“Caro Max tu scrivi molto degli indigenti italiani in Brasile ma non scrivi mai di quelli locali, che a volte vivono in condizioni anche peggiori degli italiani. Perche’?” mi chiede il mio lettore dall’ Africa australe. Lo confesso: il mio lettore ha ragione.
Ma la ragione e’ molto semplice anche se opinabile. Come straniero in Brasile le mie obiezioni circa la situazione molto spesso tragica della grande maggioranza della popolazione di questo paese sono interpretate come indebita ingerenza nella politica di questo paese.
“Tu sei ospite qui anche se paghi le tasse” mi dicono. In realta’ non concordo ma il punto non e’ questo. La vera ragione di non scrivere sugli indigenti brasiliani e’ dovuta al fatto che deve essere la coscienza del popolo locale a far sorgere una indignazione verso lo stato di miseria in cui versa una grande parte della popolazione locale, specie nel Nord Est del Brasile.
In mancanza di cio’ qualunque intervento “straniero” anche se viene da parte di una persona che vive in maniera “fissa” nel paese non solo non avra’ successo ma sara’ tacciato di razzista verso quel popolo.
Ma oggi, sul finire dell’anno voglio raccontarvi di una storia che fa ribollire il sangue nelle vene e che, anche se non in maniera diretta, riguarda anche gli italo-brasiliani. Tutto e’ partito da una foto di un mio vecchio amico, Sandraque, un giovane indio che appartiene alla lideranza indigena di Prado, del Sud della Bahia. Il viso del mio amico nella foto del giornale era seriamente arrabbiato e la ragione era di quelle che fa fremere di indignazione.
Siamo a Porto Seguro, una citta’ di grande turismo nel sud della Bahia (dove la comunita’ italiana e’ numerosa). Qui tre bambini indigeni (indios) di 13, 9 e 10 anni dovevano tornare a casa. Sfortunatamente chiesero un passaggio ad un viaggiante dalla voce rauca, una persona che dovrebbe essere di fiducia, l’ex-vice sindaco della citta’ Queribim Fortunado das Virgens di 57 anni. Questi si offri’ di dar loro un passaggio d’auto. Tutto questo accadde alle 10 del mattino nella orla di Porto Seguro, il luogo di passeggio piu’ famoso della citta’. Cio’ mostra l’arroganza dell’ uomo.
Il mostro rapi’ i tre bimbi e li violento’ a turno. Approfittando di un momento di distrazione del mostro i tre fuggirono. Il mostro fu denunciato. La madre era sotto shock. Tre volte in tre giorni differenti la foto del mostro fu riconosciuta dai bimbi.
La polizia arresto’ il mostro. Ma, incredibile a dirsi, dopo solo 4 giorni, il mostro e’ stato liberato. Il giudice Marcio Monte Alegre ha dato l’ordine di liberare il mostro.
Com’e’ possibile? Dove’e’ la coscienza comune? Perche’ la gente di Vera Cruz (dove il mostro ha una farmacia ed opera come dentista) non lo ripugna? Come fa un uomo del genere a stare a piede libero e nessuno far niente? Un mostro abominevole, un essere ripugnante e’ libero.
Il mio amico Sandraque dice che cio’ accade perche’ i 3 tre bimbi erano indios. I veri brasiliani, autentici abitanti di questo paese. Probabilmente e’ vero.
Come e’ vera un’altra triste e dura realta’. In questa nostra terra siamo circa 6 miliardi di abitanti. La stragrande maggioranza di abitanti di questo pianeta sono indigenti, poveri, anche miserabili.
In questa epoca di Natale, di bonta’ collettiva, sembriamo dimenticare cio’. Se un marziano scendesse dalla sua astronave dopo aver sorvolato la terra rimarrebbe sorpreso di vedere che piu’ di tre quarti del genere umano vive con un circa un quarto delle risorse del pianeta ed che un quarto vive, vicevera, con tre quarti delle risorse del pianeta.
Questa disparita’ e’ intollerabile ed insostenibile data l’ alta natalita’ dei paesi sottosviluppati. Viviamo come i passeggeri della nave Titanic, ballando mentre la nave affonda. Immagini spettrali si avvicinano sempre di piu’ alle nostre case e finestre e noi li’ a brindare per il nuovo anno nel nostro lusso osceno. La violenza sui bimbi indiani-brasiliani e’ solo l’ultimo anello di una lunghissima catena.
Gli stermini di massa con bombardamenti in varie parti del mondo lontano e vicino a noi, le orribili stragi che accadono davanti ai nostri occhi. E noi che guardiamo dall’altro lato per non vedere questi orrori. Proprio quando loro, i bambini innocenti, che non hanno chiesto a nessuno di nascere, subiscono terribili violenze di tutti i generi.
Il marziano tornerebbe sul suo pianeta d’origine e nella sua relazione scriverebbe: “Terra, pianeta popolato da una strana razza, gli indigenti, gente miserabile senza futuro e costantemente sfruttata. Si trovano oasi di ricchezza circondata da mari di immensa poverta’. Pianeta strano questo”.
Spero solo che nel 2059 la relazione del marziano sara’ diversa, ma non ci credo molto.
Articolo scritto nel Dicembre del 2008
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