Siamo tutti li’ a fare la conta al rovescio per il capodanno con lo spumante in mano. Meno 5, meno 4 , meno 3 meno 2 meno 1 e stop: Lula concede asilo politico a Cesare Battisti, condannato per pluriomicidio in Italia. Colpo di scena all’ ultimo secondo l’assassino italiano guadagna le vacanze a Copacabana per il resto dei suoi giorni. Il chicken game è finito. Il banco vince.
Ve l’aspettavate? Si? No? Forse? La querelle del caso Battisti è stata talmente discussa, ridiscussa, affrontata da tutte le angolature che francamente gli italo-brasiliani sono in attesa della fine. Altra cosa è il lieto fine pero’. Quello non ci sara’ probabilmente.
Cosa si puo’ apprendere da questa storia? Che l’Italia ancora una volta ha perso una occasione per valorizzare il suo popolo oltre frontiera, quello degli italiani all’ estero.
I 30 milioni di italiani oriundi che fanno del Brasile il paese piu’ italiano al mondo fuori dei confini nazionali sono dimenticati, guardati con indifferenza per non dire con distacco.
L’Italia ignora i suoi figli. Non vuol sapere di loro. La disapora italiana, la maggiore della storia dell’umanità è ignorata dalla Patria.
Nessuna sorpresa che poi l’Italia non è in grado di influenzare minimamente la politica del Brasile nemmeno nel farsi ridare il pluriomicida condannato in Italia.
Umiliata da un paese che annovera tra i suoi massimi dirigenti molti con il nome italiano. Ma solo il nome è italiano. Il resto è brasiliano.
Perchè? Perchè l’ Italia non ha una politica verso gli italiani all’ estero. Meno ne sente parlare meglio è. Quando un businessman italiano viaggia all’ estero l’ultima cosa che fa è consultare un italiano nel paese dove si reca. Al contrario degli inglesi o americani o francesi.
L’Italia e gli italiani in Italia non sanno valorizzare il loro patrimonio all’ estero. Al contrario sono completamente ignoranti a riguardo e non lo conoscono. Risultato: una politica estera altalenante, senza direzioni, senza scopi. Una politica estera da bocciare in toto.
E questo non perchè la destra è al potere. La sinistra faceva la stessa cosa. La cosa paradossale è che quando si tratta di italiani all’ estero le differenze tra i blocchi politici italiani scompaiono.
La politica è la stessa. Ignorare gli italiani all’ estero. Di tanto in tanto si sviluppano alcuni programmi a favore di istituzioni italiane che colla scusa di aiutare gli italiani all’ estero ricevono soldi dallo stato e se ne beneficiano. Senza ricadute concrete sugli italiani all’ estero.
I consolati sono tagliati selvaggiamente nei programmi ministeriali. I corsi di lingua diventano sempre meno. L’editoria italiana all’ estero ha tagli sempre piu’ grossolani ed è terra di conquista per alcuni gruppi editoriali che ricevono la maggior parte dei benefici.
Essere italiano all’ estero significa essere nelle mani di Dio, specie se si è detenuto all’ estero.
L’enorme potenziale economico-finanziario della comunità italaina oriunda nel mondo è dilapidato in maniera grossolana dai nostri politici che quando le visitano le trattano come fenomeni di barracone. Gli eletti all’ estero, con qualche eccezione, sono talmente censurabili che alcuni sono anche finiti in galera per collusione con mafia e ndrangheta.
E alla fine l’ironia della sorte: la comunità italo-brasiliana è addirittura accusata di non appoggiare la richiesta di estradizione di Battisti.
E’ proprio vera la famosa frase di Toto’ a riguardo. Guardando in faccia la nostra classe politica verrebbe da dire: ma fatemi il piacere.
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