Gennaio 2009: uno dei leader storici di Hezbollah, detenuto da 2 anni negli USA, non viene estradato in Israele. Nonostante la domanda personalmente inoltrata al Presidente Bush quest’ ultimo decide che si tratta di un caso di persecuzione politica e decide di negare la domanda, concedendo asilo politico. L’ironia della sorte e’ che, alcuni mesi prima, il presidente Bush, visitando Israele, aveva praticamente “promesso”l’estradizione.
Storia immaginaria la nostra, compilata dalla nostra redazione di New York. Tuttavia questa storia illustra bene l’umiliazione sofferta dall’Italia nel caso di mancata estradizione di Cesare Battisti del gruppo Proletari Armati. Perche’? Semplice: la nostra storia immaginaria e’ molto simile a quella vera successa nel caso Battisti. Cambiate gli stati coinvolti (gli USA ed Israele con Brasile e Italia), le persone (leader di Hezbollah con Cesare Battisti) ma lasciate uguali le circostanze. Vedrete che i fatti coincidono.
La domanda e’: perche’ un caso simile si e’ verificato in Brasile e mai si verificherebbe negli USA?
Semplice: la lobby ebraico-americana avrebbe fatto un rumore d’inferno e il leader di Hezbollah sarebbe stato immediatamente estradato. La lobby ebraica e’ cosi’ insericata nella politica di Washington e quella di Tel Aviv che decide praticamente tanto nella prima quanto nella seconda capitale. Non cosi’ quella italo-brasiliana. Essa conta come il due di briscola tanto per la politica brasiliana quanto per quella italiana.
Ironia della sorte e’ che lo stesso giudizio puo’ essere usato per la politica estera italiana. La figura fatta dal nostro ministro degli esteri e dalla nostra diplomazia e’ penosa. Non contiamo niente. Se non riusciamo ad influire su decisioni come quella del caso Battisti dobbiamo ammetterlo che la nostra politica estera e’ fallimentare.
Di nuovo la causa di tutto e’ la bassissima attenzione data agli italiani all’estero e, nel caso concreto, agli italiani del Brasile. Non ci si puo’ lamentare che non valiamo molto e siamo umiliati se poi noi stessi umiliamo in patria l’unico punto di appoggio che l’Italia conta in Brasile. I 30 milioni di oriundi italiani che hanno un peso elettorale enorme, che possono decidere il prossimo presidente del Brasile, se fossero uniti e si muovessero all’unisono con l’Italia.
Cosa normale negli USA per la lobby ebraica, cosa assurda per la lobby italiana in Brasile.
E, come gia’ detto in passato, la ragione e’ perche’ l’Italia abbandona completamente gli italiani all’estero, come quelli in Brasile, piuttosto che coltivarseli con gelosia, come fanno gli altri paesi con i loro discendenti all’estero. E fintanto che cio’ avverra’ e’ inutile illudersi: fatti come questi continueranno e l’Italia mangera’ la polvere.
Il vedersi avverare le proprie predizioni, come Cassandra, e’ proprio una magra soddisfazione per chi, come il sottoscritto, ripete questa cose da anni. Fintantoche’ non muta la relazione con gli italiani all’estero, la politica estera dell’Italia rimarra’ cosa da Pulcinella. Fino a quando l’Italia umiliera’ gli italiani all’estero e sara’ umiliata dagli stessi paesi dove quegli italiani risiedono?
Nessun commento:
Posta un commento