“Caro Max sei stato fortunato, molto fortunato. In 9 casi su 10 si muore in incidenti come il tuo”.
Chi mi stava di fronte era il mio caro amico, ortopedico che conoscevo da anni.
A lui avevo raccontato quanto mi era successo alcuni mesi prima a Porto Seguro in Brasile.
Era circa mezzanotte e stavo andando in compagnia della mia amica ad una festa sulla spiaggia. Una festa come tante altre a cui avevo partecipato.
Avevo 33 anni.
Le strade del lungomare di Porto Seguro, come al solito, avevano pochi lampioni. Era buio.
Io e la mia ragazza attraversammo la strada poco fuori il centro cittadino.
Nell’attraversare la strada passai dall’altro lato.
In un attimo successe tutto.
Chiusi gli occhi. un attimo dopo li riaprii.
Ero vestito di bianco. La testa mi faceva male. Toccai la parte posteriore della testa. C’era sangue, molto sangue, che gocciolava dietro una grande fascia. Mi guardai intorno. Ero su un lettino. Di un ospedale. Era giorno. Non capivo cosa era successo.
Perche’ ero li’? Avevo solo un camice bianco addosso. Dov’erano i miei vestiti? Cosa era successo?
Toccai di nuovo la testa. C’era sangue. Cominciai a chiamare qualcuno in portoghese.
Finalmente qualcuno arrivo’. Una infermiera vestita di bianco mi disse di non muovermi. Dissi che non ci pensavo nemmeno. Volevo andarmene.
L’infermiera mi disse che avrebbe chiamato il medico. Questo arrivo’ e mi disse di non muovermi.
Avevo subito un incidente gravissimo. Erano le 8 del mattino. Ero stato in coma per 8 ore. Nelle ore passate avevo respirato solamente. Tutte le mie funzioni vitali funzionavano. Il cuore batteva. Per il resto ero morto.
Poi improvvisamente mi ero svegliato. Ero uscito dal coma. E stavo bene. Solo la testa mi faceva molto male. Ma cosa era successo?
Te lo spieghera’ la tua ragazza disse.
“Voglio andarmene e ora” urlai. Non voglio stare qui un minuto di piu’”.
Il medico mi guardo’ negli occhi e disse: “Va bene. Se firmi il documento del consenso e di liberazione dalla responsabilita’ puoi andare”.
Io acconsentiti subito. Firmai. e me ne andai.
La mia ragazza stava nella sala d’attesa in lacrime. Prendemmo un taxi che mi porto’ in albergo.
Lei mi spiego’ cosa era accaduto in lacrime.
“Era circa mezzanotte. Stavamo attraversando la strada. La feci passare dall’altro lato della strada. In quel momento un autobus passo’ ad alta velocita’.
Nel buio della notte nessuno lo vide. Ne’ io ne’ lei.
L’autobus batte’ violentemente il suo fianco contro la mia testa. Non si fermo’ e ando’ via.
Io caddi a terra in una pozza di sangue. La mia testa era rotta.
A terra in mezzo alla strada tutto sangue.
La mai ragazza comincio’ a chiedere aiuto alle macchine che passavano. In lacrime gridava di fermarsi. Nessuno si fermava. Dopo molte insistenze finalmente qualche passante chiamo’ l’autoambulanza. A mezzanotte di un giorno qualsiasi devi aspettare in Brasile.
E io aspettai. Per 20 minuti nell’asfalto in una pozza di sangue con la testa rotta aspettai tra le lacrime di disperazione della ragazza.
Ma il corpo umano e’ fantastico.
“Sai cosa successe Max? Il corpo umano in casi gravissimi e’ come se staccasse la spina. Il corpo vive. Le funzioni vitali continuano. Ma la persona muore. Cade in coma profondo. Se hai fortuna, una cosa molto rara, ti svegli” Ma 9 su 10 non ti svegli piu’” mi disse il mio amico medico quando ero tornato in Italia.
E questo era successo. Mi ero addormentato. Ero morto. E poi sono risorto. Dopo 8 ore mi sono risvegliato.
Cosa ho imparato da questa esperienza? Che la vita e’ breve. Che bisogna fare le cose che vuoi fare veramente. Perche’ poi dopo se non c’e’ piu’ tempo e finisce tutto.
Da quel momento mi sono sentito un’altro. Dio mi ha dato la seconda possibilita’. E non l’ho sprecata.
Ho vissuto la mia vita e ho fatto cio’ che avrei sempre voluto fare. Nessun rimpianto.
Sono anche stato un incosciente. Andare via dall’ospedale la mattina dopo e’ stato molto rischioso. Potevo aver ricadute pericolosissime.
Oggi ho una grande cicatrice in tutta la testa.
Dopo ho sentito molte persone dire molte cose.
Ma ora, con la mia famiglia, con i miei figli e mia moglie che mi vogliono bene, ringrazio Dio per la seconda possibilita’ che mi ha dato.
Sono felice perche’ nonostante tutte le difficolta’ la vita va avanti.
La vita’ deve essere vissuta e non sprecata in inutili odi o rancori.
Io non odio nessuno. A volte mi arrabbio e molto. Ma nessun rancore.
Per usare il titolo di un vecchio film “La vita e’ meravigliosa”.
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