Tempi duri per la stampa italiana all' estero. Tagli forsennati. Giornali che
chiudono. Altri che diventano sempre piu' mini, anzi mini-mini.
Ma ci sono alcuni che, nell'ombra della crisi, ce la fanno anzi guadagnano e
molto bene. Tutta invidia dirai tu caro lettore perche' a te di Cicero non danno
niente. Forse hai ragione caro lettore.
Ma in questa calda estate romana ti voglio raccontare una storia che fa
ghiacciare il sangue nelle vene a coloro che pensano che la crisi ha tagliato
tutti i cordoni della borsa per la stampa italiana all' estero.
Ma andiamo con ordine.
Il 24 gennaio 2013, nel pieno dei tagli forsennati del governo Monti che
prometteva lacrime e sangue e riduceva il costume della stampa italiana all'
estero ad un filo interdentale brasiliano veniva stipulato tra la Presidenza del
consiglio dipartimento per l'informazione e l'editoria, il Ministero degli
Affari Esteri e l'agenzia giornalistica 9 colonne un interessante contratto.
La premessa era molto interessante: Considerato che l'agenzia giornalistica
9colonne occupa sul panorama nazionale e internazionale una posizione di
preminenza nel settore dell'informazione sugli italiani all' estero e le
tematiche migratorie.
Permettetemi una piccola digressione. Entrando nel sito web della gloriosa
agenzia 9colonne la notizia di testa (con tanto di fotografia) e': "L'ape che da
il 5 " video cult sul web".
Demo ammettere che questa e' sicuramente una notizia sconvolgente nel settore
dell'informazione sugli italiani all' estero e sicuramente giustifica la
posizione di preminenza di 9colonne nel panorama internazionale.
Ma torniamo al contratto. la commissionaria (9colonne) si impegnava a fornire
dal 1 gennaio al 31 dicembre 2013 un notiziario speciale sul sistema Italia
denominato"BigItaly focus"dedicato ai comparti di eccellenza del made in Italy,
etc. etc.
Tutto questo con un notiziario costituito da 5 servizi di approfondimento
quotidiani dal lunedi'al venerdi in lingua italiana e inglese, notiziario
disponibile sul sito dell'agenzia 9colonne.
A dire il vero abbiamo analizzato gli articoli in inglese di BigItaly focus e
alcuni sembrano la esatta traduzione in inglese del comunicato stampa dell' ANSA
(ad esempio quello relativo al Gama Movie Animation del luglio 19 molto simile
nella prima parte al comunicato della' Ansa del 18 luglio 2013).
Interessante anche che si tratta sempre di 5 articoli come da contratto (ad
eccezione di oggi all'ora di scrivere quando ce ne sono 4) e trattano di
Ramazzotti, Gama, il commento di Bassanini e il contratto di Enel Green Power.
Mi permetto di aggiungere che si tratta di notizie non travolgenti per gli
italiani all' estero.
Ma quello che veramente colpisce nel contratto stipulato e' il compenso per
9Colonne: 170.000 euro per il servizio nell'intero anno, anche per trasmettere
le dirompenti notizie di 9colonne su Iphone e Ipad e Android tutte tecnologie
che gli italiani all' estero usano in maniera forsennata secondo la Presidenza
del consiglio.
I soldi saranno pagati meta' dalla Presidenza del consiglio e meta' dal
Ministero degli Esteri.
Facciamo due conti: 5 notizie al giorno per 365 giorni significa 1825 notizie
l'anno. Al prezzo di 170.000 euro l'anno significa 93 euro per notizia.
Sicuramente vista la qualita' delle notizie trasmesse, la tecnologia di punta
usata e la vastissima audience dell'agenzia 9colonne si tratta di una spesa ben
fatta.
Ma la domanda che mi viene alla mente e' la seguente: quando Monti e i suoi
seguaci tagliavano tutto nell'area degli italiani all' estero ebbero una
"particolare sensibilita' per l'agenzia di notizie di Paolo Pagliaro, il famoso
giornalista di otto e mezzo di LA7.
Perche'?
sabato 20 luglio 2013
Stampa italiana all' estero: Tutti siamo uguali ma alcuni sono più' uguali degli altri
Tagli, tagli tagli. Per tutti ma non per tutti. Si perché' i contributi per i
quotidiani italiani editi e diffusi all'estero hanno numeri che fanno arrabbiare
anche il più' calmo degli osservatori.
Perché'? mi chiederai caro lettore?
Leggi sotto i numeri pubblicati nel sito del governo.
CONTRIBUTI PER QUOTIDIANI ITALIANI EDITI E DIFFUSI ALL'ESTERO
Totale 6 milioni di euro di cui 181 mila euro (3% del totale) per la Voce d'Italia pubblicato in Venezuela.
Cio' significa che Brasile ed Argentina che hanno circa il 40% della popolazione italiana residente all' estero (secondo le stime aggiornate contando anche i non iscritti all' Aire) non ricevono un centesimo.
Al tempo stesso la Croazia (che non e' nota per avere una comunità' italiana paragonabile a quella dell' America Latina), riceve con la Voce del Popolo la bellezza di 698 mila euro o il 12% del totale dei contributi distribuiti alla stampa italiana all' estero.
Se poi consideriamo che nella classificazione del governo i giornali del Nordamerica ricevono 3.592 milioni di euro (60% del totale) ci chiediamo come sono ripartiti i soldi. Criteri politici?
Sicuramente non criteri rappresentativi delle comunità' italiane all' estero. Cifre che gridano allo scandalo.
La comunità' italiana più' grande al mondo(in sudamerica) non riceve quasi niente e gli italo-croati il 12%.
E i nostri politici eletti all' estero che fanno?
Mentre i nostri politici del Sudamerica non hanno fatto niente per noi del Sudamerica la bella senatrice Francesca La Marca ha chiesto intervento a favore del corriere Canadese al sottosegretario Legnini.
E dire che il Corriere Canadese e' posseduto da una multinazionale che guadagna con i contributi governativi. Ed in più' il Corriere canadese ha ricevuto la bellezza di 1.266 milioni di euro nel 2011 (il 21% del totale dei fondi).
Tuttavia non soddisfatta di ciò' la Multimedia Nova Corporation ha interrotto la pubblicazione del corriere Canadese perché' reputa i contributi insufficienti per il Corriere Canadese.
E come al solito ci viene in mente il vecchio detto di Gerge orwell; Tutti siamo uguali (noi italiani all' estero) ma alcuni sono più' uguali degli altri.
Max Bono
Perché'? mi chiederai caro lettore?
Leggi sotto i numeri pubblicati nel sito del governo.
CONTRIBUTI PER QUOTIDIANI ITALIANI EDITI E DIFFUSI ALL'ESTERO
Totale 6 milioni di euro di cui 181 mila euro (3% del totale) per la Voce d'Italia pubblicato in Venezuela.
Cio' significa che Brasile ed Argentina che hanno circa il 40% della popolazione italiana residente all' estero (secondo le stime aggiornate contando anche i non iscritti all' Aire) non ricevono un centesimo.
Al tempo stesso la Croazia (che non e' nota per avere una comunità' italiana paragonabile a quella dell' America Latina), riceve con la Voce del Popolo la bellezza di 698 mila euro o il 12% del totale dei contributi distribuiti alla stampa italiana all' estero.
Se poi consideriamo che nella classificazione del governo i giornali del Nordamerica ricevono 3.592 milioni di euro (60% del totale) ci chiediamo come sono ripartiti i soldi. Criteri politici?
Sicuramente non criteri rappresentativi delle comunità' italiane all' estero. Cifre che gridano allo scandalo.
La comunità' italiana più' grande al mondo(in sudamerica) non riceve quasi niente e gli italo-croati il 12%.
E i nostri politici eletti all' estero che fanno?
Mentre i nostri politici del Sudamerica non hanno fatto niente per noi del Sudamerica la bella senatrice Francesca La Marca ha chiesto intervento a favore del corriere Canadese al sottosegretario Legnini.
E dire che il Corriere Canadese e' posseduto da una multinazionale che guadagna con i contributi governativi. Ed in più' il Corriere canadese ha ricevuto la bellezza di 1.266 milioni di euro nel 2011 (il 21% del totale dei fondi).
Tuttavia non soddisfatta di ciò' la Multimedia Nova Corporation ha interrotto la pubblicazione del corriere Canadese perché' reputa i contributi insufficienti per il Corriere Canadese.
E come al solito ci viene in mente il vecchio detto di Gerge orwell; Tutti siamo uguali (noi italiani all' estero) ma alcuni sono più' uguali degli altri.
Max Bono
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