mercoledì 14 gennaio 2009

Complotto contro gli italiani all’estero?

E’ partita. La campagna di dinformazione. Potente. Oscura, nebulosa ma costante.
Ma di che parli, Max, vaneggi? ti starai chiedendo mio caro lettore.
No, e se leggi quest’articolo fino all’ultima riga capirai di cosa parlo.
Di una rottura dello status quo, del pantano in cui le comunita’ degli italiani all’estero sono rimaste infognate per anni e che un gruppo di persone sta cercando (e anche con discreto successo) di tirarle fuori.
E permettemi, prima di arrivare al dunque di questa oscura storia, di fare una precisazione (e poi vedrete il perche’ di essa).
Max Bono non e’ una persona, lo scrivente e’ solo l’ultima ruota del carro e neppure la piu’ importante. Il contenuto degli articoli scritti da Max Bono e’ coordinato da un team di persone basate a Sao Paolo, a Rio de Janeiro, a Salvador de Bahia, a Buenos Aires, a New York, a Milano, in Sud Africa. Percio’ screditare lo scrivente influisce in poco o niente sul lavoro del team che puo’ facilmente trovare un sostituto al sottoscritto.

E veniamo a lei, alla campagna, al complotto contro lo scrivente, che in realta’ ha come obiettivo finale gli italiani all’estero.

Da quando Max Bono ha scoperchiato il vaso di Pandora delle tematiche degli italiani all’estero ne e’ uscito di tutto, ma veramente di tutto. Politici di livello, parlamentari, gruppi di opinione sugli italiani all’estero, persone comuni che hanno subito torti di varia natura all’estero, tutti hanno inondato la casella di email freethinking2004@yahoo.com di Max Bono e persino della ong per cui lavoro APK.
Un dibattito vivace, salutare, dinamico sulle problematiche degli italiani all’estero come mai in passato si e’ esteso ai siti su cui scrivo e persino sulle agenzie specializzati e giornali cartacei. Sembra che il bisogno di espressione delle comunita’ italiane all’estero si sia rivelato finalmente con decisione.
Ma ahime’, insieme a cio’, e’ uscita fuori lei, la campagna di dsinformazione tesa a denigrare il sottoscritto, a diminuire il valore di cio’ che scrive, a dire che e’ tutto falso, errato, senza senso.
Tutto e’ cominciato con una email innocente di un lettore che, sconvolto da un mio articolo sugli indigenti di Bahia, si e’ nobilmente offerto di aiutare l’indigente menzionato nell’articolo.
Poi pero’, lungi da fare cio’ menzionato, e’ partita dallo stesso lettore su un sito una serie di critiche costanti sul sottoscritto che ha sconfinato nell’offensivo. Dopo che finalmente questo lettore e’ stato posto in condizioni di non nuocere, strane emails sono arrivate tanto al sottoscritto quanto ai siti per cui scrivo. Nelle emails che io ricevevo si denigravano i siti e in quelle che ricevevano i siti si denigrava il sottoscritto.
Insomma una vera e propria campagna di disinformazione e’ in atto tanto sul sottoscritto quanto sui siti dove scrivo.
Ma perche’?
E qui arriviamo al nocciolo della questione. Le comunita’ italiane all’estero, anche per la loro inerzia (in alcuni casi) sono state mantenute in un sonno soporifero per decenni. Poi improvvisamente e’ stato dato loro il potere di avere propri rappresentanti al Parlamento italiano. Questo pero’ senza modificare in nulla la loro situazione economica, finanziaria sociale e politica.
Esiste una potente lobby politico-diplomatica che e’ fermamente decisa a protrarre lo status quo di situazione soporifera in cui versano le comunita’ italiane all’estero. Esiste anche una lobby economica legata ai fondi per gli italiani all’estero con la stessa finalita’ tanto in Italia e all’estero. A questa lobby piace che le discussioni sugli italiani all’estero siano mantenute eteree, piene di discussioni vuote, senza contenuti concreti e soprattutto senza effetti.
Discutere su tutto per non cambiare nulla questo sembra essere il loro motto. E l’atteggiamento delle comunita’ italiane all’estero, da sempre cronicamente senza voce in capitolo, sembrava facilitare e assecondare questa strategia.

Ma inprovvisamente arriva il team Max Bono, con le sue campagne a favore degli indigenti, dei detenuti all’estero, che questiona i fondi all’editoria ed il comportamento della rete consolare e soprattutto le dichiarazioni molto spesso senza alcun effetto dei rappresentanti italiani eletti all’estero.

Questo team con l’appoggio di siti prestigiosi in Italia e all’estero, specializzati e non, sembra rompere il vuoto di informazione sulle comunita’ italiane all’estero, sembra scuoterle dal loro torpore secolare. Cio’ non va bene, sembra dire la potente lobby.
Ed ecco spiegata la campagna di disinformazione in corso.

Avra’ effetto? A te lettore l’ardua sentenza.

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