Buco nell’acqua. Spreco di soldi pubblici. Soldi buttati dalla finestra. Questo sembra il vero risultato dell’ultimo tentativo dei parlamentari italiani di influenzare quello che sembra un risultato scontato: la non estradizione del terrorista Battisti. Perche’? Cerchiamo di spiegarlo.
In questi giorni a Brasilia si parla italiano.
Guarda caso nella settimana del Carnevale brasiliano siamo stati onorati dalla contemporanea presenza di due delegazioni di parlamentari italiani che sono venuti in Brasile per tentare di influenzare il risultato del processo di estradizione. Nientemeno che il vice-presidente della Camera Maurizio Lupi in compagnia dell’onorevole Porta (su esplicita richiesta del presidente Fini) hanno incontrato il neoeletto presidente della Camera dei deputati brasiliana, Michel Temer.
''Il colloquio -informa un comunicato dell'ufficio stampa di Lupi- ha consentito di trasmettere un messaggio chiaro e autorevole di calorosa attenzione e di forte aspettativa di una soluzione positiva del caso Battisti.” I due ''hanno inoltre sottolineato la vivissima aspettativa dell'Assemblea e di tutte le Istituzioni italiane circa una pronuncia del Supremo Tribunal Federal a favore dell'estradizione di Cesare Battisti.”
E c’era bisogno di venire fino a Brasilia dopo un carissimo giro per il Brasile per manifestare questa aspettativa? Quanto e’ costato il viaggio dei nostri parlamentari: 10, 20, 30 mila euro? Tutto questo per un buco nell’acqua?
Al tempo stesso le delegazioni delle Associazioni di amicizia tra Italia e Brasile, composte per parte italiana dal presidente Domenico Scilipoti (IdV) e dal segretario Carlo Monai e per parte brasiliana dal presidente Mauricio Trindade, hanno incontrato il vice ministro, Pedro Abramovay, il senatore Eduardo Suplicy e il deputato Jose Eduard Cardezo, per discutere del caso di Cesare Battisti. Inoltre i due parlamentari italiani hanno incontrato il senatore Josè Sarney, presidente del Senato federale brasiliano per la stessa ragione. Stesso risultato e probabilmente stesso costo del viaggio. Non sappiamo se il costo di questo viaggio e’ a carico del nostro Parlamento e giriamo questa domanda ai diretti responsabili.
A parte il caso dell’onorevole Porta, che vive in Brasile e che e’ aduso a venire qui, la spiegazione piu’ plausibile di un viaggio durante il periodo di Carnevale per influenzare il risultato del processo di estradizione che dipende dalla decisione del Supremo Tribunal Federal e’ il carnevale stesso. Perche’? direte voi miei lettori.
Beh il punto e’ il seguente: sia il ministro della Giustizia brasiliano che il presidente hanno gia’ chiarito che per loro il caso e’ chiuso. L’unica possibilita’ di rimettere tutto in discussione e’ se il Supremo Tribunal Federal dichiara la illegittimita’ della norma che affida al ministro di giustizia la decisione di un processo di estradizione.
Lasciatemi fare una domanda. Il Supremo Tribunal Federal equivale alla nostra Corte Costituzionale. Ora se la Corte Costituzionale italiana dovesse decidere a legittimita’ o meno di una norma italiana, avrebbe senso incontrare il presidente della Camera o del Senato per influenzare la decisione dell’ alta Corte? Anche uno studente di giurisprudenza risponderebbe che si tratterebbe di una pretesa assurda. Di qui il risultato sarebbe un prevedibile buco nell’acqua.
Se il costo dei viaggi di entrambi le delegazioni fosse a carico del Parlamento italiano si tratterebbe di un costo probabilmente di minimo 50.000 euro. Soldi che potrebbero essere utilizzati per gli emigrati italiani in condizione di indigenza in Sudamerica. Se si desse 500 euro a testa si potrebbero assistere 100 indigenti, il che non e’ poco.
Ma allora perche’ i nostri parlamentari (con l’eccezione di Porta) sono venuti in Brasile, visto che era prevedibile il buco nell’acqua?
Ma come non pensarci? Vedere il Carnevale, nel Sambodromo, a spese del Parlamento italiano.
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