“Mio caro Max, il caso Battisti ha sollevato il velo di ipocrisie e di falsita’ che avvolge gli italiani all’estero. Mai come ora si vede la differenza tra la voce della comunita’ e la voce del padrone” mi dice con voce lenta e ferma il mio amico italo-brasiliano, emigrato di lunga data, che mi siede davanti nel classico boteco (bar povero) di Sao Paolo.
“Vedi. Il punto e’ il seguente. Le varie istituzioni di italiani all’estero (Comites, Intercomites, Cgie etc.) non hanno alcun contatto con la realta’ degli italiani all’estero. Agiscono quasi come sette segrete. Pochi sanno quando si riuniscono, di cosa discutono, le loro deliberazioni e soprattutto i loro componenti. Per la verita’ una gran parte degli italiani all’estero nemmeno sa che esistono ne’ che hanno la possibilita’ di fare loro proposte.”
E continua “I parlamentari eletti all’estero poi sono completamente slegati dalla realta’ delle comunita’ italiane elette all’etsero. Visitano tali comunita’ di tanto in tanto, stringono mani, fanno promesse e poi spariscono come sono arrivati. Non lasciano alcun segno. Molto spesso la comunita’ nemmeno sa che vengono. Sono i notabili locali che li incontrano. I nostri rappresentanti agiscono come i signorotti locali medioevali, che visitano il loro grande feudo incontrando solo i loro sottoposti e i consoli locali. Anche in Italia e’ un po’ cosi. Ma per gli italiani all’estero lo scollamento tra comunita’ civile e istituzioni italiane e’ totale.”
Il mio amico si ferma e sorseggia le cervejinha (birretta) locale in questo caldo asfissiante di Sao Paolo. E poi ricomincia. “Il sistema istituzionale italiano degli italiani all’estero e’ percio’ molto simile a quello medioevale dove non c’era contatto tra i governanti e i governati.
I governanti, da un lato, fanno sentire la voce del padrone. Tramite le cosiddette istituzioni italiane all’estero, i consolati ei i vari giornali all’estero fanno dichiarazioni completamente slegate dalla realta’ delle comunita’ italiane all’estero. Permettimi una piccola digressione per i giornali, anche quelli on-line con poche eccezioni. Sembrano quasi dei megafoni dei vari partiti di destra e di sinistra in Italia, intervistano e sentono solo loro i signorotti locali all’estero, vale a dire i rappresentanti dei partiti, dei Comites, delle istituzioni italiane all’estero. Tutte persone che, con qualche eccezione, hanno da molto tempo perso il contatto con la realta’ vera delle comunita’. Si’, e’ vero, alcuni sono democraticamente eletti, ma alla stessa maniera di quegli organi che sorsero nelle fasi iniziali di democrazia nella storia dell’umanita’. Sistemi democratici eletti per quote, un po’ simili alla camera dei Lord in Gran Bretagna, molto poco rappresentativi. Dei parlamentari all’estero abbiamo gia’ detto.”
E qui, data l’eta avanzata il mio amico si ferma per raccogliere fiato.E ricomincia dopo un grande sospiro. “E veniamo a loro alle comunita’ italiane all’estero. Loro sono nate da sole, quasi autoctone piccole isole di italiani all’estero. Poco legate tra di loro e con la madrepatria, spesso perche’ essa si presentava a loro in questa maniera quasi autoritaria, dando loro istruzioni su cosa fare, tramite i consolati, i Comites o i cosiddetti giornali italiani all’estero. Come nel medioevo le istruzioni venivano dall’alto senza nessuna consultazione con la base, che passivamente subiva queste senza alcuna voce in capitolo. Ci sono stati alcuni casi ad esempio di consoli onorari, tipo quello di Salvador, che dovrebbero essere eletti tra le persone piu’ popolari della comunita’. Ebbene, in questo come in altri casi e’ esattamente il contrario ma il popolino della comunita’ all’estero non e’ stato minimamente consultato a riguardo.
E’ chiaro che in questa situazione le comunita’ italiane all’estero hanno cominciato a vivere di vita propria, in maniera totalmente slegata dalle istituzioni italiane all’estero, vissute quasi come i loro signorotti medioevali. Sono fiorite radio, giornalini locali ed e’ nata lei, la voce della comunita’ italiana. Molto spesso si trattava di persone che vivevano all’interno della comunita’, la conoscevano bene, parlavano pacatamente ed incontravano le persone membri di tale comunita’ e diffondevano le loro voci. Senza alcun tornaconto personale, ma solo perche’ membri loro stessi della comunita’. Poi d’improvviso internet ha cambiato tutto”.
Qui il mio amico si ferma e con gli occhi arrossati continua: “Con internet la voce della comunita’, che prima non usciva dalla stessa , e’ finalmente uscita da li’ dentro e si e’ internazionalizzata. E’ interessante notare che le voci delle varie comunita’ italiane all’estero si sono diffuse e dicono quasi le stesse cose. Le problematiche degli italiani all’estero sono le stesse dovunque nel mondo e mai sarebbero state conosciute se non fosse stato per internet.
Il caso Battisti ha messo drammaticamente a nudo questa realta’: da un alto la voce del padrone, autoritaria, forte, che, come in passato, ha dato direttrici su come la comunita’ italiana in Brasile doveva muoversi, cosa doveva fare e dire, senza alcun contatto con le problematiche della stessa, senza sapere quali sono i problemi quotidiani di tale comunita’, da vero signorotto medioevale.
Dall’altro la voce della comunita’ italiana in Brasile, che tu Max e pochi altri hanno sollevato. Questa voce ha smascherato le verita’ di questo caso. E vediamole queste verita’.
Le accuse alla comunita’ italiana in Brasile fatte per mascherare le inefficienze croniche nell’ handling (gestione) del processo di estradizione; il balletto diplomatico che e’ terminato con l’ambasciatore che alla fine rimane a Brasilia.
Le feroci accuse al Ministro di Giustizia brasiliano Genro, che denotano una profonda ignoranza di come vanno le cose in Brasile. Infatti la decisione dell’estradizione e’ stata personale del presidente Lula, checche’ se ne dica. Genro non poteva prendere da solo una tale decisione. Accusare Genro e’ come accusare un colonnello di voler iniziare una guerra: si tratta di una decisione del generale-presidente non di un semplice colonnello.
Ed infine (last but not least) lo scollamento tra comunita’ civile e politica. Tutti contro tutti sul caso Battisti. Dentro i partiti e tra i partiti. Un marasma che mostra solo come solo pochi sanno come funzionano le cose in Brasile e soprattutto dentro la comunita’ italiana.
La voce della comunita’ si e’ fatta sentire questa volta e ha ribattuto e rispedito al mittente le ingiuste accuse. Ma la domanda e’:
L’italiano in Italia avra’ capito tutto cio’? O dimentichera’ tutto al sole di Copacabana ballando durante il Carnevale?”
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