domenica 8 febbraio 2009

Brasile-Italia: 2-0 con autogols della diplomazia italiana

Le squadre scendono in campo concentrate a Londra. Siamo i campioni del mondo. Il Brasile scende in campo agguerrito. E’ da tempo che vuole vincere qualcosa. Ma e’ difficile di questi tempi. La crescita e’ forte, l’ economia va relativamente bene. E poi c’e’ lei la Francia, la nostra eterna nemica, al tempo stesso la piu’ grande amica del Brasile. L’abbiamo battuta in finale ma e’ sempre li’ a tramare contro di noi. Questa volta fa da arbitro ma qualcuno dice che e’ sospetto.

Palla al centro. La palla si chiama Cesare Battisti. Gli italiani con il loro solito stile, difesa e contropiede, il Brasile anche con fantasia e attacco corale. Siamo subito in difficolta’. In particolare la difesa che sembra non in palla. Marcature dure ma grandi svarioni difensivi. Forte tiro del ministro brasiliano della giustizia. Palla sotto la traversa dopo che rimbalza su un nostro difensore. Il ministro italiano degli esteri sbraita che la palla non era entrata ma l’arbitro convalida. Vibranti proteste dell’ Italia. Ma la verita’ e’ che la difesa e’ stata terribilmente ferma. Che faceva quando l’attaccante brasiliano e’ entrato liberissimo in area? Parlava di un fuorigioco d’ altri tempi, i diplomatici erano li’ a parlare tra di loro mentre il ministro brasiliano entrava con una serpentina in area. L’ultimo italiano in difesa, il nostro ambasciatore, e’ stato “bevuto” con una piroetta facile. Ma forse il brasiliano era in fuorigioco. L’arbitro, bella donna francese di origini italiane, non ha fischiato e il ministro brasiliano ha fatto gol. Battisti e’ entrato in rete e poi ne e’ uscito. Libero come un uccello.
Il pubblico italiano rumoreggia. Per la maggior parte era favorevole al match ma la parte che appoggia il governo era contraria. Di fatto il match beneficia l’opposizione. Perche’ mostra tutte le pecche della difesa, la nostra diplomazia, che con i suoi errori sembra essere gia’ in clima di Carnevale.
Il Brasile e’ sicuro di vincere. Ma nel calcio mai dire mai. L’europubblico appoggia l’Italia, quasi all’unanimita’. Ma il Brasile, conscio delle sue forze, non si fa intimorire. E poi c’è quell’ arbitro francese che da’ sempre il cartellino giallo. Gli interventi sono un po’ duri ma non cattivi.
Grandi ingenuita’ difensive dell’Italia . Come quella di ignorare la comunita’ italo-brasiliana, grande dodicesimo giocatore in campo. L’Italia lo ignora e preferisce fidarsi esclusivamente dello schema difesa e contropiede. Ma i tempi sono cambiati. La visione moderna del gioco, che ci ha permesso di vincere il campionato del mondo, e’ stata seguita da una involuzione del gioco. Si è tornati ai vecchi schemi e logiche. La nostra diplomazia sembra essere bloccata. E per questo sbaglia. Sbaglia di nuovo. Il ministro brasiliano e’ indiavolato. Dice che siamo bloccati agli anni di piombo. E scorazza a destra e manca. Il gol e’ nell’aria. Ma e’ di nuovo colpa della nostra difesa.

Troppo occupata ad accusare l’ avversario per elaborare una strategia che chiuda tutti i varchi. Commerciali, diplomatici, di scambio tra i due paesi. Una volta l’importante per l’Italia era il risultato ora sembra il contrario. Vuole mostrare che sta facendo qualcosa anche se il risultato sembra scontato a favore del Brasile. Ed infatti arriva il secondo gol. O meglio il secondo autogol. E sempre della difesa. Si accusa il pubblico italo-brasiliano di nuovo. Come nella semifinale Argentina-Italia giocata a Napoli nella Coppa del mondo di tanti anni fa. Allora si accusarono in napoletani di fare il tifo per Maradona piuttosto che per l’Italia. Ora si accusano gli italo-brasiliani di non fare abbastanza rumore sul caso Battisti. Allora come ora si cerca di mascherare i nostri difetti con accuse infondate. Ed il risultato e’ lo stesso. Perdiamo male. Grande delusione.
Ma in fondo e’ solo un’amichevole. I due capi di governo ribadiscono che la sconfitta non influira’ sulle eccellenti relazioni tra i due paesi. Ma allora era tutto un gioco? Forse pero’ non lo e’ stato per Alberto Torreggiani e gli altri, vittime della palla Cesare Battisti, veloce a rotolare da un lato all’altro per salvarsi. Che peccato che le sue vittime tanti anni fa non hanno potuto fare lo stesso e sono morte sotto i suoi colpi della sua pistola.

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