sabato 29 novembre 2014

Wilson ovvero la violenza delle adozioni internazionali

Aprile 1994. Dov'e' Wilson? si chiede con fare angosciante Giovanna Milella, la famosa giornalista televisiva della trasmissione di Rai 3 del martedì sera "Chi l'ha visto?".
La cosa e' drammatica. Un bimbo brasiliano di 13 anni adottato da una coppia lucchese e che manca da casa da 12 giorni non fa dormire una intera città', Lucca.
Finalmente Wislon Parenti si ritrova. Era stato rintracciato a Milano, dove stava facendo il lavavetri assieme ad un immigrato e accompagnato a un commissariato di polizia.
Da li' furono stati avvertiti i genitori che sono andati a prenderlo e lo hanno riabbracciato. Il perche' della fuga? "A Lucca mi annoiavo", ha detto il ragazzino.

Novembre 2014. A Camaiore e' arrestato un brasiliano di quasi 34 anni definito nella stampa "nullafacente e senza fissa dimora". Cosa faceva? Questo e' ciò che riferisce la Gazzetta di Viareggio:
"Una vera e propria scena da film dell’orrore: il malvivente, armato di una mazza da muratore, aveva frantumato il vetro anteriore lato guida e cercato di afferrare il ragazzo per farlo uscire dal veicolo. Il giovane aveva reagito e ne era nata una colluttazione, con X, secondo gli inquirenti probabilmente sotto effetto di droghe, che lo aveva colpito più volte all’addome. Proprio mentre si consumava la violenza, però e fortunatamente, una pattuglia dei carabinieri della stazione di Lido di Camaiore stava transitando sulla via."

Ma chi e' questo terribile malvivente? E' la stessa persona che 20 anni da bambino prima era fuggito a Milano perché' si annoiava a Lucca, Wilson Parenti nato in Brasile il il 16 dicembre 1979, cittadino italiano, senza fissa dimora e già noto alla polizia, in quanto pluripregiudicato. Negli ultimi anni Wilson e' stato arrestato più' volte e nel 2007 ricevette un divieto di ritorno nel comune di Camaiore, da cui era stato allontanato con foglio di via obbligatorio dal Questore di Lucca.

Ma com'e possibile che un bimbo che e' adottato con tutto l'amore del mondo da una famiglia italiana dopo 20 anni si tramuta in un violento e pericoloso pluripregiudicato?

La storia di Wilson e' un violento schiaffo in faccia al pietismo italiano e all'idea di voler aiutare i bimbi poveri portandoli in mondi diversi da dove sono nati e cresciuti.
Intendiamoci: se un bimbo fino a 3 -4 anni e' adottato internazionalmente questi che ancora non ha coscienza di dove si trova probabilmente si può' integrare bene in un altro paese.
Ma ad un eta' superiore si tratta di una violenza gratuita contro i bimbi portarli a forza in altri paesi. Forse in zone di guerra la cosa e' diversa. Ma da paesi in pace come il Brasile bisognerebbe pensarci due volte a favorire l'adozione internazionale.

Specie quando i bimbi sono adolescenti come nel caso di Wilson. A volte i processi di adozione internazionale sono molto poco trasparenti e Dio vuole come questi bimbi arrivano in Italia. Risultato: le vittime diventano carnefici come nel caso di Wilson.
Non c'e' più' "Chi l'ha visto?" per Wilson ora.

Il pietismo e' finito e Wilson e' un reietto della società' da chiudere in galera e non farlo più' uscire.
. E cosa ne e' di quel bimbo che si annoiava a Lucca? Quello che vedete nella foto sopra.

mercoledì 26 novembre 2014

Publitalia ovvero la mancanza di regole nei cartoni animati per bambini

Ore 19 Boing trasmette i cartoni animati di Doraemon. Sto assistendo mani nelle mani con i miei bimbi. Improvvisamente appare una scritta sul cartone animato. Una scritta chiaramente pubblicitaria. La cosa mi turba. Com'e' possibile ciò'? Boing e' una rete che trasmette cartoni animati per i bimbi. La cosa mi sembra surreale. Ma perché'?

Benvenuti nel mondo della "pirateria" italiana, dove le leggi sono aggirate e ignorate. La differenza con il passato e' che il capitalismo italiano non ha più' pietà' nemmeno per i bimbi, che non dovrebbero essere turbati dal mondo dei "grandi".
E invece no la pubblicità' e' assillante.

E al tempo stesso il potere pubblico e' vergognosamente latitante. Sara' il patto del Nazareno, sarà' l' "inciucio" Renzi-Berlusconi. Fatto sta che la AGcom sembra ignorare la legge che dovrebbe lei stessa applicare.

Ma facciamo un passo indietro.

Il Regolamento in materia di pubblicità radiotelevisiva e televendite, di cui alla delibera n. 538/01/CSP del 26 luglio 2001 integrato dalle modifiche apportate dalle delibere nn. 250/04/CSP, 34/05/CSP, 105/05/CSP, 132/06/CSP, 162/07/CSP e 12/08/CSP e' molto chiaro a riguardo di pubblicità' nei cartoni animati.

L' Articolo 3 recita:
Riconoscibilità del messaggio pubblicitario rispetto al resto del programma

1. La pubblicità e le televendite devono essere chiaramente riconoscibili come tali e distinguersi nettamente dal resto della programmazione attraverso l’uso di mezzi di evidente percezione, ottici nei programmi televisivi, o acustici nei programmi radiofonici, inseriti all’inizio e alla fine della pubblicità o della televendita, essendo comunque vietato diffondere messaggi pubblicitari e televendite con una potenza sonora superiore a quella ordinaria dei programmi definita in base ai parametri tecnici e alle metodologie di rilevamento determinati dall’Autorità con apposito provvedimento(1).

e soprattutto l' art. 6. I programmi per bambini di durata programmata inferiore a trenta minuti non possono essere interrotti dalla pubblicità o dalle televendite.

e 7. Salvo quanto disposto, per i lungometraggi cinematografici e i film prodotti per la televisione, dall’articolo 3, comma 3, della legge 30 aprile 1998, n.122, i programmi di cartoni animati, sia trasmessi in forma autonoma sia inseriti nei programmi per bambini, non possono essere interrotti dalla pubblicità o dalle televendite. Tale disposizione non si applica ai programmi di cartoni animati che sono chiaramente destinati, per i contenuti e l’orario di trasmissione, ad un pubblico adulto.

In due parole ciò' significa che i cartoni animati non possono essere interrotti da pubblicità'.
E cosa fa Publitalia per aggirare la legge? Fa apparire scritte sul cartone animato in corso. In questo modo la pubblicità' e' liberata. Bella cosa.
E cosa fa l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) è un'autorità italiana di regolazione e garanzia? Cosa fa Il presidente, Angelo Marcello Cardani? Niente mentre la legge e' violata in maniera così' palese.
E' interessante che la nomina del professor Angelo Marcello Cardani era stata salutata così': "Curriculum inattaccabile, esperto in economia che punterà su mercato e libera concorrenza. Ecco la risposta del Governo alla spartizione delle poltrone del Garante." Ma sembra che poi non sia proprio così' all'atto pratico.

Possibile che ciò' accade senza alcuna reazione del popolo italiano? Ma questi sembra ibernato nella sua passività'. E così' Publitalia, ma non solo lei continua a immettere messaggi pubblicitari nella programmazione dei nostri bimbi.

E così' mentre assistiamo la Tv con ciò' che più' caro abbiamo al mondo assistiamo ad una violazione dei diritti dell'infanzia in TV.

Plinio, l’ipocrisia italiana in Brasile

Sapevate che il rappresentante del partito del primo ministro Prodi nel Brasile Plínio Sarti esattamente 10 anni fa era stato esonerato dal Ministro brasiliano del Lavoro per um caso di immigrazioni irregolari nel Brasile?

Ma come e’ possibile che il presidente Prodi non há fatto controllare che il rappresentante del piu’ grande paese italiano al mondo fuori d’ Itália, il Brasile appunto, non abbia um profilo “immacolato”?

Tutto comincia piu’ di 10 anni fa quando la polizia di San Paolo registra um flusso in aumento di immigrati nel Brasile, in particolare di origine cinese. Dal 1994 al 1995 il numero di cinesi entrati nel paese piu’ che triplico’ da 175 unita’ a 621, mentre il numero di visti permanenti aumento’ da 3.848 a 5.365. Dietro questo grande aumento nella concessione di visti c’era uno schema legato ad um intermediário , Pedro Lindolfo Sarlo, che si dice riceveva bem $ 15,000 per processo.
Questo enorme aumento di concessione di visti permanenti veniva regolarmente autorizzato e firmato da um italiano che lavorava come segretario per lê Relazioni di Lavoro dell’allora ministro del Lavoro, Paulo Paiva: Plínio Sarti.

Il 23 di settembre 1997 il Diário Oficial da União (la Gazzetta ufficiale brasiliana) pubblicava l’esonerazione dall’incaricio di Plínio Sarti “a pedido” (su richiesta) del próprio ministro Paiva. L’ufficio di Coordinazione dell’Immigrazione, di competenza del sarti, autorizzava lê immigrazioni sospette ed il ministro Paiva, sollevando dall’incarico Sarti, elimino’ il problema.
Lo stesso Almir Pazzianotto, ex-giudice del Tribunale superiore del Lavoro, che indico’ Sarti per l’incarico di segretario del Ministero del Lavoro, dichiaro’ allá stampa: “Commetti l’imprudenza,sollecitato per il ministro Paiva, di indicare Plínio Sarti per l’incarico”.
Interessante e’ la spiegazione che l’allora ministro da’ dell’esonerazione. “Si tratto’ di uma questione ética”dichiara Paiva. In quanto Sarti promette’ di dimettersi dopo aver frequentato um corso di 15 giorni a Bologna dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro. Tuttavia prima di partire per il viaggio a Bologna Sarti contatto’ um gruppo di parlamentari perche’ facessero pressioni sul ministro Paiva per non farlo dimettere. La pressione ebbe l’effetto opposto e Paiva esonero’ Sarti per “etica, vedi comportamento sleale”.

Questi i fatti relatati anche nella stampa brasiliana, che quindi non sono um segreto per nessuno in Brasile. Sembra lo siano per l’Italia.
Lungi da voler esprimere giudizi su questa questione, vale la pena risaltare che ragioni di opportunita’ dovrebbero evitare di avere persone coinvolte in scandali in posizioni di responsabilita’ quali quelle di rappresentare il Presidente del consiglio in una circoscrizione e um paese cosi’ importante come il Brasile.

Articolo del 26 settembre 2007

lunedì 24 novembre 2014

EDO, IL CAMERATA CHE APPOGGIA PRODI

Asmara, Eritrea 1948. Il caldo era asfissiante. In via Armando Diaz, nella stanza presa in affitto all'interno di un cortile nel quartiere di Gaggiret, proprio di fronte alle officine ufficiali dell'Alfa Romeo automobili, i cinque ragazzini del terzo anno di Ragioneria si sentivano dei piccoli carbonari. Ugo Rizza, Ugo Macaluso, Giovanni Cinnirella, Sergio Casabona ed Eduardo (Edo nome di Battaglia) Pollastri, pur con caratteri ed estrazione sociale cosi’ diversi, avevano uma cosa che li accomunava tutti: l’amore per il fascismo e l’MSI.

Giovanni Cinnirella, uno dei leader del gruppo, racconta: “In quegl'anni in Eritrea fare politica di destra era reato per le leggi dell'inglese occupante, in Asmara ufficialmente operavano il PCI e la DC, unici partiti autorizzati, con appropriate sedi ed adepti, ad operare alla luce del sole. Per contro a chi aveva le nostre idee mancava lo spazio per esprimerle o almeno dibatterle. Noi 5 ci scambiavamo opinioni o notizie in classe oppure qualche volta in casa di Pollastri, la cui famiglia era molto tollerante alla nostra invasione.”

“Una mattina in classe Pollastri arrivò con la grande novità, era l'ora di costituire la frangia giovanile del MSI, il pomeriggio precedente era stato convocato dal Comm. Torriani e dall'ing Checchi ed invitato ad operare perché si costituisse un partito segreto che avrebbe potuto un giorno operare alla luce del sole tenendo conto che l'Italia non aveva perso le speranze di tornare in Eritrea anche se solo come amministratrice fiduciaria per alcuni anni.”

Fu quindi deciso di affittare il famoso appartamento di Via Diaz in cui si accedeva “dopo aver attraversato il buio cortile uno alla volta”, con vicine “donne dedite alla prostituzione”.

Uno degli eventi del circolo fu il duro picchetto fuori della scuola, l'Istituto Vittorio Bottego, in puro stile fascista. Di nuovo Cinnirella “dopo una breve consultazione tra noi organizzammo uno sciopero generale, il primo in tutta la storia delle scuole italiane in Eritrea. Bloccando i cancelli e coadiuvati da alcuni alunni della classe superiore alla nostra, impedimmo l'ingresso nelle aule. Un certo De Beni e il nostro Pollastri arringarono gli studenti spiegando loro il perché ed il percome di quel gesto.”

Il camerata Edo era tra i piu’ accesi leader del gruppo neofascista.

Silvano Narrante, sempre del circolo Visintini, racconta: “Ai ricordi circa lo sciopero e relativa manifestazione studentesca di protesta in seguito al famigerato accordo "Bevin-Sforza" dove l'Italia rinunciava a tutti i diritti e a tutte le pretese sulle ex colonie, ricordo anche le manifestazioni e baruffe contro gli Inglesi quando si doveva decidere sulla sorte di Trieste che purtroppo, ci costò la cessione dell'Istria al Maresciallo Tito.
In un periodo in cui gli Italiani erano scarsamente rappresentati e difesi dalle autorità Italiane, ormai latitanti, grazie al nostro Gruppo Giovanile, rimase intatto, in tutti noi, quello di spirito di Italianità”.


Ugo Rizza, um’ altro asmarino doc, racconta: “I protagonisti” del Visentini “sono stati moltissimi giovani ed alcuni voglio ricordarli : Il sottoscritto Ugo Rizza, Gianfranco Spadoni, Edo Pollastri, Gianni Cinnirella, Piero Tinghino, Pippo Boscarino, Luigi Ertola, Demetrio Patzimas.”

“Nei primi mesi del 1950 si concretizzò l'idea di trasformare il partito segreto in un circolo per giovani. Fu così che venne fondato il circolo giovanile Mario Visintini, l'eroe incontrastato dei cieli di Asmara, e venne aperta una sede in Viale Garibaldi a fianco del Bowling.” racconta ancora Cinnirella.

Tuttavia, lo stesso Cinnirella racconta: “Il Visintini è nato segreto e con una precisa linea politica nel 1948. Il Visintini che conoscono tutti è nato il 30 Maggio 1951 apolitico e aperto a tutti: a conti fatti almeno un migliaio di ragazzi asmarini lo ha frequentato. “

Infine, “nel 1957 a causa dei numerosi rimpatri e dell'età non più giovanile dei fondatori, le file dei soci si assottigliarono tanto da giungere alla conclusione di quella bella avventura. Il circolo fu chiuso e i preziosi cimeli, elica, gagliardetto, libri, verbali, furono consegnati al consolato italiano di Asmara”.

Il gruppo si disperse ma l’amore non e’ mãi terminato. Il 25 febbraio 2005 Gianluca Pollastri un asmarino DOC dall’ Eurocenter di Rio de Janeiro (Brasile) manda il suo messaggio agli ex del circolo: “A tutti i miei amici un abbraccio dal Brasile”.

Ma cosa succede a Edo, il brillante ragioniere di Asmara? Eduardo Pollastri diviene um brillante commercialista di Asmara, e, come recita il próprio site, “titolare per la cattedra di Ragioneria e di Economia Aziendale presso l’Università degli Studi di Asmara (Eritrea), e Presidente della Cooperativa Agricola di Agordat (sino al 1970), ente che raggruppa 54 aziende agricole operanti nel bassopiano occidentale dell’Eritrea”.

Heile Selassiè, il dittatore etíope, era famoso per intrattenere buoni rapporti com gli italiani in Eritrea per controbilanciare l’ingerenza degli inglesi.
Nel 1974 Heile Selassiè venne rovesciato da una giunta militare e Pollastri e’ costretto a cambiare aria.

Sceglie il Brasile, Sudamerica, Sao Paolo. E si lega súbito ad um gruppo finanziario importantíssimo in Itália, anche se abbastanza segreto, la Findim della famiglia Fossati.

Come citato nel sito di Pollastri ”L'attività professionale in Brasile inizia nel settembre del 1975 nella qualità di rappresentante del Gruppo Finanziario Italiano FINDIM (FINDIM - Finanziaria Industriale Immobiliare Mobiliare S.p.A) holding di varie imprese industriali alimentari tra le quali di maggior rilievo la STAR S.p.A (Italia) e la Starlux (Spagna).”

Findim è una società lussemburghese con una filiale a Massagno, in Svizzera. La Findim è la Holding che comprende realtà industriali, immobiliari, finanziarie e agricole Le Societa’ del Gruppo sono dislocate in Italia, Svizzera, Spagna, Francia, Stati Uniti, Argentina e Brasile.

L’amministratore delegato della Findim, il signor Marco Fossati, e’ per certi versi uma persona misteriosa. Risiede in Brasile, ma non si sa dove, ne’ c’e’ uma sua fotografia pubblicata. Eppure e’ il capo della seconda finanziaria italiana, com partecipazioni in Telecom Itália e in importanti banche. Molto legato allá cosiddetta finanza cattolica che fa capo allá Banca Intesa di Bazoli, allo stesso gruppo político del presidente Prodi.

La Findim gioca um ruolo decisivo in tutte lê piu’ importanti manovri finanziarie italiane, specialmente dopo la vendita del gruppo alimentare Star ad um gruppo spagnolo. La Findim Group, infatti, è la seconda finanziaria più ricca d'Italia e dispone di una liquidità stimata a circa 2 miliardi di euro, dopo la cessione dei 3 stabilimenti Star.

La Findim há uma filiale in Brasile, la Findim do Brasil, di cui il senatore Pollastri e’ ancora l’amministratore. Il 16 maggio 2007 la giunta delle elezioni e delle immunita’parlamentari del Senato há determinato la compatibilità della carica di senatore com quella di amministratore della Findim.

Pollastri e’ quindi l’uomo della findim e di questo potentíssimo gruppo finanziario in parlamento, molto vicino al presidente del consiglio Prodi.

La nota vicenda Giai- Pollastri, con i dubbi sorti su chi abbia vinto lê elezioni, dimostra solo che um outsider come Pollastri e’ riuscito ad essere eletto in uma situazione quase impossibile. L’inversione dei voti nella sezione di Caracas, che há avvantaggiato Pollastri, pur essendo chiara e citata anche in resoconti del senato, non e’ stata suffciente a mutare il risultato a favore di Pollastri per 70 voti.

Lê cariche di Pollastri alla associazione di câmera di commercio di são Paolo rendono sicuramente onore al nostro connazionale. Um po’ meno la vicenda di Itália Lavoro com i fondi sulla creazione del database delle imprese della Câmera di são Paolo com i soldi per gli italiani all’estero.

Pollastri há recentemente affermato, quasi con nostalgia “L’Etiopia ai tempi di Mussolini veniva definita il granaio dell’Italia” durante l’audizione alla commissione Esteri ed emigrazione del Senato della viceministro Patrizia Sentinelli nel marzo di quest’anno.

Pollastri e’ diventato um perno decisivo di appoggio del governo Prodi al senato. Ironia della sorte che um ex-missino legatissimo ad un potentissimo gruppo finanziario e’ l’uomo decisivo per questo governo di centro-sinistra.

Pubblicato il 19 Dicembre 2007

domenica 23 novembre 2014

Informazione per gli italiani all’estero: obiettiva?

Sapevate che ci sono più di un centinaio tra giornali, riviste e agenzie italiane all’estero? Sapevate che alcuni di loro sono abbastanza popolari? E sapevate che raramente vi appaiono critiche ai rappresentanti italiani all’estero eletti nel Parlamento italiano? Ma com’è possibile visto che alcune delle comunità italiane all’estero (specialmente quella sudamericana) sono molto critiche nei confronti dell’operato della madrepatria nei loro confronti?
Questo mistero si svela con lo stato di grande confusione dell’informazione italiana all’estero, che sostanzialmente si basa su:
1) contributi alla stampa periodica italiana all’estero, regolati dall’art. 26 della legge del 1981: stanziati dalla legge Finanziaria di circa 2 milioni di euro.
2) Contributi a quotidiani italiani diffusi all’estero di circa 3 milioni di euro. In questa categoria sono inclusi principalmente Il Corriere canadese e America oggi, ma anche La Voce d’Italia di Caracas, L’Italia del popolo, Il Globo e Gente d’Italia.

Vi sono poi gli abbonamenti del MAE con alcune agenzie, i fondi delle regioni italiane e soprattutto alcune agenzie che hanno una convenzione con la Presidenza del Consiglio.
In questa giungla di contributi di varia natura sembrano esserci alcuni comuni denominatori:
1) l'attribuzione è basata su criteri quasi discrezionali. La legge del 1981 recita, in maniera generica che l’attribuzione si ha “tenendo conto della loro diffusione presso i lavoratori italiani all'estero, della loro natura e consistenza informativa, nonché del loro apporto alla conoscenza dei fatti italiani e dei problemi del lavoro italiano all'estero”.
2) l'attribuzione dei fondi è di competenza delle autorità governative.

Pertanto i commenti alla camomilla, a volte addirittura i panegirici dei rappresentanti eletti, si sprecano nella stampa italiana all’estero. Pare che ancora esista, in molti casi, un atteggiamento subalterno della stampa italiana all’estero verso il potere. Insomma, il tenore dei commenti non corrisponde al grado di soddisfazione delle comunità italiane all’estero ma più spesso è motivato da ragioni finanziarie: il governo molto spesso concede ad alcune riviste e agenzie italiane all’estero fondi con cui essi sopravvivono.

Bisogna essere chiari: i giornali, le riviste e le agenzie italiane all’estero non sono enti di carità e pertanto fanno ciò che possono per sopravvivere: sono quindi ben felici di usufruire di fondi governativi. E’ un loro diritto. Solo che, inevitabilmente, data la discrezionalità nell’assegnazione dei fondi, sussiste un certo timore nel criticare il governo, la maggioranza e i parlamentari in genere, visto che è sempre serpeggiante la paura di perdere i fondi. Tuttavia ci sono due punti da sottolineare:

1) per onestà verso i propri lettori i giornali dovrebbero rendere noto quanto ricevono e da chi, un po’ come avviene per le banche di investimento.

Nel suggerire l'opportunità dell'acquisto un’azione, le banche dichiarano se posseggono quei titoli o no, e quindi se si trovano in una situazione di potenziale conflitto di interessi nel raccomandare tale acquisto.

Alla stessa maniera i giornali, rendendo noto chi li finanzia, mostrerebbero il proprio potenziale conflitto di interessi nello scrivere a favore di un politico o di un'impresa. Se ciò avvenisse, si spiegherebbero immediatamente gli sperticati elogi che spesso vi appaiono a favore di alcuni politici, specialmente in Sudamerica. Il lettore ed elettore potrebbe perciò intendere il grado di oggettività nelle posizioni dei giornali e agenzie italiane all’estero. 2) vi sono molti giornali, riviste e agenzie che mostrano grande onestà ed indipendenza e veramente esprimono ciò che la collettività italiana all’estero sente.

E’ interessante notare un fenomeno recente abbastanza in uso nella stampa italiana all’estero, specie in America Latina: interviste a politici locali fortemente critici verso l’operato del governo nei confronti della propria comunità locale (tipo Brasile). Se ciò appare una rottura verso l’atteggiamento ossequioso del passato dei giornali italiani all’estero, bisogna tuttavia sottolineare che si tratta di un cambiamento solo apparente.
Ad esempio in Brasile queste dichiarazioni forti vengono proprio da dirigenti locali di partiti che esprimono la corrente maggioranza di governo, e che quindi dovrebbero avere um canale privilegiato con il medesimo.

In altre parole se l’elettore vota X per avere un cambiamento, ed il partito di X va al governo il meno che si può attendere è che X si faccia interprete dei problemi del proprio elettore presso il governo, non che X critichi il governo. Questo è compito del politico dell’opposizione, non di quello vicino al governo.

E’ veramente strano che questa osservazione non venga mai fatta dall’intervistatore ai politici italiani all’estero. Forse ciò mostra la volontà di non mettere l’intervistato a disagio com una ovvia domanda: E lei che fa? Se il suo partito sta al governo e lei non ha influenza su di esso (visto che lo sta criticando) perché votare lei?
Concludendo con una piccola osservazione per gli italiani all’estero: prima di leggere l’ennesima intervista salameccosa al político di turno all’estero, forse è meglio controllare chi finanzia questo giornale, in maniera diretta o indiretta.

Articolo pubblicato il 26 Settembre 2007

sabato 22 novembre 2014

Beckham, the exploration of the Atlantic Forest

Maxaranguape, Rio Grande do Norte (RN), Brazil. The beautiness of the landscape makes you think you are in paradise. The Atlantic Forest you find there is a region of tropical and subtropical moist forest, tropical dry forest, tropical savannas, and mangrove forests which extends along the Atlantic coast of Brazil from Rio Grande do Norte state in the north to Rio Grande do Sul state in the south and contains a large number of highly endangered species.

It is the closest point of South America to Africa. It is a stunning place but hurry up and go there quickly because it is about to be over. Yes because the exploration of this beautiful place has started and will not stop until a 5-star resort will be built. Then we do not know what is going to be left of Atlantic Forest.
And guess who is sponsoring this luxourious resort? A big name, the handsome David Beckham, who is building his third soccer academy - the Beckham World of Sport in Brazil, a sports complex that will be located in a soon-to-be-built luxury resort.

The fact that the ruthless exploration of nature comes also from such a well-known soccer player shows that what really accounts in this world is the green colour. Not the colour of the nature though but that of the money. And for the money there is no room for second feelings but only for the building of another luxourious place for super-rich in a super-poor area.
And those who say that the new establishment will benefit the locals should check how the locals where benefitted from the tourist resorts built in the northern Bahia for instance: nearly zero. The locals were pratically expelled from the areas where they lived all their lives and got very little employment by the new tourists establishments. This is an old story in Brazil and it does not look like in RN it will be different.

But let’s go back a bit a start the story from the beginning.

Few days ago the super star of Los Angeles Galaxy David Beckham came to Brazil and exactly to a small place called Cabo de São Roque 51 km from Natal the capital of RN in the municipality of Maxaranguape. He came with Formula 1 pilot Rubens Barrichelo and the Duchess of York Sarah Ferguson. The project is to be financed by the Norwegian group Brasil Development and looks gigantic: it will occupy an área of 1.2 million hectars with 8 hotels, heliport, gulf camps, commercial áreas, etc.

A statement from Beckham looks really ilarious: “I am happy Brazilian children will benefit from access to the top class facilities and coaching at this resort," Beckham said.
Beckham announced a scholarship programme available to Brazilian children that will actively reach out to schools within the region.
However the fact that local children who do not have access to basic things (in public health, education, etc.) will get free access to the resort would look really funny if it did not look outrageous.

The resort will be built in the middle of the reserve of Atlantic Forest considered a priority area for the conservation of the environment according to the MMA 2007 (Brazilian Ministry of the Environment).
The area is so poor to have some of the most alarming health and education ratios in Brazil (2003 data: Infant mortality 20% of the total population, breathing problems and diseases 44%, Neoplasias 18.5%, Tubercolosis 11.6%, Functional illiteracy rate of 32.67% http://dtr2002.saude.gov.br/caadab/indicadores/rio%20grande%20do%20norte/MAXARANGUAPE.pdf ) How this super-poor population will benefit from the magnificent resort where mr. Beckham will teach football?

Article written on February 2nd 2008

Italiani all'estero: è finita?

“Caro Max, dimmi una cosa: perchè continui a scrivere sugli italo-brasiliani e sugli italiani all’estero? Non vedi che ormai molti non ti pubblicano, che dici cose scomode, che non guadagni niente a dire la verita’?”. Chi mi siede di fronte nel boteco (bar povero) dei giornalisti italiani di Sao Paolo e’ il mio amico basso e tarchiato di origini meridionali.
Ma l’altro cronista, spilungone nordico aggiunge: “Max, non lo vedi che e’ finita? Che gli italiani all’estero non contano piu’ niente? Che sono usati per meri fini elettorali, e che alla fine sara’ loro tolto anche il diritto di votare rappresentanti all’estero? Con il tuo background dovresti scrivere di finanza, di mille altre cose, piuttosto che di italiani all’estero”. Il clima e’ davvero di depressione totale e per alleviare questo caldo africano-tropicale solo una cervejinha (birra) gelata.

“La verita’ e’ che siamo alla fine della corsa. Gli italiani all’estero sono stati di moda per un certo periodo di tempo ma ora e’ praticamente finita per loro. Ne’ da destra ne’ da sinistra c’e’ alcun segnale per loro. Solo silenzi. E solo alcuni cronisti onesti lo dicono. Il resto a sperticarsi in elogi ed arrampicarsi sugli specchi per negare cio’ che evidente: di noi italiani all’estero non gliene frega niente a nessuno”, aggiunge con accento romanesco l’amico dal fondo.

“E vedete le figure che dominano il panorama degli italiani all’estero nella politica italiana. Con qualche emerita eccezione veramente di valore, sembra di tornare ai tempi di prima di tangentopoli in Italia. Mezze figure a volte sinistre, furboni e trasformisti dell’ultima ora, persone che sono eletti all’estero e subito si candidano in Italia perche’ hanno fiutato l’aria che tira e vogliono evitare di perdere la poltrona. Per non parlare di imbroglioni autentici arrivati non si sa come in Parlamento. E l’ironia della sorte sai qual e’? Che fuori d’Italia abitano alcuni degli italiani migliori, quelli che sono stati cercati da grandi corporations o istituzioni per lavorare perche’ mancavano skills adeguate in quei paesi. E emigrati antichi, di grandissimo valore che hanno dedicato la loro vita a guadagnarsi il pane onestamente. Ma ambo le categorie si tengono alla larga dalla politica. Sembra che pensino che sia una cosa torbida. E come si puo’ dare loro torto viste le figure che circolano in quell’ambiente degli italiani all’estero?”, si chiede il tipo basso e tarchiato.

E con questa domanda vi lascio miei cari lettori. Sto francamente pensando di smettere di scrivere. Come dicono i miei colleghi, sembra una lotta difficile e impari. Ma cio’ che e’ peggio, inutile. Il “nuovo” e’ come il vecchio o anche peggio. Le leve nuove e brillanti sono emarginate sempre di piu’ dalla politica degli italiani all’estero. Crescono e si fortificano persone di dubbia qualita’. Ci sono elementi validissimi che lavorano alacremente e onestamente. Ma loro stessi sono sfiduciati. Articolo scritto il 03 Apr 2009

venerdì 21 novembre 2014

La durezza spagnola e la debolezza italiana

Una vera dura, la Thatcher di Cadice. 4 mandati consecutivi al potere, l’ultimo ottenuto a metà 2007. In questa Spagna di provincia è molto difficile che qualcuno avesse l’ardire di sfidare la super-potente Teófila Martinez, sindaco della città, una donna che alle ultime elezioni di metà anno 2007 ha mantenuta la egemonia assoluta sulla città (PP 18 rappresentanti; PSOE 8 e IU 1). Il canile di Port Royal è finanziato dal comune di Cadice, colpevole complice di Placido Gómez, il proprietario senza scrupoli del campo di sterminio degli animali della città.

Capire come un cittadino italiano possa rimanere in carcere più di un mese e mezzo in un altro paese dell’Unione Europea come la Spagna non può essere possibile se non si intende il contesto in cui è accaduto il tutto. Simone Righi e la sua compagna avevano tre cani che amavano come figli, prova ne sia il fatto che, contrariamente a molti italiani in vacanza che abbandonano i propri animali prima di partire, se li erano portati fino a Cadice. Non potevano però portarseli sempre con loro e per questo li avevano lasciati al canile-lager. Per la verità l’unica cosa che si potrebbe rimproverare a Simone è che, in tempo di Internet, non avevano fatto una ricerca approfondita in Internet sul canile-lager. Avrebbero scoperto che da molto tempo il luogo era chiacchierato. Si erano fidati dell’opinione del Comune, favorevole al Port Royal.
Dopo la tragedia dell’assassinio dei loro cani da parte del Port Royal, era stata organizzata una manifestazione di protesta animalista in cui Simone e la compagna erano solo due dei duemila partecipanti.
E qui si incomincia ad intravedere la differenza tra la Spagna e l’Italia.
Gli unici arrestati erano stati Simone e la compagnia, poi liberata. La narrazione degli eventi è necessariamente confusa. Si sa che il 7 ottobre 2007 la manifestazione di protesta, pacifica, era avvenuta nello stesso giorno della festa patronale di Cadice.
Nella Spagna di provincia un evento del genere è sacro: le autorità vanno in chiesa per omaggiare il santo, stringono mani, sorridono per i giornalisti. La Guardia Civil crea un cordone di sicurezza per prevenire qualunque incidente e la festa continua nel tono ovattato di provincia. Peggio ancora è nel caso di Cadice, dove Teófila Martinez domina la città e non ammette confusioni.
Pertanto la manifestazione di protesta, data la concomitanza di date, nasceva sotto una cattiva stella. Chiaramente le autorità all’uscita della chiesa evitano di incontrare i manifestanti, che però capiscono la manovra diversiva e si fanno loro incontro lo stesso.
Tra i più scalmanati c’è Simone, che aveva perso tre figli (come lui considerava i suoi cani) ed accusava la sindaco di coprire il canile, dati i fondi che il canile riceve dal municipio.

L’atmosfera è tesa. L’italiano è in prima fila. La Guardia Civil è nervosa. Sembra che Simone si avvicini a Teofila e le gridi alcune accuse. Confusione, spintoni. Botte da orbi e arresto dell’italiano, lo straniero.

E forse questo è emblematico: gli spagnoli, nazionalisti, prendono lo straniero. Ma poi il governo che ci dovrebbe proteggere, quello italiano, agisce in maniera opposta. Abbandona Simone a marcire in una prigione spagnola. E con tutti gli sprechi che ci sono non Italia, si comporta in maniera da pezzente e nemmeno paga la cauzione di 9000 Euro, una goccia nel mare dei fondi di un paese che si dice industrializzato ma che si comporta da sottosviluppato. La Spagna mostra la durezza con lo straniero, l’Italia mostra la debolezza per il proprio concittadino.
A questo punto è legittimo chiedersi: quanto vale la vita di un italiano per il proprio governo (Simone ha addirittura un tumore)?
E perché l’Italia e gli italiani lasciano che fatti come questi accadano senza far niente? Attenzione, mio caro lettore, perché ciò domani potrebbe accadere a te.

Articolo scritto il 22 Novembre 2007

Bahia decisiva per Prodi?

Salvador de Bahia - A fronte di una popolazione italiana registrata all'Aire di appena 1.400 persone circa, lo Stato di Bahia in Brasile ha forse una delle maggiori comunità italiane non registrate dell'America Latina.
Stime non ufficiali valutano tra 5 e 10 mila mila gli italiani non registrati all'Aire in Bahia.

Questo numero farebbe gola ai candidati alle prossime elezioni per la Circoscrizione Estero ripartizione America Meridionale, visto che avrebbe um peso decisivo nei delicati equilibri della citata Circoscrizione. Più in generale addirittura gli equilibri politici nazionali nostrani potrebbero essere influenzati in maniera decisiva dalla regolarizzazione dei cittadini italiani residenti.

Infatti il Governo italiano attuale si basa sull'appoggio dei parlamentari eletti sulla Circoscrizione Estero, specialmente al Senato dove un voto in più o in meno può decidere la maggioranza di governo.

Basti pensare che alle elezioni politiche passate per pochissime migliaia di voti è stata eletta alla Camera dei deputati la candidata Mariza Bafile. Al Senato poi il pasticcio Giai-Pollastri si è basato su di uno scarto di poche centinaia di voti.

Bahia, dunque, decisiva per Prodi? Si e no. Si, se si procedesse alla registrazione degli italiani di Bahia all'Aire, no perchè ciò ancora non è stato fatto per una incredibile dimenticanza di tale grossa comunità italiana.

Tuttavia ci sono già iniziative tese a regolarizzare questa comunità da parte di alcune organizzazioni? Chi rappresenta gli italiani di Bahia?
Le iniziative attuali sono pochissime.
Una realtà emergente è la ong APK , Amigos do Protocolo de Kyoto. Si tratta di uma ong ambientalista italo-brasiliana recentemente trasferitasi da Rio de Janeiro a Salvador de Bahia.

APK ha cominciato ad interessarsi alle tematiche degli italiani all'estero dello Stato di Bahia e al problema della regolarizzazione con numerosi quesiti inoltrati al Consolato di Rio de Janeiro (competente per territorio) per snellire la procedura farraginosa adottata a Salvador de Bahia.
In più, come rappresentante della comunità italiana di Bahia, APK ha promosso um'accordo storico, il primo tra un porto italiano (Napoli) e uno brasiliano (Salvador). Si tratta di un accordo di cooperazione tecnica, ma è anche il primo passo svolto da uma organizzazione italo-bahiana per riallacciare i legami mai dimenticati tra la comunità italiana di Bahia e la madrepatria. Una iniziativa, è doveroso ricordare, basata su puri criteri di viabilità economica, senza fondi pubblici italiani.
Altre iniziative? Trattasi per lo più di iniziative legate alla cooperazione italiana e ad uso di fondi pubblici governativi o regionali. Nessuna iniziativa si dirige alla regolarizzazione degli italiani di Bahia.
Per quanto questa popolazione possa rappresentare un bacino decisivo politicamente, le organizzazioni sul territorio di Bahia sono scarse, qui le iniziative vengono da fuori (São Paolo, Brasília) e quindi con un impatto limitato sulla popolazione italo-brasiliana.
Qui in Brasile (alla Camera) infatti si usa ancora il voto di preferenza, assente invece nel sistema elettorale nazionale, e la presenza sul territorio è decisiva per raccogliere voti.
Strana dimenticanza perchè questo popolo italo-bahiano può decidere (se regolarizzato) chi governerà la madrepatria. Perchè la dimenticanza? Mistero di Bahia.

Articolo scritto il 14 maggio 2007

martedì 11 novembre 2014

Ordini del Giorno che passione

Rullio di tamburi. La folla in ansia. I giullari di corte fanno piroette nell’aria. Il gran cerimoniere vestito con il frac delle feste si presenta al popolino ammassato per dare il grande annuncio. Vecchi, donne e bambini sono lì con il fiato sospeso. Una foto dell’Illustrissimo è appesa su un altissimo pennone a mo' di foto del santo.
“Popolo degli italiani all’estero, udite, udite” annuncia il gran ciambellano, “l’ordine del giorno promosso dai nostri rappresentanti a Roma è il seguente: bla, bla bla”: una serie di grandi promesse, di severi moniti, di ferme affermazioni, di minacce di rappresaglie se non saranno rispettati gli impegni.

«Rispettare gli impegni presi verso gli italiani nel mondo nel programma di Governo». L’ordine del giorno «impegna il Governo: a reperire maggiori risorse che consentano di intraprendere politiche volte alla risoluzione delle problematiche di interesse delle comunità italiane all'estero, soluzioni non più dilazionabili, in particolare quelle relative alla assistenza socio-sanitaria, alla promozione e diffusione della lingua e della cultura italiane e alla riforma della rete diplomatico-consolare.»

Oh si, gli italiani all’estero questa volta saranno veramente tutelati, altrimenti vedrete, grida il gran ciambellano. Mamma mia, dice una delle donne nel pubblico. Un “ohhh” si alza dalla folla.
Ma a un certo punto un bambino grida, alla maniera di uno scugnizzo napoletano: “Ma che vale un ordine del giorno?”.
Attimo di esitazione. Il gran ciambellano, notabile politico locale del rappresentante a Roma, (potrebbe essere a São Paolo del Brasile, come in qualunque altro posto del mondo) lancia una occhiata severa al bambino. Ed ecco che dalla folla si alza un grido “Non vale niente, proprio niente”. La folla accalcata lancia una crassa risata liberatoria, che rompe l’atmosfera di tensione che si era creata. Il re è nudo.
L’ordine del giorno non vale niente, è solo una dichiarazione di intenti, non vincolante giuridicamente. Se verrà applicato o meno è un altro discorso.
Ma il voto favorevole alla Finanziaria, quello sì che vale e molto. Mantiene in vita questo governo. Determina veramente trasferimenti di fondi, soldi veri non mere dichiarazioni.
E allora ci viene da dire agli esimi rappresentanti a Roma sul loro poderoso ordine del giono: “Ma mi faccia il piacere”, come direbbe Totò.

Pubblicato il 19 Ottobre 2007

La magnifica gara degli italiani all’estero

I motori rombano forte. Le macchine sono tutte là in prima fila.
“Sta cominciare la grande gara”, grida con il megafono e con la bandiera a scacchi l’arbitro. Il popolino è accalcato lungo le transenne. Non c’è più posto per nessuno. “Questa volta la gara sarà veramente mozzafiato” dice l’arbitro, “chi arriverà tra i primi, grazie alle vostre preferenze di elettori in Sudamerica vi rappresenterà nella prossima legislatura”. State attenti a scegliere i bolidi giusti, perché questa volta non dovrete sbagliare se non volete lamentarvi in futuro. La scelta è vostra”.

Questa volta sì che siamo decisivi, che contiamo davvero!
E vediamola la prima fila. Il solito Pollastro, Vecchio ultrasettancinquenne che si spaccia per forza nuova, giovane. Il buffo è che in patria non hanno voluto candidare i Prodi, i De Mita ed altri perché erano troppo vecchi. Ma qui nella nostra gara strapaesana di italiani all’estero la regola della Patria non vale, anzi in prima fila ci sono i soliti magnifici vecchioni, quelli che tentano di raggiungere il secolo (ed alcuni non sono neanche lontani), le figure folkloristiche, i ladroni veri e presunti (investigati dalla polizia sudamericana, ma la regola della moralità vale solo in Patria, di nuovo).
Ed eccolo la magnifica Porta, verso la pensione, verso i contributi, verso il sindacato, verso San Paolo, verso il potere.
Ed eccolo il groppuscolo dei venezuelani, donne con e senza il potere, tutte battagliere, tutte grintose, tutte senza risultati.
Eh si perché in questa gara la vera benzina, i voti, si dovrebbe basare sui Risultati ottenuti da quelli che si ricandidano. Dicono loro di esser stati ricandidati a furor di popolo, fosse per loro non l’avrebbero fatto: ma quando il popolo chiede, bisogna sacrificarsi.
Veramente coraggiosi questi signori, con le loro facce incartapecorite, come i vecchi argentini che sono di nuovo lì in prima fila, c’è tutta l’italica squadra.
Con questi vinceremo i mondiali. Sì, i mondiali della vecchiaia: questa è la foto delle scorse elezioni, guardate le macchine in prima fila: sono le stesse di allora, solo più vecchie di due anni.
Dov’è la novità il rinnovamento Veltroniano? Sono i soliti vecchi che non hanno fatto niente per noi in passato.
E nell’ombra l’ultimo bolide quello dell’opposizione, non esce ancora: saraà la grande sorpresa che tutti si attendono per fronteggiare i vecchioni, o sarà il solito ferrovecchio del passato?

Pubblicato il 26 Febbraio 2008

lunedì 10 novembre 2014

Italiani di serie A e B

Sapevate che i cittadini italiani all’estero sono, secondo la burocrazia italiana, di due categorie: residenti nell’Unione Europea, a cui si applicano regole europee, e residenti in Paesi extracomunitari, a cui si applicano regole degne dell’avvocato Azzeccagarbugli dei Promessi Sposi?Avete letto le nuove regole emanate dal Decreto-Regolamento concernente le detrazioni per i carichi di famiglia a favore dei soggetti non residenti?

Ancora no? Allora apprestatevi a farlo. Potete farvi quattro risate senza spendere soldi per assistere ad um film comico al cinema.

Appare veramente incredibile il livello di arcaicismo a cui la nostra burocrazia giunge nel 2007, epoca di Internet, di connessione satellitare e di viaggi supersonici.

Se si legge il contenuto del decreto sembra di tornare indietro nel tempo a quello degli amanuensi, che con pazienza ricopiavano i libri ereditati per tramandarli ai posteri.
Tutto nasce dal tanto atteso decreto che doveva regolare le detrazioni a favore dei non residenti per carichi di famiglia. Decreto richiesto a gran voce da autorevoli deputati della maggioranza eletti nella circoscrizione estero.
L’ironia e la cosa buffa di questo decreto è che gli autorevoli rappresentanti delle circoscrizioni estere appartengono ad aree al di fuori dell’Unione Europea e perciò a quelle aree gravate da regole tanto contorte quanto buffe da ricordare scenette alla Totò o alla Troisi.
E gli stessi autorevoli rappresentanti della maggioranza hanno salutato il decreto con orgoglio.
Senza volere entrare nel merito del decreto e del complesso problema delle detrazioni ai soggetti non residenti, ci limitiamo ad analizzare la procedura adottata:
Mentre per gli italiani all’ estero residenti nell’Unione Europea basterà produrre una semplice autocertificazione per supportare le proprie rivendicazioni burocratiche, vediamo i requisiti scritti dagli autorevoli burocrati del ministero dell’Economia e delle Finanze (non dall’avvocato Azzeccagarbugli di Manzoni):
Gli italiani residenti in Paesi extracomunitari dovranno produrre:
a) documentazione originale prodotta dall’autorità consolare del Paese di origine, con traduzione in lingua italiana e asseverazione da parte del prefetto competente per territorio; (qualcuno per caso sa cos’è l’asseverazione, se è una cosa che un prefetto brasiliano (ad esempio) sa cos’è?).
b) documentazione con apposizione dell’Apostille, per i soggetti residenti in Paesi che hanno sottoscritto la Convenzione dell’Aja del 1961 (siamo sicuri che gli emigrati in condizione di indigenza conoscono benissimo l’Apostille );
c) documentazione validamente formata dal Paese di residenza, ai sensi della normativa ivi vigente, tradotta in italiano e asseverata, come conforme all’originale, dal consolato italiano (di nuovo la tanto amata asseverazione).
C’è solo da stupirsi che in tutta questa documentazione richiesta non siano inclusi i famosi capponi per l’avvocato Azzeccagarbugli. Ma chissà che quei capponi non siano già stati donati ai menzionati parlamentari felici del risultato ottenuto e quindi meritevoli di un premio per il loro duro lavoro di lobbying svolto.
http://www.italianosdargentina.com

Lunedì, 24 Settembre 2007

Porto Seguro, festa a tranquillità nel paradiso bahiano

Vuoi sederti e rilassarti in una spiaggia di sabbia fine e bianchissima in Brasile?
Cerchi un posto dove puoi ballare tutta la notte in feste sulla spiaggia? Vuoi stare in un ambiente con bellissima natura tropicale con spiagge pulite dove puoi dormire solo con il rumore delle onde? Vuoi conoscere gli autentici indios del Brasile dove ancora esiste la mata atlantica, una delle più grandi biodiversità al mondo?
Va a Porto Seguro, mio caro lettore, l’unico posto in Brasile dove puoi trovare la più completa varietà di tutte le cose che normalmente si cerca nelle proprie vacanze: feste, pace, tranquillità, cultura, natura meravigliosa, indios locali e strutture alberghiere di livello internazionale. Puoi usare la città di Porto Seguro come base per muoverti e per esplorare tutte le differenti aree della zona.

Dopo essere arrivati all’aeroporto internazionale di Porto Seguro, mio caro lettore, sarai interessato ad un hotel che ti garantisce confort, sicurezza tranquillità, relax. L’ideale è che si trovi al centro di tutti i luoghi che vuoi visitare, in maniera da evitare viaggi troppo lunghi. Quando si visita Porto Seguro infatti vale la pena visitare molti luoghi nelle sue vicinanze, che offrono tutta quella varietà di options che abbiamo descritto sopra.

Per dare un'idea di come è strutturata Porto Seguro basti sapere che la città di Porto Seguro si trova in linea teorica ad una estremità di una retta. In genere la cittadina è un'ottima opzione per passeggiare nello “struscio” la sera. Con le numerose baracchine nella Passarella do Alcool, la strada sul lungomare della città, si trovano anche bar, ristoranti e negozi dove si possono comprare ricordi della città. Questa è storicamente famosa perché qui i portoghesi approdarono per la prima volta in Brasile e “scoprirono” il Brasile. Il suo centro storico è distante dal centro turistico della città e può essere visitato per vedere le case costruite dai portoghesi quando approdarono in Brasile.

Più avanti, in questa ideale retta che abbiamo tracciato, si trovano le bellissime spiagge di Porto Seguro. Queste sono caratterizzate da grandi “cabane”, l'equivalente degli stabilimenti balneari italiani. La loro caratteristica principale è di avere enormi spazi dove si balla tutto il giorno l’axè, lo stile musicale frenetico e sensuale della Bahia. Su dei grandi palchi durante tutto il giorno si alternano ballerini/e professioniste bellissimi/e che danzano senza fermarsi. Il pubblico danza nel sole seguendo il ritmo, bagnati di tanto in tanto da spruzzi di acqua che vengono dai palchi. Inoltre si mangia e si beve a volontà. Poi, per chi volesse, c’è una grandissima spiaggia dove camminando un po' ci si può trovare isolati in perfetta tranquillità. Nelle stesse cabane ci sono feste che durano tutta la notte, con tutti gli stili musicali: axè, forrò, etc.

Continuando sulla costa si arriva a Coroa Vermelha (al centro della nostra retta ideale tracciata dalla città di Porto Seguro) con la maggiore colonia indigena degli indios Pataxò. Visitare la colonia è qualcosa di indimenticabile. La sensazione di freschezza che si ha nella foresta indigena è rinvigorante. Inoltre si possono conoscere le basi di una cultura, quella indigena, sicuramente poco valorizzata finora ma molto ricca. La guida ti porterà, mio caro lettore, all’interno della colonia dove gli indios vivono ancora in maniera molto semplice con attività di caccia e pesca oltre ovviamente di turismo.

Coroa Vermelha è vicina a Santa Cruz Cabralia, che ha una bellissima chiesa. Da qui prendendo la “balsa”, barca molto semplice, si approda a Santo Andrè, un vero e proprio paradiso naturale molto semplice. La comunità locale è di poche centinaia di persone ma ci sono anche alcuni hotels e ristoranti molto buoni.
Qui a Santo Andrè ci si può addormentare sulla spiaggia al rumore delle onde.
E qui termina la rettà ideale che partendo da Porto Seguro, abbiamo tracciato per descrivere le bellezze della città e dintorni. Poi più distanti ci sono il Monte Pascoal e riserve di mata atlantica molto belle e sicuramente da vedere. A questo punto, mio caro lettore, spero di averti descritto questo piccolo paradiso dove sono racchiuse tutte le opzioni di divertimento possibili. Chissà che dal chiuso del tuo ufficio non ti venga il desiderio di venire qui in vacanza per superare lo stress di questa crisi finanziaria che ci lascia tutti angosciati. E se volessi potresti anche trasferirti per sempre, come fanno tanti italiani, specie pensionati, alla ricerca di pace e tranquillità. L’assenza di palazzi alti, per il rispetto delle norme ambientali, fa di Porto Seguro una delle poche città turistiche senza enormi palazzacci di fronte al mare (altezza massima permessa è di due piani). Un’altro incentivo per trasferirsi qui.
Articolo scritto il 6 marzo 2009