Fine giugno 2023.
Stazione del 705 ore 15.05 fermata eroi di rodi giordano.
Sono in attesa dell’ autobus da oltre un ora. Con me sotto il sole bollente di quasi 40 gradi c’è una indiana che sta strillando al telefono con qualcuno. C’è anche un’altra donna dell’Est europeo che aspetta.
La cosa che mi colpisce è la sensazione di rassegnatezza.
Come se cio’ fosse normale.
Chiamo il numero dell’Atac. Una signorina molto gentile mi risponde che dovrei aspettare fino alle 15.47. Chiedo perche’ visto che il pullman doveva passare da un secolo. La signorina mi dice che non sa e che se voglio posso chiamare il numero di Whatsup dell’ATAC.
Rispondo che è lei che li deve informare ma lei mi risponde che sono i clienti che devono chiamare.
Infuriato riaggancio e mando un messaggio all’ATAC. Ricevo il solito messaggio automatico che non significa niente.
L’indiana continua a strillare e il sudore scorre lungo i vestiti. Dell’autobus nemmeno l’ombra.
Come giornalista internazionale chiamo l’ufficio stampa dell’ATAC.
Dopo un po’ sottovoce un tipo mi risponde che e’ in una riunione e che non puo’ rispondere.
Gli dico che il suo lavoro e’ assistere i giornalisti e che deve rispondere. Puo’ benissimo uscire dalla riunione per un minuto. Lui mi dice con voce suadente che non puo’ uscire.
Il tono di voce mi dà ancora piu’ fastidio. Quando sei suadente è perche’ mostri la tua superiorità ai tipi inferiori che neanche meritano la tua attenzione.
Certamente è uno shock di ricordargli che lui è un misero salariato come quelli che aspettano l’autobus e quindi deve lavorare: non è qualcosa a cui è abituato.
Del resto gli utenti dell’ATAC hanno un senso di rassegnazione incredibile.
La mattina avevo aspettato a Eur Fermi lo stesso 705 ma non era mai arrivato. Le persone si lamentavano alla fermata dicendo che cose del genere non succedono a Londra o Parigi.
Ma nessuno faceva niente oltre che lamentarsi. E’ per questo che l’ATAC e i suoi dipendenti agiscono cosi’. Sanno che le conseguenze sono zero.
Voce suadente si scusa moltissimo e mi consiglia di mandare una email. Io mollo voce suadente alla sua importantissima riunione sul nulla.
Improvvisamente mi arriva un messaggino sul cellulare. L’ATAC (bontà sua) mi risponde.
Dopo aver saltato 4 o 5 corse il messaggino recita: “bus in partenza dal capolinea Piermarini” alle 15.46 in perfetto orario.
Siamo quasi come in Svizzera ora. Chissà perché.
Alle mie rimostranze sul loro pessimo servizio mi rispondono alle ore 15.58 “un bus è transitato alle 15.50”.
Pero’ , niente male, ho un servizio personalizzato.
Peccato che ho dovuto aspettare un ora e mezza per questo.
Dico che scrivero’ un articolo perché gli stranieri devono sapere che gli autobus di Roma sono come quelli in Africa non in Europa.
Ho preso l’autobus. E’ pieno di gente che ha aspettato minimo un ora e mezza. Nessuno si lamenta. Forse hanno parlato con voce suadente. O piu’ probabilmente sono rassegnati a che prendere l’autobus non e’ un diritto ma un favore dell’ ATAC.
Arrivo finalmente a Eur Fermi.
Scendo dall’autobus e mi fermo a fotografare l’autista. Il tipo che mi prende per uno stupido turista mi saluta con la mano (vedi foto).
Non c’e’ che dire. Qui a Roma siamo in Africa. Anche li’ gli autisti ti salutano con la mano quando scendi dall’autobus.