennaio 2013, nel pieno dei tagli forsennati del governo Monti che
prometteva lacrime e sangue e riduceva il costume della stampa italiana all' estero ad un filo interdentale brasiliano veniva stipulato tra la Presidenza del consiglio dipartimento per l'informazione e l'editoria, il Ministero degli Affari Esteri e l'agenzia giornalistica 9 colonne un interessante contratto.

La premessa era molto interessante: Considerato che l'agenzia giornalistica 9colonne occupa sul panorama nazionale e internazionale una posizione di preminenza nel settore dell'informazione sugli italiani all' estero e le tematiche migratorie.

Permettetemi una piccola digressione. Entrando nel sito web della gloriosa agenzia 9colonne la notizia di testa (con tanto di fotografia) e': "L'ape che da il 5 " video cult sul web".
Demo ammettere che questa e' sicuramente una notizia sconvolgente nel settore dell'informazione sugli italiani all' estero e sicuramente giustifica la posizione di preminenza di 9colonne nel panorama internazionale.

Ma torniamo al contratto. la commissionaria (9colonne) si impegnava a fornire dal 1 gennaio al 31 dicembre 2013 un notiziario speciale sul sistema Italia denominato"BigItaly focus"dedicato ai comparti di eccellenza del made in Italy, etc. etc.

Tutto questo con un notiziario costituito da 5 servizi di approfondimento quotidiani dal lunedi'al venerdi in lingua italiana e inglese, notiziario disponibile sul sito dell'agenzia 9colonne.
A dire il vero abbiamo analizzato gli articoli in inglese di BigItaly focus e alcuni sembrano la esatta traduzione in inglese del comunicato stampa dell' ANSA (ad esempio quello relativo al Gama Movie Animation del luglio 19 molto simile nella prima parte al comunicato della' Ansa del 18 luglio 2013).
Interessante anche che si tratta sempre di 5 articoli come da contratto (ad eccezione di oggi all'ora di scrivere quando ce ne sono 4) e trattano di Ramazzotti, Gama, il commento di Bassanini e il contratto di Enel Green Power. Mi permetto di aggiungere che si tratta di notizie non travolgenti per gli italiani all' estero.

Ma quello che veramente colpisce nel contratto stipulato e' il compenso per 9Colonne: 170.000 euro per il servizio nell'intero anno, anche per trasmettere le dirompenti notizie di 9colonne su Iphone e Ipad e Android tutte tecnologie che gli italiani all' estero usano in maniera forsennata secondo la Presidenza del consiglio.
I soldi saranno pagati meta' dalla Presidenza del consiglio e meta' dal Ministero degli Esteri.

Facciamo due conti: 5 notizie al giorno per 365 giorni significa 1825 notizie l'anno. Al prezzo di 170.000 euro l'anno significa 93 euro per notizia. Sicuramente vista la qualita' delle notizie trasmesse, la tecnologia di punta usata e la vastissima audience dell'agenzia 9colonne si tratta di una spesa ben fatta.

Ma la domanda che mi viene alla mente e' la seguente: quando Monti e i suoi seguaci tagliavano tutto nell'area degli italiani all' estero ebbero una "particolare sensibilita' per l'agenzia di notizie di Paolo Pagliaro, il famoso giornalista di otto e mezzo di LA7.

Perche'?

Stampa italiana all' estero: Tutti siamo uguali ma alcuni sono più' uguali degli altri

Tagli, tagli tagli. Per tutti ma non per tutti. Si perché' i contributi per i quotidiani italiani editi e diffusi all'estero hanno numeri che fanno arrabbiare anche il più' calmo degli osservatori.

Perché'? mi chiederai caro lettore?

Leggi sotto i numeri pubblicati nel sito del governo.

CONTRIBUTI PER QUOTIDIANI ITALIANI EDITI E DIFFUSI ALL'ESTERO
Totale 6 milioni di euro di cui 181 mila euro (3% del totale) per la Voce d'Italia pubblicato in Venezuela.
Cio' significa che Brasile ed Argentina che hanno circa il 40% della popolazione italiana residente all' estero (secondo le stime aggiornate contando anche i non iscritti all' Aire) non ricevono un centesimo.
Al tempo stesso la Croazia (che non e' nota per avere una comunità' italiana paragonabile a quella dell' America Latina), riceve con la Voce del Popolo la bellezza di 698 mila euro o il 12% del totale dei contributi distribuiti alla stampa italiana all' estero.
Se poi consideriamo che nella classificazione del governo i giornali del Nordamerica ricevono 3.592 milioni di euro (60% del totale) ci chiediamo come sono ripartiti i soldi. Criteri politici?
Sicuramente non criteri rappresentativi delle comunità' italiane all' estero. Cifre che gridano allo scandalo.
La comunità' italiana più' grande al mondo(in sudamerica) non riceve quasi niente e gli italo-croati il 12%.

E i nostri politici eletti all' estero che fanno?
Mentre i nostri politici del Sudamerica non hanno fatto niente per noi del Sudamerica la bella senatrice Francesca La Marca ha chiesto intervento a favore del corriere Canadese al sottosegretario Legnini.

E dire che il Corriere Canadese e' posseduto da una multinazionale che guadagna con i contributi governativi. Ed in più' il Corriere canadese ha ricevuto la bellezza di 1.266 milioni di euro nel 2011 (il 21% del totale dei fondi).

Tuttavia non soddisfatta di ciò' la Multimedia Nova Corporation ha interrotto la pubblicazione del corriere Canadese perché' reputa i contributi insufficienti per il Corriere Canadese.

E come al solito ci viene in mente il vecchio detto di Gerge orwell; Tutti siamo uguali (noi italiani all' estero) ma alcuni sono più' uguali degli altri.
Max Bono

mercoledì 10 aprile 2013

Martinho da Vila, un bohemienne franco-carioca

(vecchio articolo su Martinho da Vila 20/7/2005)
Uno show eccellente di Martinho da Vila lontano da Rio de Janeiro ma nella città piu' nera del Brasile, Salvador de Bahia, terra affascinante di candomblè e di mulatte.
E Martinho sembra a suo agio nella città del Pelourinho, perchè le radici della musica nera afrobrasiliana sono le stesse, Rio o Bahia.
E lo stile di Martinho è rinnovato, rivolto al mercato internazionale, anche se Martinho suscita l' eccitazione del pubblico quando canta il samba de raia.
Alla veneranda età di 67 anni Martinho ha un' energia e un entusiasmo che pochi giovani hanno; Martinho comunica un allegria di vivere che supera il concetto di età come noi lo conosciamo.
Il suo ultimo CD, Brasilatinidade, sembra indirizzato ad un pubblico europeo, prova ne sia le canzoni internazionali inserite che costituiscono il cuore dello show.
Martinho ha avuto un grande successo all' Olympia di Parigi e in Portogallo e sembra intenzionato a sfruttare questo momento propizio per divulgare ancora di piu' in Europa la sua musica.
E in effetti la teatralità dello show è anche rappresentata dal fatto che Martinho, seduto su una panca con un tavolo e un liquore a lato, beve all'inizio dello show come si fa fuori un classico botequim carioca o un bar francese in puro stile bohemienne. E una grande e inevitabile nostalgia del tempo che fu, quando lo stile boemio dominava il mondo non ancora totalmente "capitalista", invade la sala e un calore umano riscalda l'ambiente e eccita il pubblico.
E sicuramente questo ambiente "autentico" permea la canzone Disritmia: la voce calda canta, con saudade, il ritorno dalla sbornia del bohemio, pieno di cachaça, che chiede alla sua donna di stare dal suo lato, in stile uomo "autentico". E il pubblico, predominantemente femminile, canta in coro la canzone di Martinho.
L' inizio dello show è un' omaggio alla scuola di samba del cuore, Vila Isabel, che è anche un' area di Rio dove Martinho vive.
Dopo Disritmia, l' ambiente si riscalda ancora di piu' con Que quiser meu amor jamais e tocca l' apice con Divagar divagarinho (molto lentamente). Questa è una canzone in cui Martinho duetta un po' in francese con il batterista e danza con una lentezza che riproduce ancora di piu' l' ambiente bohemio dove i passi sono lenti, l'aria è calda, la cachaça scorre nelle vene e le mulatte strizzano l'occhiolino con desiderio.
Dopo Martinho si riposa un po' e si alternano i membri del suo gruppo in canzoni solo.
Quando Martinho ritorna canta un fado portoghese e poi, in un crescendo canzoni, come Esta gostoso, està delicia, Suco de maracuja, piena di doppi sensi sensuali.
L'ambiente è un forno, l'eccitazione del pubblico è al massimo, le donne cantano le canzoni danzando e ondeggiando. E' veramente uno spettacolo nello spettacolo. Martinho canta Quando a onda passar, in riferimento alla situazione critica di Rio de Janeiro, e dedica nuovamente a Vila Isabella un' altra canzone. Vou embora (vado via) chiude lo show. Il pubblico ulula una richiesta di bis e Martinho non si fa pregare: un classico Aquarela, Mulheres (un inno alle molte donne che Martinho ha avuto nella vita) e chiude con un classico Madalena.
E' una bolgia infernale, il pubblico canta, balla e danza, le luci basse favoriscono l'atmosfera magica di Bahia dove un miscuglio di un cantante di altri tempi, un pubblico pieno di donne esaltate e uomini con un irrefrenabile desiderio di vivere una bohemia che mai piu' tornerà lascia un calore umane che pochi cantanti possono vantare di lasciare nel pubblico.
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Africa e Brasile uniti al Farol da Barra, Salvador, Bahia, Brasile

Vecchio articolo del dicembre 2005 (sempre attuale)
In una magica notte Africa e Brasile si incontrano al Farol da Barra a Salvador, la maggiore città negra del mondo al di fuori dell’ Africa, certamente la più democratica. Accade al " Festival Brasile-Africa", in occasione della festa della coscienza negra del Brasile che si celebra il 20 novembre, giorno dell’ anniversario della morte di Zumbi dos Palmares, eroe negro per eccellenza del Brasile che si ribellò alla schiavitù.
E nella notte stellata di Salvador la brezza calda che si alza dal mare riscalda gli animi e ricorda la necessità di emancipazione del popolo negro, sia brasiliano che africano. Anche i concerti sono negri, di una musica che è mescolanza di suoni brasiliani, africani, soul, jazz, latin, world eseguita da Muzenza, Male Debalé, Geronimo, Carlinhos Brown per il Brasile; Paulo Flores, Coumba Gawlo e Cesária Évora per l’Africa.

La serata comincia con i Muzenza, gruppo di musica afro-baiana, con stile simile a quello di Olodum. E' un gruppo classico di Salvador, del quartiere povero Liberdade. La musica è pura percussione, eseguita in modo assordante. Il rullio dei tamburi si impossessa del pubblico. Corpi neri, sudati e vibranti danzano nella notte magica di Salvador. La canzone più famosa di Muzenza è " Brilho de Beleza", un omaggio a Bob Marley.
E quando si alza nella notte il grido «O nego segura a cabeça com a mao e chora» (il negro afferra la testa con la mano e piange), sembra quasi che l’anima libertaria di Zumbi dos Palmares viaggi sopra la massa nera danzante.

A seguire arrivano i Male Debalè, altro gruppo afrobrasiliano storico di Salvador. Un ensemble carnevalesco creato nel 1979 nel quartiere bellissimo di Itapuà, vicino al la celebre Lagoa di Abaetè. I Male Debalè si richiamano alla celebre rivolta degli schiavi negri africani Males avvenuta nel 1835 a Salvador. Lo stile musicale dei Male Debalè è un misto di axé e afro filtrato da forti percussioni, mentre i testi delle canzoni sono più politicizzati. I costumi dei ballerini sono tipicamente africani.
I loro colori sgargianti giallo, verde, arancione e bianco danno un tocco esotico all’ atmosfera dello show. Quando i Male cantano, nel finale, «Sei não, sei não, o Malé Debale quer fazer a revolução», il pubblico si eccita e accompagna danzando.

Ma ecco che sale sul palco Mestre Lua, un simpatico percussionista di Olinda (Pernambuco), che arriva danzando scalzo. Da un enorme tamburo trae puro ritmo africaneggiante con omaggio a Xango e Ogum, divinità del candomblé. Il richiamo dell’ Africa riscalda il pubblico: alcuni spettatori giocano capoeira tra la folla. Poi il primo cantante africano della serata, Paulo Flores. Dall’ Angola porta al festival musica moderna, internazionale, molto strumentale che inizia con un ritmo un po’ jazz e un po’ africano. Poi la tensione aumenta, fino a sfociare in un sound tropicale accompagnato da un vivace coro femminile. La musica di Paulo parla di madri oltraggiate, di un' Africa sofferente, ma attraverso un ritmo allegro di un samba angolano. Dopo Flores è la volta di Dionorina, un autentico personaggio. Con le braccia aperte, un capello rastafari con treccine enormi che arrivano al pavimento, Dionorina omaggia Zumbi dos palmares con una musica reggae tropicaleggiante. Poi canta poi il brano reggae " Kaya N'gan Daya" di Gilberto Gil. Arriva Geronimo. Un personaggio a parte nello scenario baiano e brasiliano.
Con un penna dietro la nuca che ricorda il famoso omonimo indiano, il musicista è un esempio di come il talento prevalga sulla logica consumistica della musica. Senza il supporto delle case discografiche si esibisce gratis nel Pelorinho tutti i martedì notte con la sua tromba. Su di una scalinata di altri tempi del Peló il popolo di Geronimo assiste al grande show del cantante che ha un enorme successo. Lui definisce il suo stile axé, ma è un axé non commerciale, molto godibile e musicale.

Ma torniamo al Farol. Geronimo omaggia la Bahia e comincia una soave ballata che incanta nella dolce notte baiana. E’ un canto ritmato, quasi marino, ondeggiante, autentico swing baiano. E nel finale il ritmo sale con la famosa “Eu sou negão”, che canta l’arrivo dei negri in Salvador
«con tutta la loro bellezza, cultura e tradizione». Ed eccoci alla stella negra della serata: la senegalese Coumba Gawlol. Una bellissima cantante accompagnata da ballerini che danzano forsennatamente una musica ritmata. L’inizio del suo set sembra una cantilena eseguita da una voce angelica, ma più avanti è solo un crescendo frenetico. Il pubblico è eccitatissimo. La musica è fresca e trascinante. I ballerini si esibiscono in acrobazie sempre più spericolate. Coumba canta: «Senegal» e il pubblico risponde a tono. Il suo è uno stile afro con un pizzico di follia brasiliana. Tutti danzano e cantano, uniti nella notte baiana.

Lo spettacolo raggiunge il suo apice con l'arrivo del “mostro sacro”: la capovediana Cesária Évora, che coronò la sua carriera l'anno scorso con il premio Grammy per il migliore album di musica contemporanea. Dopo il ritmo forsennato di Coumba, la morna di Cesaria, 64 anni, è più lenta, una musica a mezza strada tra il fado malinconico e un ritmo tropicale più rapido.
Tuttavia il finale si rianima con una musica afrocaraibica che riscalda gli animi. La notte volge al fine. I volti trasudano stanchezza ma attendono l'arrivo di Carlinhos Brown, o se preferite Carlito Marron. Il cantante baiano, diventato ormai una stella internazionale (specialmente in Spagna), si fa aspettare. E' quasi l’una di notte di questa domenica, ma il pubblico c' è ancora ad attendere il grande musicista, accompagnato da un gruppo simpaticissimo.

Ed eccolo, Carlinhos del Candeal (quartiere di Salvador), in stile cowboy con capello lungo rasta e la sua musica un po' rock e un po' pura percussione. Baiane anziane vestite di bianco lo accompagnano con cantilene africane. Con una chitarra gialla a lingua di serpente un po' heavy-metal, Carlinhos ripropone una musica oggi molto più internazionale di un tempo, ma che conserva la sua impronta rock baiana.
Il suo primo brano è un classico composto con Marisa Monte (con cui ha militato nel gruppo Tribalistas): " Amor I love you". Il pubblico apprezza e canta insieme a lui. L’ adrenalina sale nel finale del concerto, l'eccitazione sale. La voce di Carlinhos si alza alta, le canzoni si susseguono e il concerto si chiude con un brano agitatissimo che il pubblico danza e adora: "Magalenha". Il concerto termina all'insegna della saudade afrobrasiliana nella calda notte di Salvador.


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giovedì 21 marzo 2013

Italia- Brasile; stressati prima di cominciare

Copacabana, Brasile: Max Bono ha la palla. Il campo da gioco e' segnato da dei vecchi cocchi che indicano le porte sulla spiaggia. I team che si affrontano sono completamente brasiliani eccetto per Max, l'italiano di rio.
Max corre improvvisamente e brucia sullo scatto i brasiliani, giovani ma senza molte idee. Max e' solo davanti al portiere. Ma Pedro e' al suo fianco solo davanti alla rete sguarnita. Max finta e passa la palla a Pedro.
Pedro segna. Pura allegria. Festa per l'italiano con abbracci. Vieni sempre a giocare con noi italiano.
il team si scioglie e terniamo ai nostri lavori quotidiani. Nulla di particolare ma ci siamo divertiti. E l 'italiano si e' sentito un po fratello ai brasiliani. e loro anche.

Coverciano, Firenze marzo 2013. Presentazione della partita della nazionale italiana contro il Brasile. Volti tesi, tirati. Bisogna vincere. Abbiamo fatto brutte figure in passato. Ma questa volta dobbiamo fare bello figura.
Pirlo e Buffon promettono massimo impegno. Questa volta faremo bene.
Ma chi mi impressiona e' Prandelli. Volto stanco, di chi sa che la sfida e' difficile.
L'atmosfera in sala e' tesa. Li dobbiamo mettere sotto sti' brasiliani.
I giornalisti alla conferenza stampa hanno volti seri. Alcuni mi spintonano per prendere posto. "O negozio e' serio" si direbbe in Brasile. Dobbiamo cercare di mettere sotto il ct con le nostre domande.
In quest'atmosfera tesa alzo la mano per fare la mia domanda.
Prandelli mi da la parola e chiedo con molta ingenuità': Caro ct, si tratta di un amichevole, perché' c'e' questa atmosfera tesa, dovrebbe essere una festa, in Brasile e' differente. La partita della Nazionale e' un allegria, serena. Qui no, qui sembra che sono tutti stressati prima di cominciare. Perché'?" E Prandeli risponde: "Perché' siamo italiani e noi italiani viviamo questi incontri così' con tensione. Siamo fatti così''.

Sara' caro ct. Lui sembra stanco di quest'atmosfera. Ma non sono d'accordo con quanto dice.

Gli italiani d' Italia sono così', questo e' vero. Sono molto stressati, non c'e quasi più' solidarietà' in questo paese. Si tratta di stress causato dalla paura di perdere quello che si ha. Ma si ha molto, moltissimo. L'Italia e' ricca. Non ci si faccia ingannare con questa storia della crisi. C'e' e si vede. Ma da questo a dire che siamo sul lastrico che siamo alla bancarotta ce ne corre. C'e' molta ricchezza in Italia, moltissima.

Gli italiani all' estero pero' non sono così'. Specie questi che vivono fuori d' Europa sono solidali, ti aiutano in situazioni di difficoltà', ti danno una mano. Sono più' poveri, sono in situazioni a volte precarie.
Ma danno una mano. Vivono la vita con un altro spirito. Uno spirito della serie "poveri ma belli". Sono poco stressati si vogliono bene. Non si respira un atmosfera di tensione all' estero. Anche se li' abbiamo pochissimi soldi. Si guadagna una miseria. Inutile illudersi.
Il mio suggerimento a Prandelli e' di sorridere di più'. E lui mi da un sorriso, capendo l'antifona.

Ma dubito molto che la partita di domani sarà' come quella che ho giocato a Copacabana. Gli italiani sono già' molto tesi. Dal loro lato, i brasiliani si impegnano sul serio solo contro l' argentina o nella Coppa del Mondo.

Ma se sei rilassato e allegre puoi far bene. Risultato? 2-0 per il Brasile gol o di Allegria e autogol di Stress dal lato italiano.

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