giovedì 2 aprile 2009

Di Girolamo, la vergogna degli italiani all’estero

“Caro Max scrivi sempre sul caso Battisti, e hai ragione. Tuttavia per parlare degli italiani all’estero devi parlare anche di altri casi. Che ne pensi del caso Di Girolamo?” mi chiede il mio lettore dal Belgio.
A ricordare il meraviglioso Belgio, dove decenni fa studiai al famoso College d’Europe di Brugge (reputata la migliore scuola al mondo per studi sull’Unione Europea), riconosco che il caso Di Girolamo mi fa vergognare di essere italiano.
Ironia della sorte per uno come me che e’ sempre stato fiero di essere italiano. Tuttavia cio’ che si insegnava al College d’Europe sulla formazione di un futuro europeo era basato su un principio molto semplice: il rispetto delle leggi, per lo meno quelle basilari. Ed il caso Di Girolamo rappresenta il contrario. Rappresenta il buggerarsi di tutte le regole sulle quali si fonda la democrazia. Nessuna sorpresa che quando si parla di abolire i rappresentanti italiani eletti all’estero, il primo caso che viene citato e’ sempre il suo.

E bisogna ammetterlo. Con alcune eccezioni questo caso mostra quello che e’ sempre stato evidente in Italia. Quando si tratta di difendere i propri colleghi, la solidarieta’ di casta e’ spietata. Ma facciamo un passo indietro.

Vediamo che dice il sito Wikipedia a riguardo del “senatore abusivo” di Girolamo:
“Nelle elezioni del 2008 si candida per il Popolo della Libertà nella circoscrizione estero. Tuttavia, di Girolamo non risulta, all'atto della candidatura, residente all'estero, ma avrebbe presentato domanda di residenza in Belgio solo l'8 maggio 2008, dopo le elezioni. Mancherebbero dunque i requisiti per l'elezione. Per questo il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma ha chiesto per di Girolamo gli arresti domiciliari con le accuse di aver attentato ai diritti politici dei cittadini, falsa attestazione o dichiarazione a un pubblico ufficiale sulla sua identità, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici determinata dall'altrui inganno, concorso in falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, concorso in falsità in atti destinati alle operazioni elettorali determinata dall'altrui inganno, concorso in abuso di ufficio, falsità in atti destinati alle operazioni elettorali, false dichiarazioni sulle sue generalità.
Nel settembre 2008, il Senato non concede però l'autorizzazione all'arresto; le prove contro di lui sono però utilizzate dalla stessa Giunta per proporne la decadenza dal seggio di senatore.
Il 29 gennaio 2009 l'Assemblea del Senato - respinta la proposta di rinvio della discussione sulla decadenza dal seggio - ha preferito capovolgere la proposta della Giunta, a cui è stato ordinato di riesaminare il caso e di riportarlo in Assemblea solo dopo la sentenza penale definitiva.”

A questo punto e’ evidente che, se anche uno come Tremaglia (PDL) definisce il caso di Girolamo “una vergogna” significa che una cosa abominevole e contro tutte le regole democratiche sta accadendo.

Ma veniamo alla solidarieta’ di casta. Il 24 settembre, con il voto segreto al Senato questi sono stati i risulati sull’arresto di Di Girolamo: 204 no all’arresto (Pdl, Lega, Pd, Udc), soltanto 43 sì (IdV e qualche pidino sciolto).

E allora diciamocelo francamente. Quello che conta e’ la solidarieta’ di casta. Come nel caso Di Girolamo. E allora evitiamo di incolpare gi italiani all’estero per le vergogne nazionali. Come quella della solidarieta’ di casta per il caso di Girolamo.

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