Carissimi
In tempi funesti come quelli correnti la storia non si deve dimenticare. Pubblico pertanto un articolo che fu pubblicato il 6 maggio 2009 in Cicero, il piu’ grande gruppo di italiani all’estero al mondo.
L’articolo a nome di Enzo Balbinot morto poi in Australia nel Febbreio del 2011 due anni dopo il suo articolo. I ricordi dei lugubri tempi della fine della guerra mondiale e le violenze neofasciste a Vittorio Veneto rimangono con noi per sempre.
Per non dimenticare. Mai.
UN 25 APRILE DIVERSO
Certamente Signora, secondo Lei la storia della Liberazione avrebbe dovuto essere scritta da bande criminali di fascisti repubblichini che per Lei erano la " difesa delle popolazioni ".
Ecco un esempio vissuto in prima persona che categoricamente smaschera quanto Lei vorebbe farci credere con l'articolo pubblicato dal "GLOBO" la settimana scorsa :
"UN 25 APRILE DIVERSO".
L'otto settembre 1943 frequentavo il collegio Dante Alighieri di Vittorio Veneto , in preparazione agli esami di settembre . Ero ospite di una mia zia che abitava in via Cavour ; Una piccola casa che una volta ospitava il giardiniere e guardiano della villa adiacente .
Qualche giorno dopo l'armistizio di Cassibile , siglato il 3 settembre e trasmesso da Pietro Badoglio tramite l' EIAR il giorno otto; I futuri " RAGAZZI DI SALO` " , armati di mitra e camicia nera , passano di fronte ai miei occhi diretti verso l'entrata della grande villa .
Dopo circa 30 minuti escono accompagnati dal colonnello Tommasi in divisa militare ; Un grande e valoroso combattente che durante la guerra aveva perso l'intero braccio destro , insignito di medaglia al valore militare .
All'uscita del viale lo hanno fatto salire sul retro di un piccolo furgoncino scoperto che ospitava altre persone . Uno di questi FUTURI RAGAZZI DI SALO` lo conoscevo bene, era il figlio di un maestro di musica: IL maestro Franco che malgrado la sua cecita` insegnava musica al collegio Dante .
Verso sera si propaga la lugubre notizia : IL colonello Tommasi , il pretore Boffa ed altri antifascisti sono stati fucilati alla periferia di Vittorio localita` Minelle .
A questa vigliaccheria si susseguono altre e altre ancora : Ecco Signora un altro brillante episodio offertoci dai fascisti repubblicani di Salo` : Un manipolo di vigliacchi , perché` altro non sono , al comando di un certo Bernabe`, requisirono con la minaccia delle armi , una carretta e un cavallo da una certa Emma Mondo in localita` Sotto Chiesa ( Fadalto di Vittorio Veneto ) che poi usufruirono per trasportare il malloppo confiscato agli abitanti dei paesi limitrofi : Pasta , farina , tessere del pane , fagioli , formaggio , patate ecc. ecc.
Secondo Lei Signora questi farabutti erano ALLA DIFESA DELLA POPOLAZIONE ? . Gia` che ci sono voglio dedicare una parentesi ad un capo manipolo delle brigate nere :
" BERNABE` " , con questo nome era conosciuto da tutti gli abitanti della Val Lapisina e anche dai camerati di Vittorio V. Durante l'estate del 1944 , con la sua squadra di fascisti repubblicani, coadiuvato da un manipolo cameratesco della caserma Gotti, compi` un rastrellamento in quel di Fadalto Alto e la borgata di Sotto Chiesa , prelevando dalle loro case sei vecchi incapacitati, inabili a qualsiasi lavoro .
Ricordo il nome dei malcapitati , eccoli: Balbinot Antonio ( cugino di mia madre ), Antonio Balbinot ( detto Sartor ) Augusto Nello , Piero Negus ( Payer ) , Andrea Nello e Santo Sartor.
In fretta e furia furono schierati lungo il muro di sostegno della strada Alemagna 51 , di fronte al paneficio Talamini ( Sotto Chiesa ) e immediatamente fucilati .
Oggi , su una placca fissata al muro dove avvenne l'eccidio , trovi le generalita` di quei cittadini che avrebbero dovuto essere protetti dai fascisti repubblicani della Signora .
Compiuto il barbaro crimine , i fascisti di Salo` fretolosamente si dileguano verso Basso Fadalto e Vittorio V. IL Barnabe` aveva sparso la voce : Tutti i partigiani che avremo l'onore di catturare saranno spediti a Bologna per far mortadella .
Uno di quelli " passati alle armi " , Andrea Nello , colpito da una raffica di mitra , cade a terra , finge di essere morto e viene salvato da alcune donne del luogo ; Una di queste oggi vive in Australia e risponde al nome di Beltramin Antonia .
Carissima, Lei certamente non ha avuto la casa rasa al suolo come la mia , dalle fiamme barbariche dei piromani fascisti Italiani della brigata Waffen SS , Peter Hansen , e non ha certamente trascorso oltre 16 mesi in montagna riparata da fragili tende con temperature che scendevano spesso a – 25 centigradi .
Come partigiano combattente , vice comandante della Brigata Cairoli, ( Aiutante maggiore di battaglia ) , decorato con CROCE DI BRONZO al valor militare ;
Ho voluto strenuamente difendere i miei Commilitoni eroici , caduti per liberare l'Italia dalla nefasta dittatura fascista che i Suoi repubblichini di Salo` volevano perpetuare .
Lo so`, Signora, Lei non scendera` mai in piazza cantando " BELLA CIAO " ; Usufruisca pure della liberta` che i Partigiani di tutte le bandiere hanno messo a Sua disposizione e canti " FACETTA NERA " a squarciagola ;
Noi fino all'ultimo respiro , canteremo " BELLA CIAO , BELLA CIAO "
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venerdì 17 ottobre 2025
domenica 12 ottobre 2025
Embargo italiano contro lê prigioni disumane all’estero
La condizione di detenuto italiano all’estero e’ veramente misera.
Italiani incarcerati, dimenticati, sepolti vivi.
Il nostro governo non fa niente. Li lascia marcire in galera, all’estero.
Lê famiglie disperate, mandano emails dappertutto. Politici a volte intervengono ma sono impotenti.
Completo disinteresse del pubblico italiano. Veramente interessante questo disinteresse. Siamo veramente egoisti noi italiani. Fino a quando non ci succede niente ce ne freghiamo. Quando poi ci succede scopriamo il dramma. Il vero e próprio seqüestro di persona. Senza diritti. A volte senza neanche la possibilita’ di vedere i nostri cari.
Senza aver diritto al patrocínio gratuito, dovendo spendere somme enormi per pagare gli avvocati. Piu’ lê somme per pagare la cauzione per uscire di prigione. A volte enorme come nel caso del povero Simone Righi.
Il problema e’ veramente drammatico. Circa 3000 italiani sono in cárcere all’estero a volte in condizioni veramente disumane, avolte addirittura contraendo terribili malattie in prigione come l’epatite.
Ma cosa si puo’ fare per risolvere questo problema visto che l’inazione del nostro governo corrisponde a una e própria política di disinteresse verso la categoria di detenuto ed in generale di italiano all’estero?
La soluzione sembra essere l’única che veramente puo’ far sentire al governo straniero il dovere di rispettare i diritti dell’italiano che si trova nel suo paese: l’embargo turístico.
In sostanza bisognerebbe promuovere uma vera e própria black list delle citta’ e dei paesi che hanno detenuti italiani nel loro paese, disponibile su internet. In questo modo chiunque potrebbe consultare quella lista e capire se e’ salutare o no andare in quel paese e quella citta’ dove l’italaino e’ stato arrestato.
Colpire economicamente la citta’ ed il turismo italiano nel luogo dove alcuni italiani sono arrestati e’ uma buona opzione per evitare che cio’ si ripeta.
Bisogna essere realisti. Cio’ non garantisce automaticamente che questi tristi eventi si ripetano. Tuttavia puo’ per lo meno aumentare la probabilita’ del trasferimento in Itália del detenuto italiano all’estero, per eliminare il próprio nome dalla black list e inibire il flusso turistico nella própria citta’. Molto spesso gli italiani che sono incarcerati in condizioni disumane si trovano in luoghi che si basano molto sul turismo per sopravvivere e che quindi, proporzionalmente al flusso turístico, sarebbero grandemente danneggiati da uma riduzione del turismo.
Se poi questa lista e web site non fossero solo italiani ma europei la probabilita’ di um trattamento umano in cárcere e del trasferimento sarebbe ancora maggiore.
Si tratta di uma battaglia di diritti civili e umani. Differenze di colore político dovrebbero essere superate per il comune fine di liberare o trasferire i nostri compatrioti.
Si tratta di uma iniziativa che dovrebbe figurare nei siti di tutti i dipartimenti turistici nazionali, regionali e comunali. Tutti dovrebbero conoscere lê citta’ sulla black list.
Meglio ancora, lê citta’ straniere dovrebbero sapere che se colpiscono um italiano finiscono su questa black list.
Molto modestemente mi permetto di suggerire la prima citta’ da collocare sulla black list:
Cadice, Spagna, teatro del trattamento disumano riservato a Simone Righi.
Se il nostro governo non ci aiuta aiutiamoci da soli.
Per evitare che il nostro prossimo luogo di vacanza sia nella black list senza che noi lo sappiamo.
Scritto nel novembre 2007 ma dopo quasi 20 anni drammaticamente attuale.
Italiani incarcerati, dimenticati, sepolti vivi.
Il nostro governo non fa niente. Li lascia marcire in galera, all’estero.
Lê famiglie disperate, mandano emails dappertutto. Politici a volte intervengono ma sono impotenti.
Completo disinteresse del pubblico italiano. Veramente interessante questo disinteresse. Siamo veramente egoisti noi italiani. Fino a quando non ci succede niente ce ne freghiamo. Quando poi ci succede scopriamo il dramma. Il vero e próprio seqüestro di persona. Senza diritti. A volte senza neanche la possibilita’ di vedere i nostri cari.
Senza aver diritto al patrocínio gratuito, dovendo spendere somme enormi per pagare gli avvocati. Piu’ lê somme per pagare la cauzione per uscire di prigione. A volte enorme come nel caso del povero Simone Righi.
Il problema e’ veramente drammatico. Circa 3000 italiani sono in cárcere all’estero a volte in condizioni veramente disumane, avolte addirittura contraendo terribili malattie in prigione come l’epatite.
Ma cosa si puo’ fare per risolvere questo problema visto che l’inazione del nostro governo corrisponde a una e própria política di disinteresse verso la categoria di detenuto ed in generale di italiano all’estero?
La soluzione sembra essere l’única che veramente puo’ far sentire al governo straniero il dovere di rispettare i diritti dell’italiano che si trova nel suo paese: l’embargo turístico.
In sostanza bisognerebbe promuovere uma vera e própria black list delle citta’ e dei paesi che hanno detenuti italiani nel loro paese, disponibile su internet. In questo modo chiunque potrebbe consultare quella lista e capire se e’ salutare o no andare in quel paese e quella citta’ dove l’italaino e’ stato arrestato.
Colpire economicamente la citta’ ed il turismo italiano nel luogo dove alcuni italiani sono arrestati e’ uma buona opzione per evitare che cio’ si ripeta.
Bisogna essere realisti. Cio’ non garantisce automaticamente che questi tristi eventi si ripetano. Tuttavia puo’ per lo meno aumentare la probabilita’ del trasferimento in Itália del detenuto italiano all’estero, per eliminare il próprio nome dalla black list e inibire il flusso turistico nella própria citta’. Molto spesso gli italiani che sono incarcerati in condizioni disumane si trovano in luoghi che si basano molto sul turismo per sopravvivere e che quindi, proporzionalmente al flusso turístico, sarebbero grandemente danneggiati da uma riduzione del turismo.
Se poi questa lista e web site non fossero solo italiani ma europei la probabilita’ di um trattamento umano in cárcere e del trasferimento sarebbe ancora maggiore.
Si tratta di uma battaglia di diritti civili e umani. Differenze di colore político dovrebbero essere superate per il comune fine di liberare o trasferire i nostri compatrioti.
Si tratta di uma iniziativa che dovrebbe figurare nei siti di tutti i dipartimenti turistici nazionali, regionali e comunali. Tutti dovrebbero conoscere lê citta’ sulla black list.
Meglio ancora, lê citta’ straniere dovrebbero sapere che se colpiscono um italiano finiscono su questa black list.
Molto modestemente mi permetto di suggerire la prima citta’ da collocare sulla black list:
Cadice, Spagna, teatro del trattamento disumano riservato a Simone Righi.
Se il nostro governo non ci aiuta aiutiamoci da soli.
Per evitare che il nostro prossimo luogo di vacanza sia nella black list senza che noi lo sappiamo.
Scritto nel novembre 2007 ma dopo quasi 20 anni drammaticamente attuale.
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