Sapevate che ci sono italiani in condizione di estrema indigenza, specialmente in America Latina ed in Brasile?
Sapevate che a Salvador de Bahia alcuni italiani ed oriundi fanno più di due-tre km a piedi per andare a lavorare la mattina e lo stesso al ritorno? Perché? L’autobus costa 2 reais, poco meno di un euro, che per 20 giornate lavorative al mese corrisponde ad 80 reais ecioè al 21% del salario mínimo (380 reais).
La loro sfortuna è che quest’anno, a causa delle mutazioni climatiche, le pioggie a Salvador sono state piuttosto intense per tutto l’anno e non pochi connazionali, costretti a camminare per chilomentri sotto la pioggia, si sono seriamente ammalati e non hanno quindi nemmeno potuto lavorare per garantire il loro misero salario alle proprie famiglie.
Le condizioni di miseria di alcuni nostri connazionali sono tali da costringerli a vivere nelle invasioni (come si chiamano le favelas di Salvador de Bahia) in situazioni da rabbrividire, dove piogge piuttosto forti causano frequentemente frane e morti.
E l’Italia che fa per questi sfortunati connazionali che sembrano essere dimenticati dalla buona sorte?
Beh, per la verità non ha trovato spazio, nella recente finanziaria 2007, nemmeno uno stanziamento misero che permettesse a questi nostri sfortunati connazionali di ricevere 123 euro al mese, uma somma così irrisoria che persino in Brasile non muterebbe quasi in niente la loro vita.
Ma com’è possibile, visto che per la prima volta nella storia italiana ci sono parlamentari ítalo-brasiliani nel Parlamento?
I lamenti della comunità ítalo-brasiliana sono davvero singolari, dal momento che i leader della protesta appartengono alla maggioranza che governa l’Italia, e quindi dovrebbero avere um canale privilegiato con il governo. Delle due l’una: o non sono ascoltati dalla propria maggioranza (e quindi non valgono molto) o non si fanno ascoltare (e quindi dicono ai propri elettori cose diverse da ciò che fanno).
Tuttavia, se notiamo ad esempio l’iniziativa di Italia Lavoro in Brasile, con uno stanziamento di ben 6 milioni di euro che, come precedentemente descritto, beneficia esclusivamente la camera di commercio di São Paolo, vediamo che:
1) non è vero (come autorevoli rappresentanti del governo affermano) che non ci sono i soldi, visto che sono stati trovati per la discutibilissima iniziativa a favore della camera di commercio di São Paolo;
2) i rappresentanti ítalo-brasiliani riescono davvero a produrre risultati (come la menzionata iniziativa) anche se non a beneficio degli ítalo-brasiliani ma a quello delle istituzioni per cui operano.
Ci sono istituzioni a favore degli italiani all’estero basate a Salvador de Bahia che tentano di aiutare questi nostri connazionali, ma il locale consolato onorario, con la sua burocrazia, è un ostacolo in più per risolvere i problemi.
“La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.” E’ l’art. 2 della costituzione italiana, ma per gli italiani di Bahia è lettera morta.
I doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale non esistono per Giovanni e Stefano, italiani di Bahia che anche oggi affronteranno la pioggia torrenziale a piedi, mentre a São Paolo la Camera di Commercio continua in un progetto dispendioso e senza risultati concreti per gli italiani del Brasile.
Pubblicato il 17 Settembre 2007
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