“Caro Max dopo i tuoi recenti articoli e’ tutto un fiorire di rappresentanti italiani all’estero. In sudamerica come in Nordamerica, in Australia come in Sudafrica questo termine e’ diventato comune dentro le comunita’ italiane all’estero. Molti si alzano ed affermano che loro sono i veri, gli autentici rappresentanti della comunita’. Ma chi sono per te veramente i rappresentanti degli italiani all’estero?” mi chiede il mio lettore dal Peru’?
Beh, la domanda e’ complessa perche’ si tratta di individuare una categoria molto ambita ma poco conosciuta veramente. Quando si spazia su aree enorme come interi continenti e’ illusorio pensare che qualcuno possa rappresentare gli umori della comunita’ italiana in un cosi’ vasto spazio. Tuttavia se si analizzano bene le caratteristiche delle comunita’ italiane all’estero si trovano comuni denominatori che fanno si’ che l’impresa di identificare chi possa rappresentare tali comunita’ non e’ poi cosi’ impossibile.
Proviamo percio’ a fare alcune comparazioni che sono assolutamente arbitrarie ma che danno idea di cosa parliamo. Che Guevara fu indubbiamente a torto o a ragione un leader dell’intera America Latina. Amato o odiato il Che fu colui con cui milioni di latinoamericani si identificarono. Forse la ragione di tale successo fu il fatto che, al di la’ delle ragioni politiche, il Che conosceva bene la realta’ sociale del popolo latinoamericano indipendentemente da dove si trovasse. Cio’ perche’, avendo viaggiato molto, aveva conosciuto le differenti realta’ dei vari paesi latinoamericani e, al di la’ delle notevoli differenze, aveva inteso le similitudini di base. Questa e’ forse la ragione della sua popolarita’ tra tutti gli strati sociali, al di la’ delle idee politiche. Ecco il leader di comunita’ cosi’ grandi da avvolgere interi continenti deve necessariamente conoscere le varie realta’ non “dall’ alto”, incontrando personalita’ di vertice delle comunita’, ma “dal basso”, parlando con le persone umili delle comunita’ e discutendo con loro i problemi. Sia che si tratti di leader di destra che di sinistra il leader vero e’ colui che ha queste caratteristiche. La persona che il popolo sente parte di esso perche’ lo conosce e conosce i suoi problemi.
Nel caso delle comunita’ italiane all’estero si verifica la stessa cosa. I sistemi rappresentativi instaurati in passato (Comites, etc.) sono assolutamente inutili e dannosi nel rappresentare le comunita’ all’estero. Nessuna sorpresa che sia da destra che da sinistra se ne chiede la loro abolizione o revisione. Se chiedete ad un italiano medio residente all’estero che e’ il membro del suo comites e cosa fa al 95% la risposta sara’: non so. Stesso dicasi per i parlamentari eletti all’estero. Molto spesso l’appartenenza ad un patronato o ad un partito facilita la diffusione del suo nome prima delle elezioni. Tuttavia se ripetete la domanda di cui sopra la risposta al 95% sara’ la stessa: non so.
Questo perche’ le circoscrizioni sono troppo grandi perche’ le persone elette siano conosciute, direte voi. Probabilmente e’ vero. C’e’ tuttavia un’altra ragione anche piu’ importante: al di la’ della notorieta’ o meno dell’ eletto in questione, la comunita’ italiana all’estero sa che il tipo non conosce i loro problemi. Questi e’ indicato da partiti o appoggiato da sindacati ma pochi lo conoscono nella comunita’ italiana. Peggio ancora lui stesso la conosce poco. I suoi galoppini di tanto in tanto fanno interrogazioni “senz’anima” in parlamento su cosa succede ad esempio in Venezuela o in Cile, ma lui, l’eletto, non sa come si comporta la comunita’ la’, ne’ (molto spesso) gli importa.
Tuttavia recentemente con l’aumento dei viaggi e la diffusione di internet e’ nata una nuova generazione di persone che si muovono in un continente come il sudamerica, il nordamerica o l’australia come se fossero a casa loro. Hanno i contatti con le comunita’ locali e soprattutto ricevono periodicamente da esse segnalazioni sui loro problemi. Il rapporto e’ immediato e non mediato da galoppini di politici. Per queste persone, veri e propri rappresentanti delle comunita’ italiane all’estero, ricevere una email di un parlamentare o da un modesto cittadino italiano all’estero e’ lo stesso. Non sono interessati alla notorieta’ o alla carriera politica ma a cercare di risolvere i problemi delle comunita’. A volte queste persone “stand up for your rights” come diceva Bob Marley. Subito sorgono dietrologhi che cercano di capire la loro corrente politica (di destra o di sinistra), persone che tendono a delegittimarli, che si sentono da loro offesi o imbarazzati. Si tratta di persone che si muovono con logiche del passato e che guardano a questo nuovo fenomeno con diffidenza. In fondo la stessa elezione di Obama negli USA si e’ basata sullo stesso principio: riconoscersi nelle idee nuove piuttosto che nelle persone vecchie del passato. Idee che sono rappresentate da persone come Obama che incarna i valori della comunita’ che rappresenta. Dal Wyoming all’Arizona, da New York alla California le persone hanno visto in Obama una persona vera che portera’ cambiamenti perche’ conosce i problemi. Una persona umile ma ferma. Un vero rappresentante della comunita’ americana.
Alla stessa maniera i veri rappresentanti delle comunita’ italiane all’estero sono persone che, al di la’ della loro provenienza, capiscono i problemi delle loro comunita’ anche se vaste. Persone che vengono dal basso, che non sono scelte dall’alto. Per questo sono amate dalle loro comunita’ e temute dai politici vecchio stile, che non sanno come avere a che fare con loro.
Tuttavia, fintantoche’ questi veri rappresentanti delle comunita’ italiane saranni ignorati dal potere centrale, aumentera’ sempre piu’ lo scollamento tra politica e comunita’, tra pensiero e azione.
Con il risultato che alla fine le comunita’italiane all’estero si senteranno sempre meno legate all’Italia e per sempre perdute dall’Italia. C’e’ qualcuno in Italia che forse si augura questo regalo.
“Timeo Danaos et dona ferentes” dicavano i latini a riguardo di questi tipi di regali.
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