I risparmi di tutta una vita. Giovanni aveva centellinato ogni lira sua e di sua moglie. Per affrontare le difficolta’ del periodo in cui andava in pensione. Come professore di scuola media superiore non guadagnava certo una pensione dorata. Al contrario. Tra quella sua e quella della moglie i soldi erano sufficienti per mantenersi, per aiutare il proprio figlio in difficolta’ e soprattutto per pagarsi le spese mediche.
Si perche’ il servizio sanitario nazionale nel Sud Italia non era certo famoso per la sua efficienza.
Vivere una vita dignitosa con i soldi della pensione. Questo era l’obiettivo. Tuttavia le spese erano cresciute sempre di piu’ e Giovanni aveva dovuto usare sempre di piu’ i propri risparmi.
Risparmi sudati ma comunque al sicuro. Per lo meno questo era quello che credeva. Le ultime volte il funzionario di banca che lo assisteva era cambiato, aveva incontrato uno nuovo che gli parlava sempre di prodotti finanziari nuovi, sempre piu’ sofisticati. In principio Giovanni non aveva volto cambiare il caro e vecchio deposito di risparmio per qualcosa di diverso. Ma quel nuovo funzionario era diventato sempre piu’ insistente. Tutte le volte che andava in banca Giovanni si trovava un po’ in soggezione con lui. Ed in imbarazzo. E si perche’ non sapeva piu’ come dirgli di no.
“I tempi sono cambiati mio caro Giovanni” diceva il nuovo funzionario, “i depositi di risparmio non ce li ha piu’ nessuno, dovresti aggiornarti”. E, con quello sguardo furbo e smaliziato lo poneva sempre piu’ in difficolta’. Giovanni sentiva che non poteva piu’ sotttrarsi. Doveva anche lui “aggiornarsi”, modernizzarsi. Non poteva piu’ apparire un dinosauro dei tempi antichi.
Per la verita’ quando entrava nella filiale nuova della sua banca tutti quei giovani dinamici che parlavano di fondi di investimento, polizze assicurative index linked, unit linked, lo facevano sentire piu’ vecchio dei suoi 75 anni. Promotori finanziari, questa poi era la categoria piu’ strana di tutte.
Gli parlavano del suo gruzzolo duramente costruito durante gli anni come di una pianta che stava marcendo, mentre poteva crescere rigogliosa se avesse investito i suoi soldi nei loro prodotti. Per la verita’ Giovanni non era avido, non era alla ricerca di ritorni fantasmagorici, cercava solo di mantenere il potere d’acquisto che aveva costruito con il sudore della fronte.
Ma ormai doveva arrendersi all’evidenza: se non avesse investito in quegli strumenti finanziari strani le persone della banca l’avrebbero guardato con ironia e quasi aria di sfotto’. Doveva aggiornarsi. Le persone come Giovanni hanno un senso dell’autostima molto alto e non possono assoggettarsi a cio’.
Morale della favola: Giovanni ha investito i suoi risparmi in prodotti assicurativi unit linked e index linked. Dopo il recente crollo della borsa il suo capitale e’ stato piu’ che dimezzato ed in piu’ se vende le perdite saranno anche maggiori. Le penali per vendere prima del tempo sarebbero pesantissime.
Giovanni si era fidato della sua banca ed ora e’ rovinato. Deve pagare le medicine per se’, sua moglie e suo figlio ed e’ costretto ad uscire anticipatamente dall’investimento finanziario.
Una grande banca italiana ha guadagnato laute commissioni alle sue spalle e lo ha mollato senza alcun aiuto dopo.
Giovanni ha poi letto in un sito (www.assicurazione-online.it) questo:
“Una polizza vita di tipo "unit linked" è innanzitutto una polizza vita ad alto contenuto speculativo. Il denaro, cioè il premio, che si consegna al gestore (banca, SIM o compagnia d'assicurazione) viene cioè investito in quote di fondi di investimento, i quali posseggono generalmente una parte più o meno elevata di azioni. Il rendimento della polizza è così legato al rendimento del fondo; garanzie di rendimenti minimi o di riavere indietro quanto versato non ve ne sono.
La complessità del prodotto assicurativo unit linked e il rischio di subire elevate perdite sono inidonei per persone con bassa conoscenza dei prodotti finanziari e ridotta propensione al rischio.”
Queste ultime parole sono abbastanza indicative. Il governo ha deciso di soccorrere le banche per evitare perdite ai risparmiatori. Ma Giovanni sta fuori da questa categoria. Lui, che sa poco o niente di prodotti finanziari, e’ considerato un investitore sofisticato. Percio’ le perdite che subisce sono a suo carico. E’ questo che la banca gli ha detto.
E mi chiedo:
Che fa la Vigilanza della Banca d’Italia, la Consob, e gli altri organi di controllo? Ed il governo?
Perche’ le banche possono arricchirsi alle spalle di poveri risparmiatori ignari di quello che comparano e poi essere salvate dopo che hanno bruciato grossi capitali?
L’ironia della sorte e’ che Giovanni paghera’ due volte: una con la perdita dei propri risparmi e due con le maggiori imposte che dovra’ pagare perche’ lo stato copra le perdite delle banche che gli hanno appioppato prodotti finanziari a dir poco scabrosi.
E questo quando quelle stesse banche ed il loro top management rimarranno la’ perche’ il governo le ha salvate e proprio con i soldi dei risprmaitori e quindi anche di Giovanni.
E mi tornano alla mente le parole che il mio vecchio professore di liceo citava sempre:
“Il sonno della ragione genera mostri”.
Fino a quando dovremo pagare per i mostri che sonoin alcune banche nostrane?
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