“Mio caro Max, nella política internazionale non si aspetta mai ma si gioca sempre d ´anticipo. Chi aspetta non conta molto” mi diceva il mio professore di liceo. Vecchio saggio che dovrebbe essere nominato ministro o per lo meno sottosegretario invece che campare con la misera pensione statale. Ma torniamo alle parole del professore: “quando si gioca d´anticipo, quando si stabilisce prima cosa accadra´dopo, solo cosi´si sta veramente giocando per vincere. Quando l´avversario sa che cosa succede se fa certe mosse allora sa i costi delle sue decisioni e si regola di conseguenza”.
E continuando, “Se invece caro Max il soggetto dell´ azione diplomática sta fermo, e´in attesa della mossa dell´avversario, questo e´perche´ha, di fatto, come minimo, gia´rinunciato a giocare. L´atteggiamento passivo o attendista significa delle due l´una: o il tipo há gia´mollato o non conta molto e percio´non puo´fare molto. In ambedue i casi non e´rilevante a livello di política internazionale”.
E se applichiamo lê conclusioni del mio professore di liceo al caso Battisti che vediamo?
Che il nostro ministro degli esteri aspetta la decisione della Corte Suprema brasiliana. E qual´é il piano B se la corte suprema dice no? Non c´é´piano B. E che figura farebbe, che credibilita´avrebbe un ministro che dice che “tutto e´a ´posto” se poi va male? Eh si perche´c´e´una responsabilita´politica mica da poco.
Sicuramente in futuro non sarebbe considerato seriamente a livello internazionale. Si trarrebbero le famose conseguenze, inevitabili in caso di fallimento dellázione diplomatica?
Mah dubito: l´Italia come vero paese del Carnevale troverebbe sicuramente la formula per giustificare l´ennesimo fiasco della nostra diplomazia. Una cosa sembra sicura: la comunita´italo-brasiliana e la sua voce non sara´consultata, come e´avvenuto in passato. Com le conseguenze che si vedono.
Eh si come direbbe il mio professore di liceo: “Mala tempore currunt”.
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